Alla XVII Festa del Cinema di Roma è stato presentato oggi il documentario che parte dall’assunto del fondatore della chimica moderna Antoine-Laurent de Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. E, oggi come ieri, la materia non può essere creata o distrutta, ma solo trasformata, attraverso il riciclo di materia e il recupero di energia
Quando fu istituito, nell’ottobre del 1997, pochi avrebbero scommesso sulla sua riuscita. Ancor meno sui suoi risultati d’eccellenza. E, invece, in 25 anni di attività, il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, ha portato il riciclo dei rifiuti di imballaggio da poco più di 3 milioni a oltre 10 milioni e mezzo l’anno, dal 30% dell’immesso al consumo a oltre il 73%, più di sette imballaggi su dieci sottratti alla discarica che possono avere nuova vita grazie al riciclo. Con l’Italia che ha raggiunto una posizione di leadership in Europa nell’economia circolare. E che ha superato con anni di anticipo gli obiettivi di riciclo al 65% richiesto dall’Europa agli Stati membri entro il 2025.
“Negli ultimi ventiquattro anni – ha affermato Luca Ruini, presidente del Conai – il Paese ha avviato a riciclo oltre 170 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio. Secondo gli ultimi dati Eurostat, L’Italia è seconda in assoluto nel riciclo pro-capite degli imballaggi, dietro al Lussemburgo e davanti alla Germania”.
Tutto questo grazie anche all’Accordo con Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, che ha permesso al sistema consortile di versare nelle casse dei Comuni, tra il 1998 e il 2021, 7 miliardi 370 milioni di euro per coprire i maggiori costi della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio. A questi vanno aggiunti oltre 4 miliardi di euro per il finanziamento delle attività di trattamento, riciclo e recupero. Oltre 11 miliardi e un impegno che, a oggi, hanno evitato la creazione di circa 183 discariche di medie dimensioni; l’emissione in atmosfera di 56 milioni di tonnellate di anidrite carbonica (equivalente alle emissioni di 130 mila voli Roma-New York andata e ritorno) e il risparmio di 63 milioni di tonnellate di materia prima (l’equivalente in peso di circa 6 mila 300 Torri Eiffel).
Il docufilm presentato oggi alla XVII Festa del Cinema di Roma, “Tutto di trasforma”, parte proprio dall’assunto del fondatore della chimica moderna Antoine-Laurent de Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. E, oggi come ieri, la materia non può essere creata o distrutta, ma solo trasformata, attraverso il riciclo di materia e il recupero di energia.
Il filmato, con immagini di archivio e interviste a politici, imprenditori, ricercatori ed esperti, ripercorre i venticinque anni di attività del consorzio partendo dalle origini e dai primi successi, delineando la storia unica nel suo genere – dei privati che operano con finalità pubbliche – che oggi, grazie alla collaborazione tra aziende, Comuni e cittadini, “rappresenta il punto di riferimento organizzativo e culturale dell’economia circolare”.
Tutto nasce nel’ottobre 1997 a seguito del “Decreto Ronchi” del 5 febbraio che rivoluziona il modello di gestione dei rifiuti, partendo proprio dagli imballaggi: la politica dice cosa bisogna fare; i privati decidono come farla. Una prospettiva completamente nuova, scaturita dall’incontro di due menti illuminate e visionarie come quelle dell’allora ministro dell’Ambiente Edo Ronchi e del direttore generale di Confindustria Innocenzo Cipolletta: “Se non si mira all’impossibile non si riesce a fare il possibile”. Un unicum nel panorama dei compliance scheme europei, che ha permesso di raggiungere, negli anni, risultati di tutto rispetto.
Non c’erano precedenti; bisognava inventare tutto e il risultato non era affatto scontato. Ma grazie ad alcune intuizioni azzeccate, come il “contributo ambientale Conai” versato dalle aziende al momento della prima cessione dell’imballaggio e l’evidenza in fattura (“contributo Conai assolto”) si evitarono evasione ed elusione fiscali con la conseguente adesione al Conai della quasi totalità delle imprese del settore. Fu così messo in piedi un sistema, Conai e consorzi di filiera per sei materiali (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) ai quali si è aggiunto, da qualche anno, quello delle bioplastiche, che ha prodotto i risultati riportati in apertura.
Esordio alla regia di Alessandro Lucente, diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, il filmato è stato realizzato con la supervisione scientifica dell’European Institute of Innovation for Sustainability e racconta un pezzo di storia italiana. “Una storia fatta di intuizioni e investimenti lungimiranti per creare una reale coscienza ambientale nel nostro Paese e un sistema di raccolta differenziata, riciclo e recupero di materiali di imballaggio sorprendentemente virtuoso”.
Qualche spigolatura tratta dalla voce dei protagonisti. “Tanto cade. Tanto il bambino non riesce a camminare. E invece è riuscito a camminare molto bene”. “Se non c’è una condivisione di quello che fai, non funziona”. “Noi dobbiamo fare oggi ciò che serve per vivere bene domani”. “L’Italia è il Bel Paese perché riusciamo a fare delle cose che in altri Paesi non riescono a fare”. “Una delle più belle esperienze di dialogo e organizzazione che c’è stato tra le imprese”.
“La gestione dei rifiuti – ha concluso Ruini – rappresenta da sempre per le aree metropolitane e in generale per il territorio, una delle più grandi sfide ambientali e organizzative. Conai, in questi 25 anni, si è impegnato ad affiancare le amministrazioni pubbliche per il raggiungimento degli obiettivi di riciclo degli imballaggi dettati dall’Unione Europea e recepiti dalla normativa nazionale. In nun settore nevralgico dell’economia circolare, i risultati dio questo sforzo mettono oggi l’Italia in posizione di leadership in Europa”.