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Gazprom chiude i rubinetti all’Italia. Ecco la strategia Eni per sganciarsi da Mosca

Le forniture di gas russo all’Italia attraverso il Tarvisio saranno da oggi “a zero”. Si lavora per verificare se sia possibile far ripartire i flussi anche se l’offerta da Mosca rispetto a quella complessiva a disposizione dell’Italia è ormai inferiore al 10%. Descalzi: “In inverno 2024-25 indipendenti da Russia, ma servono rigassificatori”

Le forniture di gas russo all’Italia attraverso il Tarvisio saranno da oggi “a zero”. Ad annunciarlo è Eni, con una nota sul proprio sito. “Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l’Austria”. Eni darà aggiornamenti in caso le forniture siano ristabilite.

LO SNODO AUSTRIA

“A partire da oggi Gazprom non sta più consegnando il gas a Eni poiché, stando alle sue comunicazioni, non sarebbe in grado di ottemperare agli obblighi necessari per ottenere il servizio di dispacciamento di gas in Austria dove dovrebbe consegnarlo”. Lo dichiara un portavoce dell’Eni interpellato dall’Ansa sullo stop del gas russo. “Ci risulta però che l’Austria stia continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l’Italia”, aggiunge.

I FLUSSI

L’offerta di gas russo rispetto a quella complessiva a disposizione dell’Italia era ormai inferiore al 10%. La sospensione delle forniture dal Tarvisio non cambiano quindi al momento la situazione in modo significativo. Il piano portato avanti da Eni di potenziamento e diversificazione delle forniture di gas verso l’Italia permetterà di sostituire progressivamente gli oltre 20 miliardi di metri cubi all’anno di volumi di gas importati da Mosca fino allo scorso anno dal gruppo.

LA STRATEGIA DI DESCALZI

Per quanto riguarda il gas via gasdotto, forniture addizionali stanno già arrivando dall’Algeria, da dove l’Italia sta ricevendo picchi giornalieri di volumi per oltre 80 milioni di metri cubi. Dal Paese del Nord Africa arriveranno progressivamente 6 miliardi di metri cubi addizionali da qui al prossimo anno, che raggiungeranno i 9 miliardi tra il 2023 e il 2024, raddoppiando l’import di Eni dall’Algeria da 9 a 18 miliardi di metri cubi all’anno a regime nel 2024. L’Algeria “ha più che raddoppiato il suo contributo” di gas naturale venduto all’Italia e nei prossimi anni “e rimpiazzerà gran parte del gas russo”, ha detto nei giorni scorsi Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, in una video intervista all’Italian Energy Summit. Eni lavora anche con Paesi produttori come Egitto Qatar, Nigeria, Angola, Indonesia, Congo e Mozambico, che “devono portare un contributo che ci porterà nel giro di due anni e mezzo, nell’inverno 2024-25 a esser completamente indipendenti” dalla Russia, ha aggiunto. Ma per questo, visto che è impossibile costruire gasdotti, “servono rigassificatori”. Quelli italiani prima della crisi erano occupati sotto il 50 %, ma “ora sono completamente pieni”.

LE PAROLE DI VON DER LEYEN

Intervenendo alla cerimonia per l’interconnettore Bulgaria-Grecia, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato che “la crisi energetica è grave. E richiede dall’Europa una risposta comune che permetta di ridurre i costi energetici per famiglie e imprese”. “Abbiamo già fatto passi importanti. Per esempio, ieri abbiamo concordato insieme di limitare i profitti eccezionali realizzati da alcune società energetiche. Bisogna fare di più”. “L’Europa ha tutto ciò di cui ha bisogno per liberarsi dalla nostra dipendenza dalla Russia. È una questione di volontà politica”, ha detto ancora von der Leyen.

LE DICHIARAZIONI DI MELONI

Alla crisi del gas ha dedicato alcune considerazioni Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, intervenuta stamane a Milano. “Il tema non è come compensare la speculazione sul gas ma come fermarla”. “Sto seguendo il lavoro del governo uscente, confido che ci siano e che ci saranno i margini per mettere a punto una soluzione che comunque vada impatterà sui costi energetici tra qualche mese. Il lavoro che va fatto in queste ore è per capire come possiamo intanto intervenire sui costi energetici di questo autunno, non ci possiamo permettere di andare avanti come in questi mesi. Penso che questa sia la responsabilità prioritaria del futuro governo e su questo siamo impegnati a lavorare”, ha affermato Meloni che ieri ha avuto un confronto con Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica.

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