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Meloni e Bin Salman. L’augurio mentre parte la Davos del deserto

Iniziata la sesta edizione della Future Investment Initiative (FII). Alla sua vigilia il premier Giorgia Meloni ribadisce al re Salman che l’Italia è fortemente interessata alla stabilità in Medio Oriente e all’ulteriore cooperazione in materia di sicurezza energetica, investimenti e diritti umani

Si è aperta a Riad nella mattinata di oggi, 25 ottobre, la sesta edizione della Future Investment Initiative (FII), nota anche come la “Davos del deserto”, iniziativa di carattere economico fortemente voluta dall’erede al trono saudita, Mohammed Bin Salman. In 6 mila, tra capi di Stato, imprenditori ed esperti universitari si trovano nella capitale per questo evento che andrà avanti fino a giovedì. Considerata tra le più grandi iniziative economiche per discutere del futuro degli investimenti e dell’economia globale, attesi sono gli interventi dei tanti amministratori delegati e leader del settore finanziario e degli investimenti. L’edizione di quest’anno ha come titolo “Investing in Humanity: Enabling a New Global Order” e affronterà le questioni attuali più urgenti di questi mesi. Ha lo scopo di concentrarsi sulle dinamiche in dispiegamento del potere globale mentre il mondo si riprende dalla pandemia di Covid-19. Gli argomenti di discussione dovrebbero includere l’attuale crisi energetica e la guerra in corso in Ucraina.

La FII si è tenuta per la prima volta nel 2017. L’evento inaugurale ha visto la conclusione di accordi per oltre 50 miliardi di dollari, secondo gli organizzatori. Da allora è cresciuto di portata, con la partecipazione di più delegati e relatori ogni anno. La sua sesta edizione si apre mentre il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giorgia Meloni, tiene il suo discorso alla Camera per il voto di fiducia del suo nuovo governo. Alla vigilia di questo evento, nel ringraziare “re Salman e sua Altezza reale il principe ereditario Mohammed bin Salman” per la congratulazioni dopo la sua elezione a presidente del Consiglio, il premier italiano ha scritto su Twitter rivolgendosi ai leader di Riad che “l’Italia è fortemente interessata alla stabilità in Medio Oriente e all’ulteriore cooperazione in materia di sicurezza energetica, investimenti e diritti umani”.

Il contatto della nuova presidente del Consiglio con l’Arabia Saudita rientra nelle attività che si muovono nello spazio proiezione del Mediterraneo allargato, regione in cui “recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico”, come ha Meloni ha ribadito nel suo discorso odierno.

La costruzione di una partnership ravvivata con Riad, per Roma può significare anche l’inserimento all’interno di un flusso di attività che riguarda sia le singole capitali europee, quanto l’Ue. Se Berlino ha aumentato le sue connessioni con Doha (usando la leva energetica), Parigi continua a tenere in primo piano le relazioni con Abu Dhabi, Londra cerca una nuova chiave di dialogo con la regione, e l’Unione europea intende costruire una nuova strategic partnership con il Golfo.

L’approccio Ue-Golfo sarà quello di un aumento di consapevolezza reciproca che passa anche da eventi come la Davos del Deserto, e da dichiarazioni apparentemente protocollari come quella di augurio inviata da Riad. Attività che dimostrano come i sauditi — ma anche gli emiratini e i qatarini — intendano lanciarsi su dossier internazionali e per molti aspetti globali in modo pro-attivo: dall’affrontare i problemi correnti al mostrarsi disponibili e collaboratovi con un nuovo, importante governo.

Nel corso di tre giorni di lavori, la conferenza, che si tiene presso il centro conferenze King Abdulaziz a Riad, ospiterà quattro vertici e 180 sessioni. La prima giornata sarà caratterizzata dalla discussione di un gruppo di premi Nobel che cercherà di trovare soluzioni sostenibili per soddisfare i bisogni primari della popolazione mondiale. L’agenda del secondo giorno della conferenza prevede il vertice “The New Energy Economy”, durante il quale i relatori condivideranno le loro opinioni sullo stato attuale del settore finanziario ed economico globale. Il terzo e ultimo giorno, il 27 ottobre, si terranno due vertici sull’ascesa delle criptovalute e sul futuro dell’Africa.

Una sessione plenaria sulla Cina vedrà tra i relatori Nicolas Aguzin, Ceo di Hong Kong Exchanges and Clearing, e Feng Hong, co-fondatore di Xiaomi, che discuteranno perché la Cina è un alleato chiave per gli investimenti in Medio Oriente. All’evento è attesa la partecipazione di dirigenti e imprenditori statunitensi, ma non di esponenti legati all’amministrazione di Joe Biden, in seguito alla decisione dell’Arabia Saudita di tagliare la produzione petrolifera in seno all’Opec plus.

Dopo gli spettacoli di danza e musica, Yasir al-Rumayyan, governatore del Fondo per gli investimenti pubblici del Regno (PIF) e presidente dell’Istituto FII, ha pronunciato il suo discorso di apertura. “Credo fermamente che il nuovo ordine globale sarà plasmato dalle discussioni che abbiamo, dai piani che faremo qui alla FII nei prossimi giorni”, ha affermato al-Rumayyan. La “Davos del deserto”, ha lo scopo di attirare capitali stranieri in Arabia Saudita in modo che possa sempre più allontanare la sua economia basata sul petrolio.

Sono 500 i relatori attesi che potranno essere ascoltati in streaming tramite un canale dedicato su Youtube. Alcuni dei relatori più noti sono il ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, il ministro degli Investimenti saudita Khalid al-Falih e l’ex cancelliere dello scacchiere britannico George Osborne. È atteso anche l’intervento dell’ex premier italiano e leader di Italia viva, Matteo Renzi. In base a quanto si evince dal programma della Fii, l’ex premier interverrà nella prima giornata nella sessione di dialogo “Raggiungere la pace e la prosperità”, insieme all’ex consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Jared Kushner e il Ceo di Leonardo, Alessandro Profumo.

Sul programma presente nel sito internet della Fii, Renzi è l’unico europeo tra gli otto membri del Consiglio di fondazione della Future Investment Initiative, che comprende il governatore del Fondo di investimento pubblico saudita (Pif) Yasir al Rumayyan; l’ambasciatrice saudita negli Stati Uniti, Reema Bint Bandar; il fondatore e presidente della società emiratina Emaar properties, Mohamed Al Abbar; il fondatore di X-Price Foundation, Peter H. Diamandis; il presidente della King Abdullah University of Science and Technology, Tony Chan; la docente di Chimica Farmaceutica dell’Università della California, Adah Almutairi; l’amministratore delegato dell’Istituto Fii, Riccardo Attia.

 


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