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La sfida all’establishment europeo? Perché a Meloni non conviene (non ora)

Abbracciare Macron a Roma conviene più che partecipare alle convention di Vox o supportare Orban. Una tesi controcorrente. Ma realistica

Quale dividendo si potrà incassare nello svolgere il pirotecnico ruolo di numero uno delle eurodestre e quale invece nel gestire, sempre perseguendo l’interesse nazionale italiano, intelligenti relazioni con Francia e Germania? Questo il dilemma del premier in pectore che, dopo una campagna elettorale poggiata sul messaggio dell’italianità da difendere, è ora attesa dal mettere quei progetti a terra.

Se decidesse di dichiarare “guerra” agli altri paesi europei, chiaramente dovrebbe un momento dopo misurarsi con la differenza di strumenti che ha in mano. Gli altri, per dirne una, hanno in mano il nostro debito (che cresce e che va rifinanziato). Per cui al di là dei nomi che andranno al Mef o alla Farnesina, conterà l’indirizzo che il premier intende dare.

Che Meloni abbia già giurato al Quirinale o meno, la visita di Emmanuel Macron del 23 e del 24 ottobre riporta un’evidenza: l’Eliseo deve essere un alleato dell’Italia, come gli altri, il che non vuol dire essere supini ai partner europei, ma responsabilmente consci della realtà dei fatti.

Certo, il presidente di FdI ha la fortuna di avere nel suo inner circle persone che conoscono bene queste dinamiche, ad esempio Raffaele Fitto, che fa parte del suo stesso partito e che ha un’esperienza molto forte in questo senso. E quindi, diciamo così, la campagna elettorale per lei è finita, arriva adesso l’ora delle scelte.

Ma se nel momento in cui bisogna riportare il paese fuori dalle secche ci fosse la tentazione di aprire contenziosi con tutti in Europa, affidandosi solo a Polonia e Ungheria, allora in bocca al lupo.

Non ha più senso in questa fase puntare il dito contro i burattini di Bruxelles da mettere nel mirino, perché dai comizi ora si passa alla guida del Paese.

Si tratterà, molto semplicemente, di essere realistici e di perseguire gli interessi nazionali. Ma attenzione, perché imbastire una tela con gli stati membri senza questa consapevolezza significa rischiare di farsi molto male.

 

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