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Armi all’Ucraina, l’Italia conferma il suo impegno secondo Camporini

Durante il governo Draghi i dettagli dei sistemi d’arma inviati all’Ucraina erano rimasti riservati, mentre l’altro giorno sono trapelati e sono stati pubblicati da Repubblica. “Questo cambio di strategia comunicativa potrebbe essere la risposta del nuovo governo a chi insinua che l’Italia non faccia abbastanza per Kiev”. Le riflessioni del generale Camporini, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa

Che cosa è successo sul tema della fornitura di materiale militare dall’Italia all’Ucraina? Finora i dettagli di questa attività erano rimasti riservati. Tutti i decreti del governo Draghi approvati dal Copasir erano “coperti”, mentre qualche giorno fa Repubblica ha potuto pubblicare, arma per arma, munizione per munizione, ogni componente inviata a sostegno della difesa di Kiev. Premesso che chi ha una notizia fa bene a pubblicarla, cosa è cambiato con il nuovo governo? Vuol dire qualcosa l’aver fatto trapelare queste informazioni? Di sicuro ha permesso all’ambasciatore russo Razov di insinuare sulla presenza di militari italiani in Ucraina. C’è un cambio di strategia comunicativa a Palazzo Chigi?

Ucraina e Chigi

Secondo il Generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa, attualmente responsabile Difesa di Azione, ogni esecutivo ha il suo stile, “da questo punto di vista non dobbiamo stupirci ora se questo che è accaduto è indicativo di un cambio di policy, credo che sia un po’ presto dirlo. Diciamo che c’è un segnale, ma questo segnale dovrà essere confermato da ulteriori politiche comunicative da parte del governo che per adesso non abbiamo ancora sperimentato in pieno”.

Sui giornali sono usciti i dettagli delle forniture. Questa attività era segreta, tale dovrebbe dovrebbe restare? “No, direi che questa attività di per sé non è segreta. Tant’è che tutti gli altri Paesi che hanno fornito sistemi d’arma all’Ucraina hanno, chi più chi meno, dichiarato cosa avevano fornito. Ci sono diverse gradazioni di riservatezza e nel caso italiano non era stato apposto il segreto. Ora queste notizie sono trapelate. Vedremo se questa tendenza sarà confermata nei prossimi giorni”.

Segnali esterni

Che segnale è questo per gli ucraini, ma anche per gli alleati? Secondo il Generale Camporini “c’erano state un po’ di velate critiche al fatto che, da parte italiana, non venissero dati sufficienti aiuti, quindi questo può essere un segnale per dire: guardate, non non fate illazioni su cambi di politica perché, al contrario, noi a questo punto siamo pure disposti a dare qualche informazione in più. Inoltre può essere un segnale importante per la Nato e per l’Unione europea, soprattutto in un momento in cui ogni tanto si avverte qualche tentennamento da parte di qualcuno, in seno all’Unione”.

Ma è un segnale anche da un punto di vista dell’immagine dell’Italia. “Noi – aggiunge – siamo uno dei Paesi che forniscono la maggior parte delle risorse per la difesa aerea comune. Abbiamo i nostri velivoli in Polonia, abbiamo attività in Romania: quindi che qualcuno faccia delle indagini e delle illazioni di dietrologia su una parola o una frase mi lascia indifferente. I fatti parlano e i fatti mi sembra che siano incontrovertibili”.

Verso Kiev

Alla vigilia della prossima visita a Kiev del Presidente del Consiglio quali sono gli elementi importanti che dovranno essere discussi, quali i rischi e quali le possibili novità? “Nelle ultime due settimane sicuramente è stato in primo piano il tema della difesa dello spazio aereo ucraino dalle incursioni di droni che non sono particolarmente difficili da intercettare – specifica – . Ma quando sono tanti qualcuno scappa, con i guai che ne conseguono: per cui sono stati chiesti da parte di Kiev sistemi per rafforzare la difesa aerea. Oggi leggevo di un’ipotesi di batterie Spada e Samp/T. Diciamo che si tratta di sistemi d’arma efficaci, anche se lo Spada è un po vecchio, tant’è che deve essere sicuramente sostituito nell’ambito del nostro schieramento difensivo, ma rimane comunque un sistema che ha la sua efficacia. Quindi direi che questa è la novità degli ultimi giorni: ovvero l’ipotesi che l’Italia contribuisca a rafforzare il sistema della difesa aerea ucraina”.

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