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Con questi ministri diritti in pericolo? Nessuna regressione, sostiene Scaraffia

Per la docente, “Meloni ha avuto la forza di imporsi a due uomini, senza lagnarsi. Le donne di sinistra si lamentano perché gli uomini non conferiscono loro ruoli di potere. E sui diritti non si faranno passi indietro, ma avremmo un gran bisogno di un dibattito approfondito sui temi etici, come invece avviene altrove, senza fossilizzarci su leggi calate dall’alto”

Governo che nasce, polemica che avvampa. Perché Giorgia Meloni è – e questo sancisce un primato storico – la prima premier donna. Eppure, per molte voci dell’opposizione “in questo esecutivo la componente femminile è minoritaria”. L’aridità dell’aritmetica, se lo si paragona a quello precedente, è in effetti dalla parte di chi si lamenta. Eppure sarà una donna a guidare il Paese, una donna custode di una storia di destra. Perché? “Perché è riuscita ad imporsi su due uomini assatanati di potere, senza mai lamentarsi. Le donne di sinistra, invece, si lamentano perché gli uomini non conferiscono loro qualche ruolo di potere”. La voce sferzante è quella di Lucetta Scaraffia, accademica, saggista e membro del comitato nazionale di Bioetica.

Pare che il primato a cui Giorgia Meloni è arrivata, per alcuni, non sia abbastanza. 

Sì, ed è paradossale. La sintesi perfetta l’ha fatta Dagospia. Meloni ha avuto la forza di imporsi a due uomini, senza lagnarsi. Le donne di sinistra si lamentano perché gli uomini non conferiscono loro ruoli di potere. Poi, si può nutrire qualche riserva sulle donne scelte da Meloni nell’esecutivo. Ma questo è un altro discorso. Personalmente non lo so, ma è anche possibile che alcune donne, contattate da Meloni, abbiano rifiutato l’incarico per evitare lo stigma che ancora, in Italia, aleggia attorno alla destra.

Si aspetta una regressione sotto il profilo dei diritti con questo Governo?

Assolutamente no. Sui diritti acquisiti non si faranno passi indietro, tanto più che l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni in questo momento ha ben altre priorità da affrontare.

Il nome di Roccella al dicastero della Famiglia sta destando non pochi timori. Che ne pensa?

Il timore è che lei sia una sorta di doppione di Fontana. E non penso proprio che Roccella sarà così: sono la sua storia e la sua formazione a parlare per lei. La verità è che questo Paese avrebbe un gran bisogno di un dibattito approfondito su questi temi. Purtroppo però, non è mai stato possibile. Si arriva sempre alla rissa.

E la colpa di chi è?

Le dichiarazioni di Gasparri, qualche giorno fa, prestano senz’altro il fianco alla narrazione che la sinistra fa di una destra oscurantista. D’altra parte la sinistra blocca la discussione bollando chiunque non abbia il loro pensiero come fascista. Basti pensare che pochi giorni fa a La Sapienza, alcuni ragazzi hanno impedito che Simone Pillon e Laura Palazzani potessero intervenire nel corso del dibattito nel quale erano stati invitati come ospiti.

A proposito di diritti, l’accusa che viene mossa in generale al sistema Paese è quella di essere ‘indietro’ rispetto ad altre realtà europee. E’ così?

Negli altri Paesi europei è stata fatto una lunga e approfondita discussione su questi temi, anche e soprattutto coinvolgendo le persone. In Italia no. Penso che tante famiglie si siano sentite escluse. La discussione ha riguardato unicamente leggi calate dall’alto, come il Ddl Zan. E penso che anche questo atteggiamento abbia favorito Giorgia Meloni. Il Pd ha sostituito la battaglia sociale con la battaglia per i diritti.

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