“Dopo aver superato la fase federalista e dopo quella populista alla Lega serve una fase nuova”, dice a Formiche.net il sociologo Mauro Magatti. “È chiaro che questo presupporrebbe un altro segretario. Un volto nuovo”. E sui ministri: “Meloni sarà di manica larga col Carroccio, ma le serve una squadra credibile anche all’estero”
Un governo politico “all’altezza delle aspettative”. Una “buona politica” che segni il tramonto della “stagione dei tecnici”. Il consiglio federale leghista accorda la piena fiducia a Matteo Salvini e gli chiede di proseguire. Tra i temi all’ordine del giorno non mancano quelli legati al caro bollette, la flat tax e la sicurezza. È chiaro che per i suoi Salvini auspica posizioni di prim’ordine nel futuro esecutivo. Ma sulla solidità delle basi sulle quali poggia questa speranza c’è chi nutre qualche dubbio. Quel che è certo è che è stato un consiglio federale “che non ha risolto i problemi sostanziali della Lega, ma che è servito solamente a gettare avanti la palla e a guadagnare tempo”. A dirlo è Mauro Magatti, sociologo, commentatore attento e saggista di vaglia.
Quali sono i problemi che la Lega non affronta?
Il Carroccio deve capire se esisterà una terza fase del partito e, soprattutto, dove questa fase condurrà.
Che cosa intende?
Dopo aver superato la fase federalista e dopo quella populista alla Lega serve una fase nuova. È chiaro che questo presupporrebbe un altro segretario. Un volto nuovo. Il che rende questa operazione molto complessa, dal momento che Salvini, nonostante le sconfitte, goda ancora di credito. Il rischio, sennò, è di imbucare un vicolo cieco dal quale sarà pressoché impossibile uscire.
Ci sono state, in questi giorni, diverse tensioni nel Carroccio.
È normale e penso che in qualche misura siano riconducibili a uno spaesamento dettato dal fatto che Salvini, proseguendo nella strada dell’intestarsi le battaglie populiste, sia stato superato sia a destra che a sinistra. Quella di Bossi mi pare invece una forma di rigurgito dello sconfitto. Anche perché, francamente, continuare ad agitare la questione del federalismo mi pare davvero anacronistico.
Giorgetti ha dichiarato che Salvini sarebbe il candidato naturale per il Viminale. Ma, al di la dell’Interno, la Lega avrà ministeri di peso come il segretario chiede a più riprese?
Giorgia Meloni, pur avendo lasciato poco spazio agli alleati in campagna elettorale in termini di tematiche sulle quali intervenire, penso sarà di manica larga. Anche perché non conviene neanche a lei mettere all’angolo un alleato comunque importante per l’equilibrio della coalizione. D’altra parte nelle sue prime sortite pubbliche è stata molto cauta anche perché credo sia al lavoro per la costruzione di una squadra di governo che le garantisca credibilità anche e soprattutto sugli scenari internazionali.
È realistico pensare che Salvini, se non soddisfatto, strappi e dia solamente il famoso “appoggio esterno” di cui si è agitato lo spettro da qualche tempo?
Mi pare irrealistico. Anche perché, con i numeri che ha, non saprebbe dove andare.