Con un coup de théâtre che farà scuola, il nuovo presidente del Senato made Fratelli d’Italia è stato sostanzialmente eletto dall’opposizione. L’analisi di Gianfranco D’Anna
La svolta decisiva che capovolge le tensioni che agitano la maggioranza di centrodestra, viene dai circa venti voti in più per Ignazio La Russa che sanciscono l’elezione del 28esimo presidente del Senato della Repubblica.
Venti voti determinanti dopo la decisione di Forza Italia di non votare e di marcare così, astenendosi, il disappunto di Silvio Berlusconi e dei senatori azzurri per l’andamento delle trattative sulla formazione del nuovo governo.
L’algoritmo dell’esperienza dei funzionari di lungo corso di Palazzo Madama indica che “i franchi tiratori all’incontrario” che hanno contribuito in maniera decisiva a ripianare l’assenza dei 18 senatori di Forza Italia (per rispetto istituzionale Berlusconi e Casellati hanno comunque formalmente votato) sarebbero stati, secondo varie interpretazione degli ambienti parlamentari: i 9 esponenti di Azione e una decina di altri senatori provenienti dai senatori a vita, dai gruppi minori e in parte a livello individuale anche dal Pd e dai 5 Stelle.
Come evidenziano le 66 schede bianche e i quattro voti dispersi. Franchi tiratori in progress dunque, subito ringraziati nel suo primo intervento dal neo Presidente del Senato La Russa, e che spianano il terreno ad una rapida definizione degli assetti parlamentari. Un assetto istituzionale che dopo l’elezione del nuovo presidente della Camera ( molto probabilmente il leghista Riccardo Molinari) e dei capigruppo delle forze politiche, aprirà la fase delle consultazioni del Presidente della Repubblica per la formazione del nuovo esecutivo che sarà guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
“Warnung und eigentor”: l’ avvertimento di Berlusconi a Giorgia Meloni trasformatosi in autogol, scandisce in tedesco ma sotto promessa di anonimato un esponente lombardo veneto del centrodestra, sortisce per il momento l’isolamento di Forza Italia e il rischio di una perdurante spaccatura della maggioranza di centrodestra.
Nonostante le fibrillazioni politiche, il manifesto della democrazia di Liliana Segre ha in mattinata illuminato e motivato l’avvio di una 19° legislatura definita costituente dagli ottimisti e banco di prova della neopolitica dagli scettici. Più volte applaudita in piedi con unanime commozione da tutto l’emiciclo, la presidente provvisoria della seduta inaugurale del Senato ha evocato la centralità del Parlamento, “l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa” ed i valori della Costituzione scaturita dalla resistenza. Una Costituzione che più che emendata va semplicemente attuata ha scandito, ricordando l’indivisibilità delle feste della Repubblica: a cominciare da quella della Liberazione, il 25 Aprile, al Primo Maggio festa del lavoro, al 2 Giugno festa della Repubblica. Parole seguite con trasporto anche da Ignazio La Russa che, nei passaggi cruciali e più toccanti del discorso di Liliana Segre, ha aggiunto intere frasi e nuovi concetti agli appunti del discorso in via di elaborazione e col quale dopo l’elezione alla presidenza del Senato ha connotato l’assunzione della seconda carica dello Stato. Parlando a braccio con accorata partecipazione neo presidente del Senato ha fatto vibrare d’applausi l’aula in vari passaggi. In particolare quando ha ricordato che “il rispetto e la tutela del pianeta sono imprescindibili per l’eredità che vogliamo lasciare ai nostri figli”.
Dopo aver citato una frase di Sandro Pertini, “nella vita è necessario sapere lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza”, ha ricordato le vittime della mafia, a cominciare da Falcone, Borsellino Dalla Chiesa e La Torre e le vittime del terrorismo, nero e rosso come Calabresi, Ramelli, Fausto e Iaio.
Flash back di un’Italia sull’orlo della guerra civile che Ignazio La Russa archivia definitivamente con un intervento condiviso e applaudito da tutti quando, in special modo dopo aver esaltato i valori della Costituzione e della democrazia, afferma che bisogna sempre respingere ogni forma di violenza, di abuso, di discriminazione e di sopraffazione dei diritti. E che la violenza sulle donne e i minori sono “lo squallore della società” che vanno combattuti e prevenuti.