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Elicottero del futuro? Come l’F35. Parola del generale Goretti

Per il comandante dell’Aeronautica, Goretti, sentito da Defense News, l’Italia dovrebbe salire da subito a bordo della tecnologia Usa “X2”, che cambierà il settore degli elicotteri, per sfruttare gli stessi vantaggi avuti a suo tempo con il pronto sostegno all’F35. Oltre che per le esigenze dell’AM, il progetto potrebbe rafforzare ulteriormente l’alleanza industriale con Leonardo, con cui Lockheed Martin collabora proprio sui Lighting II

L’Italia deve collaborare con gli Stati Uniti nello sviluppo di elicotteri a rotore coassiale, la cosiddetta tecnologia X2, se intende ottenere gli stessi vantaggi ottenuti in qualità di partner iniziale del programma F-35. A dirlo a Defense News è stato il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, generale Luca Goretti, sottolineando come il nostro Paese abbia bisogno di entrare da subito negli sviluppi di questa nuova tecnologia, anche per evitare il rischio di accumulare dei ritardi in seguito. “Gli americani hanno chiesto all’industria italiana di partecipare e spero che, proprio come abbiamo fatto con l’F-35, ci uniremo all’inizio”, ha detto il comandante dell’Arma azzurra.

La tecnologia X2

La tecnologia X2, a doppio rotore coassiale, con due rotori che girano in direzioni opposte, è al centro della rivoluzione proposta da Lockheed Martin e sviluppata da Sikorsky. Una proposta nata negli Stati Uniti, da tempo impegnati a guidare il salto del “Next Generation Fast Helicopter” nell’ambito dei programmi “trasformazionali” richiesti dal Pentagono all’industria americana per affrontare un mondo più complesso e denso di sfide. Due programmi sono già in campo negli Usa nel quadro del FVL: il Fara per gli elicotteri da ricognizione e scorta, e il Flraa per quelli utility medio-pesanti. La proposta di Lockheed Martin per entrambi è basata sulla tecnologia X2. Secondo gli esperti trasformerà il modo di volare, portando gli elicotteri oltre i 400 chilometri orari, migliorando i consumi, riducendo il rumore e integrandosi con tecnologie di ultima generazione.

Il Flraa

In particolare, il Flraa è stato lanciato nel 2019 per sviluppare un successore dell’elicottero d’assalto UH-60 Black Hawk da mettere in servizio entro il 2030. Sikorsky-Boeing partecipano con il “Defiant X”, dotato di tecnologia X2 per il movimento verticale, mentre un propulsore di coda garantisce la spinta al velivolo, una combinazione che permette all’apparecchio di raggiungere velocità che hanno raggiunto i 247 nodi, ovvero circa 460 chilometri orari, velocità doppie rispetto ai velivoli ad ala rotante tradizionali, che hanno sempre avuto un limite tecnologico sulla velocità causato dalla cosiddetta “dissimmetria della portanza”, ovvero l’impossibilità degli elicotteri con rotore singolo di superare certe velocità che altrimenti causerebbe uno stallo.

E il Fara

Per il programma parallelo del Future Attack Reconnaissance Aircraft (Fara) per un elicottero da ricognizione e attacco, Sikorsky partecipa con il proprio modello “Raider X”. Secondo quanto stabilito dall’Esercito Usa, i due sistemi del Fvl dovranno agire in combinazione e in connessione con un ecosistema di sistemi di quinta generazione, con il Fara che effettuerà la penetrazione dei sistemi di difesa avversari, anche grazie a droni lanciati direttamente dal velivolo, per consentire poi al Flraa di trasportare le truppe fino a destinazione in sicurezza.

Le opportunità per l’Italia

La Difesa del nostro Paese, tra l’altro, ha un confronto continuo con l’americana Lockheed Martin, soprattutto grazie al programma F-35. Oltre ad essere dotata dei caccia di quinta generazione, con l’ordine di 130 velivoli, infatti, il nostro Paese ospita a Cameri uno dei due soli stabilimenti d’assemblaggio del Lightning II, le Final Assembly and Check-Out (Faco), fuori dagli Stati Uniti (l’altra è in Giappone), e l’unico in Europa, il centro di assemblaggio e verifica finale del programma del Joint strike fighter. Qui già vengono assemblati i velivoli destinati all’Olanda, e anche la Svizzera ha deciso di far assemblare i suoi F-35A presso lo stabilimento piemontese. Come illustrato ancora da Guerini “Saremo promotori in Europa della tecnologia X2, leader nel suo sviluppo e nella sua crescita industriale, che aumenterà nel tempo, come è successo con l’F-35”, ricordando come oltre ai Paesi già presenti, anche i tedeschi stanno guardando a Cameri interesse.

Il modello F-35

Con questi elicotteri all’avanguardia, dunque, il nostro Paese potrebbe impiegare la stessa filosofia utilizzata per gli F-35: guardare agli Stati Uniti nella convinzione che quella tecnologia sarà, prima o poi, adottata in tutto il mondo. “Proprio come abbiamo fatto per l’F-35, dove abbiamo investito nella convinzione che la piattaforma sarebbe stata adottata in Europa”. Una decisione accorta, vista la crescita di Paesi europei che si stanno dotando del caccia, che non è andata a intaccare gli altri programmi che vedevano coinvolta l’Italia “Siamo stati i primi a crederci senza perdere interesse nei programmi europei come l’Eurofighter, che è la nostra spina dorsale”.

Le esigenze dell’Aeronautica

La necessità di dotarsi di questi strumenti era stata più volte ribadita da Goretti, anche in una recente intervista ad Airpress: “Quella del Future vertical lift è la tecnologia del futuro”. A Defense News il generale italiano ha ricordato come l’Arma azzurra possieda piattaforme che volano a 140-150 nodi. Ora, però “stiamo guardando avanti verso una tecnologia migliore”, riferendosi alla possibilità di volare a 300 nodi, di effettuare manovre estreme e di fermarsi immediatamente “il che potrebbe rappresentare un salto di qualità per le nuove generazioni di elicotteri”. Queste necessità, inoltre, sono state confermate anche dagli eventi della guerra in Ucraina, dove gli elicotteri russi “hanno subito perdite perché non riuscivano a difendersi dai missili terra-aria”.

La collaborazione con Leonardo

Nelle intenzioni dell’Aeronautica, i nuovi elicotteri serviranno a supportare le forze speciali e svolgere missioni di ricerca e soccorso, e andranno a sostituire gradualmente l’AW139 utilizzato al momento “lo abbiamo acquistato per colmare una lacuna, in attesa di vedere quale tecnologia sarebbe emersa” ha spiegato ancora Goretti, sottolineando come il nuovo progetta veda coinvolta anche l’italiana Leonardo, con l’intenzione di affidare a quest’ultima un ruolo nello sviluppo della tecnologia coassiale. “Leonardo ha dimostrato di essere un’azienda elicotteristica di livello mondiale” ha ribadito Goretti, invitando il gruppo di Piazza Monte Grappa a salire a bordo del programma. Il generale ha anche ricordato come il programma per la tecnologia coassiale non precluda lo sviluppo in corso del nuovo elicottero d’attacco AW249. Come spiegato da Goretti, infatti, “l’AW249 ha un equipaggio di due persone e il suo ruolo è legato alle truppe di terra. L’Fvl deve trasportare personale per le missioni delle forze speciali e per il supporto delle forze speciali; non c’è sovrapposizione”.



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