Presentato a Roma il “Rapporto sulla sharing mobility” nel corso della Sesta Conferenza nazionale della Sharing Mobility. “Le nostre città hanno bisogno della sharing mobility per ridurre il numero di auto private e quindi diminuire la congestione e l’inquinamento”, ha detto il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi
La mobilità condivisa (“sharing mobility”) è in continua crescita nelle nostre città, Milano e Roma in testa. Nel 2021 l’uso dei servizi di condivisione dei vari mezzi di trasporto (auto, scooter, bici, monopattino) è tornato ai livelli pre-pandemia: i viaggi realizzati con questa modalità sono stati circa 35 milioni (+61% rispetto al 2020). Le flotte crescono e diventano sempre più leggere, piccole ed elettriche (l’83% dei noleggi avviene per un veicolo di micromobilità): quasi 90 mila veicoli nel 2021 tra monopattini (più della metà), bici (31%), scooter (10%) e auto (7%), con il 94 e mezzo per cento a zero emissioni. Cresce, di conseguenza, anche il fatturato, arrivato a 130 milioni di euro (+52% rispetto al 2020). Segnali più che positivi per il 2022, visto che i noleggi nei primi sei mesi hanno registrano un aumento del 113% a Milano e dell’83% a Roma.
È questa la fotografia che ci presenta il “Rapporto sulla sharing mobility”, presentato oggi a Roma nel corso della Sesta Conferenza Nnazionale della Sharing Mobility, “Lesscar: drive the revolution” il tema di quest’anno, organizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility.
Nel confronto con l’Europa le nostre città occupano posizioni di tutto rilievo, secondo quanto rilevato dall’Europeansharedmobility index, con Milano prima città europea per veicoli in condivisione per abitante; Roma al quarto posto e Milano al quinto per numero assoluto di veicoli su strada, subito dopo Parigi, Berlino e Amburgo; ancora Milano terza per l’uso di bici, dopo Parigi e Barcellona, mentre Roma è prima per la crescita dei noleggi in scooter sharing tra il 2021 e il 2022.
“Le nostre città – ha commentato il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi – hanno bisogno della sharing mobility per ridurre il numero di auto private e quindi diminuire la congestione e l’inquinamento. L’obiettivo è quello di fare crescere la quota modale del trasporto pubblico e condiviso in tutte le città italiane nei prossimi cinque anni. Un passo decisamente positivo è rappresentato dal recente decreto del Ministero della Mobilità Sostenibile il quale ha previsto che il Fondo nazionale per il trasporto pubblico possa essere impiegato dalle Regioni per i servizi di sharing mobility”.
Più in dettaglio, il carsharing registra una flessione nei noleggi di breve durata, mentre cresce su quelli di durata medio-lunga, puntando a diventare il mezzo alternativo all’auto di proprietà. Il 32% è elettrico o ibrido, con un aumento dell’elettrico del 20% rispetto al 2020. Diminuisce nel 2021 l’offerta delle bici in condivisione, anche se all’inizio di quest’anno si è avuto un cambio di tendenza con un +56% per il bikesharing free-floating con oltre 4 milioni e mezzo di noleggi e +22% con 3 milioni e mezzo di noleggi per quello station-based. Un trend particolarmente visibile a Roma e Milano dove i noleggi sono aumentati del 90 e del 157% da gennaio a giugno 2022. In forte espansione anche l’uso degli scooter in condivisione con un’offerta di circa 9 mila mezzi. Nuove città si sono aggiunte, ma soprattutto la quasi totalità della flotta è completamente elettrificata.
Ma sono i monopattini ad aver avuto una diffusione esagerata, come ben sanno tutti coloro che vivono nelle città, facendo registrare la metà dei noleggi totali fatti in Italia (quasi 18 milioni). Vero è che questo fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti per l’uso troppo spesso sconsiderato e selvaggio degli utenti e anche per il numero di incidenti che hanno superato ormai quelli con gli scooter (2,07 incidenti ogni 100 mila chilometri, contro 1,72 dei ciclomotori). Tanto che il governo nel novembre 2021 è intervenuto con una serie di modifiche al Codice della Strada proprio per mettere ordine in un settore sempre più in espansione: riduzione della velocità da 25 a 20 chilometri orari (6 nelle aree pedonali); divieto di sosta sui marciapiedi; aree di parcheggio da individuare da parte dei comuni; divieto di viaggiare sui marciapiedi o contromano e, dopo il tramonto, obbligo di indossare giubbotti catarifrangenti; proibizione del trasporto di altri passeggeri, animali e oggetti e casco obbligatorio per i minorenni , per gli altri solo facoltativo. Le regole ci sono. Quello che manca, al solito, sono i controlli e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Tutti i giorni.
Lo stesso ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini ha ricordato gli interventi normativi in questo settore: “Per accompagnare il cambiamento di abitudini, il Governo nell’ultimo anno ha regolamentato l’uso dei monopattini, la modalità di sharing che sta guidando la crescita del settore, con interventi finalizzati ad aumentare la sicurezza, ad adeguare gli strumenti di segnalazione luminosa, ad assicurare il decoro urbano con precise norme sui parcheggi. Abbiamo anche definito il Piano generale della mobilità ciclistica per consentire una programmazione a medio-lungo termine delle infrastrutture e promuovendo l’uso della bicicletta. Con il Pnrr sono stati previsti investimenti pari a 600 milioni di euro per la realizzazione di piste ciclabili urbane e extraurbane”.
Per la prima volta i capoluoghi di provincia con almeno un servizio superano quelli senza alcun servizio di noleggio condiviso, 62 contro 46. Nella classifica delle migliori 10 città della sharing mobility, lo abbiamo detto, Milano e Roma si confermano ai vertici per flotte disponibili, noleggi e chilometri percorsi. A seguire troviamo Torino, Firenze, Palermo, Napoli, Verone, Bologna, Rimini e Bari.
La collaborazione tra l’Osservatorio e Rfi, la Rete Ferroviaria Italiana, consentirà di migliorare l’efficienza dei servizi di mobilità condivisa per utenti ferroviari e cittadini. “Già oggi – ha detto Sara Venturoni, direttore Stazioni Rfi – 291 stazioni, in 132 Comuni rientrano nelle aree operative dei vari servizi di sharing (car, scooter, bike, monopattini). Si tratta di un numero che può essere incrementato nel breve periodo per favorire lo shift modale e potenziare il ruolo della stazione come nodo nevralgico di presa e rilascia dei mezzi condivisi”
Dall’analisi economica di questo comparto emergono principalmente due elementi. Il primo è la crescita del fatturato complessivo arrivato nel 2021 a 130 milioni di euro. Il secondo è la comparazione dei costi della mobilità condivisa rispetto a quella privata, a favore della prima con un risparmio annuo fino a 3.800 euro. Vi sono poi le ricadute ambientali che giocano che giocano a favore della sharing mobility che è per il 94% a emissioni zero.