Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

L’altro debito russo. Quanto costerà a Putin la guerra in Ucraina

Tra perdite umane e danni materiali a case e infrastrutture, il conflitto scatenato da Mosca potrebbe generare un debito di guerra da 6 mila miliardi di dollari secondo il Center for european policy analysis. I precedenti iracheno e polacco

Se è vero che per pagare c’è sempre tempo, allora al Cremlino qualcuno dovrebbe cominciare a farsi due conti. E non solo perché le sanzioni mosse alla Russia dall’occidente all’indomani dell’invasione dell’Ucraina stanno effettivamente demolendo un poco alla volta l’economia della Federazione. Ma anche perché l’aver scatenato una guerra contro un Paese sovrano da oltre 30 anni comporta dei danni, delle vittime e dunque dei costi. Che vanno, o andranno, risarciti, presto o tardi. Le chiamano riparazioni di guerra, le stesse chieste dalla Polonia alla Germania (1.300 miliardi di euro), 83 anni dopo essere stata invasa dalla armate del Terzo Reich.

E così, un giorno il successore di Vladimir Putin, se non proprio lo stesso zar, potrebbe dover staccare un assegno da 6 mila miliardi di dollari, su per giù tre volte il Pil dell’Italia. A tanto, infatti, ammonterebbero i danni cagionati dalla Russia all’Ucraina, secondo il Center for european policy analysis (Cepa), che in un report fino ad oggi inedito ha quantificato il futuro debito maturato da Mosca con Kiev. Nel conto vanno messe perdite umane, danni materiali a case e infrastrutture e all’economia nazionale. Insomma, tutto.

LA MATTANZA DI PUTIN

“Quanti ucraini hanno ucciso i russi sotto il regime di Vladimir Putin? Se assegnassimo loro un valore in dollari, quale sarebbe il conto?”, è la premessa dello studio. La risposta è, diversi miliardi di dollari. “Si stima che dal 2014 al 2021 circa 22.000 soldati e civili ucraini siano morti a causa dell’aggressione russa alle regioni rivendicate. Inoltre, l’invasione totale di Putin del 24 febbraio potrebbe alla fine costare la vita ad altri 100.000 (o più) soldati e civili. Di questi 22.000 morirono nella sola Mariupol”.

“Dopo che le forze russe si sono ritirate da Bucha, una città vicino a Kiev, e da Izyum vicino a Kharkiv, sono state trovate fosse comuni in ogni luogo con più di 400 cadaveri, molti dei quali mostravano segni di torture e omicidi in stile esecuzione. Le leggi di guerra proibiscono l’uccisione intenzionale e indiscriminata, la tortura, le sparizioni forzate e il trattamento disumano dei combattenti catturati e dei civili in custodia. È inoltre vietato il saccheggio. Chiunque ordini o commetta deliberatamente tali atti, o li aiuti e li favorisca, è responsabile di crimini di guerra”.

IL CONTO DELL’ORRORE

Ora, “quanto dovrebbe pagare la Russia per ogni ucraino ucciso nella guerra non provocata di Putin? I sociologi della National Research University Higher School of Economics hanno riferito nel 2014 che il valore medio di una vita in Russia era di circa 50 milioni di rubli, circa 1,6 milioni di dollari, un valore paragonabile a quello di alcuni Paesi asiatici in via di sviluppo. Ma il valore di un la vita umana in Russia è significativamente sottovalutata. Ora, supponiamo che la guerra continui fino a dicembre 2022 e che costi la vita a 100.000-122.000 ucraini. Aggiungiamo il rimborso per i feriti e gli sfollati, quantificabili in circa 12 milioni di individui. La cifra pressoché totale sarebbe di circa 6 trilioni di dollari (6.000 miliardi, ndr)”, mettono nero su bianco gli esperti del Cepa.

Attenzione, non è finita. Nel conto vanno messe anche le spese per l’esercito russo, per i riservisti arruolati nelle ultime settimane, oltre a risarcire le famiglie dei caduti russi. Il Cremlino, secondo il Cepa, dovrebbe infatti “anche pagare i propri sudditi per gli 80.000 o più soldati uccisi o feriti in questa guerra”.

IL PRECEDENTE IRACHENO

Insomma, un giorno o l’altro “la Russia potrebbe risarcire l’Ucraina come ha fatto l’Iraq per pagare i 352 miliardi di dollari di perdite umane e materiali causate dall’invasione del Kuwait nel 1990-1991, con una tassa di almeno il 5% sulle vendite di combustibili fossili. Come è successo con l’Iraq, queste entrate sarebbero dirette a un’agenzia delle Nazioni Unite istituita per ricevere e distribuire queste somme. Perché ciò avvenga, tuttavia, il Cremlino dovrebbe essere gestito da un governo che riconoscesse l’obbligo della Russia di risarcire coloro che ha danneggiato”. Succederà mai?

×

Iscriviti alla newsletter