Dopo aver gestito l’impennata del costo della vita con politiche monetarie diverse, adesso Washington e Bruxelles provano a convergere per impedire che i rincari brucino gli ultimi barlumi di ripresa. Lanciando una task force transatlantica
Alla fine, in due si combatte meglio. Specialmente un mostro a tre teste come l’inflazione, nemico pubblico numero uno di redditi e crescita. E così, Stati Uniti ed Europa hanno deciso di unire le forze, per tentare di ridurre la pressione dei prezzi sulle famiglie e sulle imprese, motore di ogni economia avanzata. Come noto, Usa e Ue stanno scontando gli effetti della peggiore ondata inflattiva da 40 anni a questa parte e questo nonostante l’origine della spirale sia profondamente diversa.
Negli Stati Uniti il costo della vita viaggia all’8,5%, ai massimi dall’amministrazione di Ronald Reagan, ovvero dai ruggenti e un po’ evanescenti anni Ottanta. Mentre in Europa il tachimetro è salito ancora di più, al 9,1% secondo gli ultimi dati di settembre, diffusi dall’Eurostat. Ora, se oltre l’Atlantico la fiammata dei prezzi è dovuta principalmente a un ritorno della domanda all’indomani della pandemia e ai miliardi di dollari immessi dal governo di Joe Biden nell’economia, con i mastodontici piani post virus, in Europa la storia è diversa. Qui pesano la guerra, la riduzione delle forniture di gas russo e la speculazione sul mercato di Amsterdam.
E diverse sono anche le politiche messe in campo dalle rispettive banche centrali. Più spigliata e decisionista la Federal Reserve (ma solo dopo certe titubanze del governatore Jerome Powell), pronta a portare il costo del denaro oltre il 4,75% entro fine 2022, con un’altra mazzata sui tassi da 1,25 punti percentuali, entro novembre. Decisamente più sorniona e lenta la Bce, che solo a inizio estate ha deciso di prendere in mano la situazione e cominciare a rivedere il costo del denaro.
Ora però, è tempo di fare il cosiddetto sistema. E così Usa e Ue hanno deciso di lanciare una task force comune sull’Inflaction reduction act, la recente legge Usa per ridurre gli effetti dell’inflazione, per “continuare a promuovere una più profonda comprensione dei progressi significativi della legge sull’abbassamento dei costi per le famiglie, i nostri comuni obiettivi climatici, le opportunità e le preoccupazioni per i produttori della Ue”. La notizia è stata diffusa dal Consiglio per la sicurezza nazionale, il cui vice consigliere Mike Pyle ha incontrato Bjoern Seibert, capo di gabinetto della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen per discutere di varie priorità, tra cui la ricostruzione dell’Ucraina. Nel loro incontro hanno lanciato anche la task force sull’inflazione, che si riunirà per la prima volta la prossima settimana
Il gruppo di lavoro, coinvolgerà quasi tutto il governo degli Stati Uniti, inclusi la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, il Dipartimento del Tesoro, il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante commerciale degli Stati Uniti. “Con l’avvio del lavoro della task force“, si legge nel documento, “gli Stati Uniti continueranno a impegnarsi ad alto livello su queste questioni, anche attraverso l’impegno tra il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il direttore del Consiglio economico nazionale Brian Deese, il consigliere senior per l’innovazione e l’attuazione dell’energia pulita John Podesta”. Guerra al carovita, allora.