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Conti in ordine e credibilità. La sfida del Tesoro secondo Barba Navaretti

L’economista e docente della Statale di Milano spiega da dove deve partire l’azione del nuovo ministro. L’imperativo è costruire credito agli occhi dei mercati e dell’Europa: niente giochi di prestigio con la manovra. “Giorgetti è una persona moderata e competente, credo che proseguirà sulla scia di Draghi, ma l’esempio inglese insegna che il rischio è dietro l’angolo”

Ora che la melonomics è finalmente approdata in parlamento, nelle parole del premier Giorgia Meloni (qui l’articolo con tutti i dettagli della giornata alla Camera), è tempo di passare dalle parole ai fatti. E allora, palla al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega che dovrà tradurre in fatti il programma politico di Fratelli d’Italia, Carroccio e Forza Italia. Per approntare un primo menabò della politica economica del governo Meloni, Formiche.net ha sentito Giorgio Barba Navaretti, economista e docente alla Statale di Milano.

“La priorità è certamente la legge di Bilancio, che va ancora ultimata. Una manovra che dovrà essere prudente, evitando scostamenti di bilancio che possano generare della tensione sui mercati. Bisogna dare la dimostrazione pratica di quello che la stessa premier ha detto, ovvero rispettare i vincoli di bilancio e mantenere una politica sobria, senza strappi. Vede, in questo momento va costruita una credibilità, sia agli occhi dell’Europa, sia a quelli dei mercati”, spiega Barba Navaretti.

Anche perché c’è un appuntamento importante a cui presentarsi nei prossimi mesi, con conti in ordine e il favore dei mercati. E questo Giorgetti lo sa bene. “Il prossimo anno occorrerà rinegoziare il Patto di stabilità, è chiaro che costruire una credibilità sarà un fattore decisivo. Un po’ come il bravo amministratore che accumula credito, così deve fare il governo italiano”. Chiarito il punto, costruire credibilità e fiducia a partire dalla manovra, la lista si allunga.

“L’altra questione è l’energia. Qui il governo e il ministro Giorgetti devono aspettarsi un aiuto da parte dell’Europa. Che spesso si è compattata al momento opportuno, non è vero che è sempre mancata ai grandi appuntamenti. Mi sembra che l’ultimo Consiglio europeo, al quale ha partecipato l’ex premier Draghi, abbia aperto la strada al price cap. Ecco, tutti i provvedimenti dell’Italia in chiave energia e sostegno alle imprese potranno incontrarsi con l’aiuto e la sponda europea”, continua l’economista.

Già, ma quale dialogo è immaginabile con l’Europa? “Giorgetti è una persona moderata e competente, credo che proseguirà sulla scia di Draghi. Abbiamo visto, d’altronde, cosa è successo al governo inglese quando si fanno proposte economiche campate per aria. Non credo che l’Italia voglia correre lo stesso rischio. Per questo dobbiamo rimanere con una politica di bilancio sobria, per il governo Meloni deve esserci la consapevolezza che i conti devono rimanere in ordine. Ma, ripeto, sono sicuro che il mood sia quello, almeno a parole”.

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