Skip to main content

I crimini russi non restino impuniti. L’intervento di Terzi (FdI)

“È una sfida di civiltà che dobbiamo assolutamente affrontare. Si tratta di passare da una Comunità internazionale che sta affondando nella violenza ad una realtà di giustizia e di legalità”. Pubblichiamo il testo dell’intervento di Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di Fratelli d’Italia, al Vertice interparlamentare della Piattaforma Crimea di Zagabria

Signor Presidente,

ho l’onore di rappresentare a questo Vertice il Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Senatore Ignazio La Russa che mi ha chiesto portare i suoi cordiali saluti e il suo vivo apprezzamento per la convocazione e l’invito a questo Vertice: a Lei, allo speaker del Parlamento Croato, On. Gordon Jandrocovic, al Presidente della Verkhovna Rada Ucraina, On. Ruslan Stefanchuk, e al Primo Ministro di Croazia, Andrej Plenković.

L’Italia ha continuato, sin dall’inizio della brutale aggressione da parte della Federazione Russa, a manifestare concretamente in tutti questi mesi il proprio fermo e risoluto sostegno all’Ucraina; alla sua integrità e sovranità territoriale; alla sua indipendenza e libertà; alla sua determinazione; e alla sua capacità di ripresa. Il mio Paese continuerà a dimostrare questo sostegno, ininterrottamente, e con uguale decisione anche in futuro.

Vorrei sottolineare nei termini più chiari che, come per gli altri Paesi autorevolmente rappresentati in questo Vertice, anche per l’Italia la Crimea è Ucraina.

L’occupazione illegale e l’annessione della penisola di Crimea da parte della Federazione Russa nel marzo 2014 è stata una totale violazione di principi essenziali della legge internazionale che assicurano la pacifica coesistenza tra gli Stati e le Nazioni. Da quella data l’Italia, insieme ai suoi partners e alleati nel mondo, ha in ogni possibile occasione denunciato e condannato l’annessione illegale della Crimea.

Lo abbiamo fatto alle Nazioni Unite e in tutti i più importanti Fori internazionali: tenendo ferma una comune linea politica di “non riconoscimento”, presupposto di altre misure che vi si collegano, specialmente per quanto riguarda i regimi sanzionatori.

Noi condividiamo quanto sta emergendo in questo dibattito circa la profonda preoccupazione per l’inaccettabile peggioramento della situazione concernente i Diritti umani nelle regioni dell’Ucraina, in particolare la penisola di Crimea, che subiscono l’occupazione russa.

Siamo di fronte a una moltitudine di sconvolgenti rapporti sui trattamenti inumani, gli abusi, le torture, le deportazioni perpetrati contro la Comunità dei Tatari di Crimea, in violazione di tutte le norme internazionali.

Per anni la Comunità internazionale ha condannato la militarizzazione della penisola di Crimea da parte di Mosca. Non solo perché ciò rappresenta un gravissimo vulnus della sovranità ucraina, ma anche perché tale strategia ha un impatto destabilizzante sulla sicurezza e la pace dell’intero Mar Nero e di un’ampia regione circostante.

Infatti, sono proprio le istallazioni militari in Crimea che hanno continuato ad accrescere le capacità di Mosca nell’attuare devastanti attacchi contro la popolazione civile ucraina, e contro le infrastrutture essenziali alla vita del Paese, alla sua economia e alla sua stessa esistenza.

In tutto questo si colloca la vergognosa decisione di organizzare un finto referendum, dopo quello avvenuto nel 2014 in Crimea, nell’area di Kherson e in altre tre regioni dell’Ucraina: con lo scopo di annetterle alla Federazione Russa con una decisione che configura un crimine internazionale.

Il mio Paese non riconoscerà mai, al pari degli altri numerosi Stati i cui Parlamenti sono oggi qui autorevolmente rappresentati, l’annessione di territori appartenenti alla sovranità dell’Ucraina. Continueremo perciò ad esigere l’immediato e incondizionato ritiro delle forze della Federazione Russa, o di quelle sostenute da quest’ultima, dal territorio ucraino.

La lotta contro l’impunità dai crimini di guerra commessi in Ucraina è un altro essenziale impegno che molti dei presenti attorno a questo tavolo hanno già espresso e che dobbiamo certamente assumerci.

I nostri Parlamenti dovrebbero prendere ogni opportuna iniziativa affinché si possa accrescere la portata e l’efficacia delle indagini intraprese e delle sentenze adottate dalla Corte Penale Internazionale.

Per parte italiana è stato preliminarmente redatto un Codice sui “crimini internazionali” nella prospettiva di poter varare una legislazione applicativa dello Statuto di Roma sulla Corte Penale Internazionale. Si tratta dell’opportunità di introdurre il principio di giurisdizione universale per i crimini internazionali disciplinati dal predetto Statuto.

Signor Presidente, mi consenta di esprimere un’ultima considerazione. La lotta contro l’impunità per crimini di guerra in Ucraina è una sfida di civiltà che dobbiamo assolutamente affrontare. Si tratta di passare da una Comunità internazionale che sta affondando nella violenza ad una realtà di giustizia e di legalità.

Dobbiamo attraversare questo confine: è la soglia tra un mondo arcaico, obsoleto e barbaro e il mondo di una Comunità regolata dalla legge internazionale, dallo Stato di Diritto e dal rispetto dei Diritti umani. Si tratta di un passo di estrema importanza per il nostro futuro. I Parlamenti rappresentati a questo Vertice devono quindi saper dare l’importante segnale che consenta di contribuire alla transizione dalla violenza alla giustizia.

Slava Ukraïni!


×

Iscriviti alla newsletter