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Concorsi e separazione delle carriere. Le priorità della giustizia secondo Caiazza

Il presidente dell’Ucpi: “Rinforzare gli organici dei magistrati e del personale negli uffici amministrativi. Intervenire sui decreti attuativi della riforma Cartabia”. La separazione della carriere? “Serve una revisione costituzionale”

Il dicastero della Giustizia è stato tra i più discussi nei lunghi giorni delle trattative che hanno preceduto la formazione del nuovo esecutivo. Alla fine, a guidarlo sarà Carlo Nordio. Un tecnico, ma fortemente voluto da Giorgia Meloni (il cui partito lo aveva peraltro indicato come Capo dello Stato). Se una parte della magistratura – ancorché velatamente – è attraversata da non pochi malumori per questa nomina, il mondo dell’avvocatura nutre parecchie aspettative su di lui e su come eserciterà il suo mandato. A confermarlo è il presidente dell’Unione Camere Penali Italiane Gian Domenico Caiazza che, nella sua intervista a Formiche.net, mette in fila le priorità che l’esecutivo dovrà affrontare sulla giustizia.

Caiazza, partiamo da una battaglia storica delle camere penali: la separazione delle carriere dei magistrati. Si farà?

Senz’altro per noi questa è una priorità, anche se non ci illudiamo arrivi dall’oggi al domani. Va precisato che, se questo governo – come pare – vorrà perseguire questo obiettivo, la strada da percorrere è una sola: la riforma costituzionale.

Perché?

Perché la separazione delle carriere dei magistrati non è solamente la separazione delle funzioni. Occorre intervenire sul piano istituzionale e dunque sull’architettura costituzionale. Occorrerà prevedere, tra le altre cose, un doppio Csm e un doppio concorso. Una proposta – avvalorata da 72mila firme raccolte – c’è già. E, l’onorevole Enrico Costa, la sta portando avanti. Non ci illudiamo che questa riforma arrivi in tempi brevi, ma spero che si inizi il percorso per arrivare all’obiettivo.

In termini di priorità temporale, invece, la giustizia di cosa ha bisogno?

Di intervenire quanto prima sui decreti attuativi della riforma Cartabia. Anche perché molti di questi decreti snaturano i provvedimenti, anche positivi, contenuti negli istituti previsti dalla norma stessa. Una cosa inaccettabile.

Mi faccia un esempio. 

La riforma dispone la registrazione delle sommarie informazioni testimoniali. Un atto di trasparenza fondamentale. Ebbene, il decreto attuativo prevede che la registrazione possa essere disposta solamente se la persona che rilascia le deposizioni la richiede. Questa è solo una delle tante storture.

Ci si lamenta spesso delle lungaggini della giustizia e non solo in ambito squisitamente processuale. Come intervenire per invertire questo trend?

Anche questa è una priorità “temporale”, su cui lavorare quanto prima. Occorre senza dubbio rafforzare gli organici dei magistrati. È una procedura che richiede un percorso lungo, ma intanto sarebbe il caso di avviarla. Poi, quanto prima, vanno bandite gare di concorso per aumentare gli organici del personale amministrativo e informatico negli uffici giudiziari. Non è ammissibile che un fascicolo, solo per essere trasmesso tra uffici, ci impieghi fino a un anno e mezzo.

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