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Ue e Nato, l’impegno contro il terrorismo e l’ascesa dei regimi. Parla Bonfrisco

“Le relazioni tra Nato e Ue non sono mai state così solide come ora, grazie alla condivisione degli stessi obiettivi strategici”. Conversazione con Cinzia Bonfrisco, europarlamentare del gruppo Lega-ID

Dal punto di osservazione del Parlamento europeo, il conflitto in Ucraina sembra se possibile ancora più vicino. Le tensioni internazionali hanno un’eco immediata nell’emiciclo di Bruxelles, forse perché la stessa Unione europea sente più forte la minaccia dei regimi autoritari che premono alle sue frontiere. Con Anna Cinzia Bonfrisco, europarlamentare del gruppo Lega-ID, partiamo proprio da questo punto.

“Credo che l’indiscriminato attacco della Russia all’Ucraina abbia reso concrete le minacce alla sicurezza dell’intero mondo, rendendo necessario un intervento”, spiega Bonfrisco. “L’invio di armi e finanziamenti al popolo ucraino mostra la nostra vicinanza all’Ucraina e la ferma condanna dell’azione da parte della Russia. Ma si pone anche con urgenza la questione del ripensamento della difesa europea. L’Ue deve assumersi sempre più responsabilità per la propria sicurezza al fine di svolgere un ruolo da global player e da security provider rispetto a scenari di crisi come il conflitto in Ucraina, ma anche nel Mediterraneo orientale, la Libia, il Mali e la Bielorussia”.

C’è un tema di fondo, che la crisi ucraina ha portato in superficie e che ora è ritenuto centrale da tutti gli osservatori: il rapporto fra Europa e Alleanza Atlantica…

Le relazioni tra Nato e Ue non sono mai state così solide come ora, grazie alla condivisione degli stessi obiettivi strategici. Limitare la diffusione dell’autoritarismo e l’instabilità che può derivare dalle azioni della Federazione Russa e degli altri regimi autoritari sono oggi il cardine del partenariato tra l’area europea e quella atlantica.

Come immagina che debba funzionare invece una moderna Difesa europea?

Le capacità militari di cui oggi disponiamo non corrispondono a quelle di cui abbiamo bisogno per affrontare queste minacce. La difesa europea va ridisegnata implementando una visione comune tra gli approcci strategici degli Stati membri, superando le logiche nazionaliste fondate sul concetto di autonomia strategica in favore di una visione più globale. È quindi necessario rafforzare il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP) e il piano d’azione sulle sinergie tra l’industria civile, della difesa e dello spazio e prevedere un organismo comunitario che possa sovraintendere efficacemente e senza limiti alle attività di approvvigionamento. La difesa collettiva è e rimarrà sempre di competenza della NATO ma una difesa europea più forte e più capace è essenziale sull’asse internazionale.

La minaccia dei sistemi autoritari è nel cuore dell’Europa, ma è fonte di instabilità e di relazioni internazionali complicate anche in Medio Oriente e in Asia. Le proteste in Iran sono l’annuncio di un nuovo, possibile fronte di crisi?

A seguito della morte di Masha Amini, uccisa perché secondo la polizia morale aveva indossato male il velo, in tutta la Repubblica Islamica dell’Iran sono dilagate le proteste. Come esponente del Parlamento Europeo chiedo un’azione netta e concreta contro il Regime. Il Consiglio Affari Esteri dell’Europa ha appena varato un pacchetto di sanzioni contro l’Iran per violazione dei diritti umani. Una misura concreta ma che non può che essere solo l’inizio. Ma oltre, infatti, alle restrizioni proposte dall’Unione europea chiedo che l’Alto Rappresentante e Vicepresidente Josep Borrell e l’Ambasciatore Olof Skoog, Capo della delegazione dell’Unione europea alle Nazioni Unite, si attivino affinché l’Iran venga rimosso dalla Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne. Questa iniziativa, sull’esempio di quanto già chiesto negli Stati Uniti dalla Deputata Lisa McClain, sarebbe un importante messaggio di denuncia della comunità internazionale nei confronti delle atrocità commesse dal Regime.

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