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Musk, il primo incidente a Twitter. Ecco cos’ha rilanciato su Pelosi

Il nuovo proprietario di Twitter ha lasciato un commento (poi cancellato) sotto un tweet di Hillary Clinton mettendo in dubbio che l’assalto al marito della speaker della Camera sia davvero avvenuto. Si è subito scatenato il putiferio sul tycoon, con la paura di molti che il social possa diventare il covo delle teorie più malsane. E Le Monde entra a gamba tesa: la sua acquisizione è un conflitto d’interessi

Nell’abitazione di Paul Pelosi non ci sarebbe stato nessun attacco e il marito della speaker della Camera si sarebbe trovato insieme a un gigolò. Non ci ha messo molto Elon Musk per scatenare le prime polemiche a causa di un suo tweet. Settantadue ore dopo aver chiuso la tanto tribolata trattativa per Twitter, il miliardario ha risposto sotto un post di Hillary Clinton, in cui l’ex first lady e front runner democratica ha condannato quanto accaduto al marito di Pelosi, aggredito in casa sua, senza definirsi sorpresa in quanto l’assalto era il frutto delle politiche cospirative alimentate dal partito repubblicano. A cui anche Musk sembra correre dietro. “C’è una minuscola possibilità che ci possa essere dell’altro dietro questa storia rispetto a quello che appare a prima vista”, ha risposto il tycoon per poi cancellare il suo commento. In allegato aveva anche messo il link del Santa Monica Observer, secondo cui la vicenda non sarebbe mai accaduta.

Il sito è noto per il suo estremismo e le sue teorie lontanissime dalla realtà, delle volte inventate di sana pianta. Tanto per dirne una, secondo il giornale Hillary Clinton sarebbe rimasta uccisa negli attacchi dell’11 settembre 2001 e quella che vediamo oggi è solo una sua controfigura. Una sorta di storia alla Paul McCartney ma adattata alla politica, con ancora più fantasia se si vuole. La realtà narrata dal Santa Monica Observer, quindi, si discosta anni luce da quanto avvenuto solo pochi giorni fa a Paul Pelosi, adesso fortunatamente fuori pericolo. Nel blog del suo aggressore, David DePapa, si ritrovano condivisioni delle teorie più bizzarre – ma anche preoccupanti – che fanno riferimento al movimento di Qanon, gruppo di estrema destra contrario all’ideologia mainstream, che viene stravolta a seconda del tema.

Oltre a vedere complotti ovunque, a quanto pare DePapa è un no-vax distintosi anche per commenti antisemiti. L’incarnazione perfetta di un soldato di Qanon, a cui l’ex presidente Donald Trump ha da sempre lisciato il pelo consapevole di come tanti dei suoi voti arrivassero proprio tra quelle frange. Attorno all’assalto, “ci sono dettagli molto strani”, scrivono in un forum in cui Steve Bannon è un’istituzione. “Mi chiedo se Pelosi abbia cercato di mettere in scena il suo mini 6 gennaio”, ha scritto (e poi cancellato) Greg Kelly, l’anchor del network di destra Newsmax. “La sinistra sta impazzendo non solo perché non crediamo alla non plausibile storia di Paul Pelosi, ma perché stiamo ridendo per quanto è ridicola”, gli ha fatto eco Dinesh O’Souza, commentatore di destra che ha aggiunto come “questo significa che non siamo più intimiditi dalle loro false storie. Non hanno controllo su di noi”.

Un’assenza di regolamento che, a quanto pare, viene concessa dallo stesso Elon Musk. Non solo non c’è stata alcuna restrizione ai commenti, ma il proprietario di Tesla e SpaceX ha addirittura promosso la falsa teoria. Non gli è bastato tornare sui suoi passi eliminando il commento, perché la frittata ormai era finita già sul pavimento. La paura degli utenti – ma non solo – è che con Musk teorie di questo tipo troveranno molto più spazio per essere condivise, in nome di un free speech che assomiglia più a un’anarchia del pensiero piuttosto che al democratico principio fondamentale di libertà di espressione.

Eppure, solo qualche ora prima era stato Yoel Roth, il responsabile della sicurezza di Twitter, a rassicurare come le “politiche della società non sono cambiate”. Non a caso, quando è diventata ufficiale la notizia che Musk era il nuovo proprietario della piattaforma, si è cercato subito di contenere la marea di commenti negativi contro il miliardario di Pretoria, alcuni anche sfociati in “insulti e termini dispregiativi”. “Trecento account, quasi tutti non autentici” sarebbero stati identificati e “stiamo prendendo misure per vietare agli utenti coinvolti in questa campagna di trolling” l’utilizzo di Twitter e “continueremo a lavorare per rendere” la piattaforma “sicura”.

Per Musk, tuttavia, i problemi sono solo cominciati. Oltre a dover dare risposte concrete a quel che dice, ovvero che Twitter non diventerà un luogo di cospiratori, è Le Monde a entrare a gamba tesa. Twitter sotto il suo controllo, scrivono oggi sul quotidiano francese, “è un grosso caso di conflitto di interessi”. Il problema è che “un miliardario direttamente coinvolto nell’azione politica” è diventato il numero uno di un dei social più influenti al mondo. “Non ha precedenti”, continua Le Monde, “che Elon Musk esprima a gran voce le sue opinioni libertarie – ne ha il diritto – e si impegni sempre più direttamente nel dibattito politico e internazionale, proponendo i suoi piani di pace in Ucraina e Taiwan. Sull’agorà 2.0, non puoi essere sia moderatore che oratore principale”.

Questo perché “ha alle spalle un impero, composto da Tesla e SpaceX. Certo, afferma di operare per il bene dell’umanità, ma esercita direttamente un potere politico, anche sulla guerra, come dimostra l’uso dei suoi satelliti Starlink in Ucraina e in Iran, o il suo silenzio sulla Cina, dove deve difendere gli interessi finanziari della sua fabbrica Tesla situata a Shanghai”. Neanche il tempo di sedersi sul suo nuovo trono (alias, un lavandino) da 44 miliardi di dollari che Musk deve già difendersi dalle accuse.

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