I mercati finanziari e l’Ue possono influire sulla durata di un governo più rapidamente di quanto si possa pensare. La lettura del “Brititaly” è stata a senso unico mentre era a doppio senso. Ovvero un governo può durare 44 giorni se la politica economica è sbagliata, o considerata tale, come nel caso inglese
La lettura del “Brititaly” è stata a senso unico mentre era a doppio senso. Ovvero un governo può durare 44 giorni se la politica economica è sbagliata, o considerata tale, come nel caso inglese. Nel senso che i mercati finanziari e l’Ue possono influire sulla durata di un governo più rapidamente di quanto si possa pensare, anche per il semplice fatto, non poi tanto semplice, che emergenze oggettive (come la crisi energetica post pandemia) e strutturali (come il consueto rifinanziamento del nostro debito pubblico) incidono in maniera più che significativa.
Crisi 2011
Una considerazione che è fresca nella memoria collettiva italiana: correva l’anno 2011 e il governo Berlusconi venne investito dalla nota tempesta finanziaria che condusse alle sue dimissioni e alla nascita dell’esecutivo guidato da Mario Monti in una cornice internazionale altamente complessa. Il 5 agosto la Bce aveva inviato al governo la famosa lettera relativa al decreto di ferragosto; la Grecia era sul punto di fare default; la crisi dell’euro si manifestava in tutta la sua interezza (e in quelle stesse ore l’allora presidente americano Barack Obama disse: “I cambiamenti nei governi greco e italiano sono positivi. I nuovi governi in Italia e in Grecia attueranno le riforme necessarie”).
Covid e guerra
Oggi il quadro generale è, se possibile, sensibilmente peggiore. Per restare ai conti italiani va osservato che il nostro paese, che dopo il lockdown aveva registrato un calo di Pil dell’8,8%, oggi deve affrontare le nuove sfide legate al caro bollette e alla recessione, con l’impossibilità per qualsiasi governo anche solo di immaginare uno scostamento di bilancio.
Stando ai dati 2022 del “World development report: Finance for an equitable recovery” pubblicato dalla Banca mondiale, la crisi post covid è stata aggravata da una mutazione sostanziale nei comportamenti da parte dei consumatori che hanno cambiato de facto le regole di mercato.
Inoltre passando al dossier energetico, l’Italia resta uno dei Paesi membri con maggiore dipendenza dal gas, ma se fino a ieri era la Russia il nostro maggiore fornitore con il 40%, grazie agli ultimi accordi del Governo Draghi si è scesi al 23%. La speculazione ha fatto il resto, quanto alla lievitazione dei costi energetici: va sottolineato che se alcune imprese italiane chiuderanno, per via del caro bollette, ciò influirà negativamente sul Pil che calerà, ma al contempo facendo tragicamente salire il rapporto debito/Pil.
Scenari
Per cui, proprio ricordando ciò che accadde al governo di centrodestra undici anni fa e avendo come bussola l’assunto che lo scenario internazionale è sempre più centrale, vale la pena rammentare che, paradossalmente, oggi il processo potrebbe essere anche più rapido e più violento rispetto ad allora visto che nel frattempo è cambiato moltissimo in termini economici globali. Uk come Italia, ma Italia come Uk?