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Balcani e Mediterraneo. Il dopo Bali di Giorgia Meloni

Italia broker nelle due macro aree, a patto di costruirsi un ruolo attivo: il premier da Bali traccia la rotta euroatlantica e da Roma Tajani annuncia un attivismo che potrebbe portare nuovi frutti

Cina minaccia sistemica, affari sì ma mai più vie della Seta, postura euroatlantica solida. Il dopo Bali di Giorgia Meloni si mescola alla fase due dell’azione immaginata dal governo: ovvero dare fiato alla possibilità che l’Italia si proponga come “broker” regionale nei Balcani e nel Mediterraneo. Lo dimostra una volta di più il tenore del commento sul caso Polonia (“La responsabilità dell’aggressione è della Russia, anche se si trattasse di un missile della contraerea ucraina”) e l’azione a supporto di Antonio Tajani.

Il dopo Bali

Molto è stato fatto sull’asse Washington-Roma per rasserenare gli alleati a stelle e strisce che non ci saranno tentazioni e strappi da parte di alleati interni, come si è percepito dalle parole di Biden che hanno di fatto consegnato la responsabilità al premier. Ma si è avuta l’impressione di un giro di orizzonti produttivo: “Eccellente incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, ha scritto in italiano su Twitter il premier indiano Narendra Modi dopo il bilaterale, per poi incontrare anche il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, e Charles Michel. Ecco che si apre adesso la delicata fase del dopo-Bali, con l’azione vera e propria nei due quadranti dove Roma ha l’obbligo morale di essere protagonista.

Mediterraneo

Sulle tensioni nel Mediterraneo spicca la presa di posizione del ministro egli esteri, Antonio Tajani, che ha ricevuto oggi il parigrado greco Nikos Dendias alla Farnesina: “La stabilità del Mediterraneo è fondamentale e stabilità significa anche ridurre i contenziosi nell’area del Mediterraneo. Iniziative unilaterali o minacce non servono a creare stabilità nel Mediterraneo. Come è noto, la posizione dell’Italia e dell’Unione europea è che la sovranità della Grecia sulle isole del Mare Egeo non può essere assolutamente messa in discussione, e ricordiamo che tutti i problemi devono essere risolti con il dialogo e non con le minacce unilaterali”.

Ma oltre a difendere Atene dalle intemperanze di Ankara Tajani ha lanciato anche un salvagente diplomatico nella direzione del quadrante euromediterraneo quando ha proposto una presenza più forte dell’Unione europea per la sicurezza mediterranea, “ecco perché abbiamo sempre insistito sulla necessità di una politica estera europea e una politica difesa europea”. Stabilità del Mediterraneo significa lavorare ancora di più con i Paesi del nord dell’Africa, ha precisato, trovare soluzioni per sconfiggere terrorismo e garantire stabilità al Sahel, lavorare per garantire stabilità anche al Medio Oriente e i Balcani.

Balcani

Dal Mediterraneo ai Balcani il passo è breve, visto che l’intera area della ex Jugoslavia è il punto di caduta naturale per le policies italiane: “I Balcani sono molto importanti per noi. Per questo sarò con Crosetto in Kosovo e Serbia la prossima settimana, per favorire la stabilità. I Balcani sono Europa e ci sono Paesi candidati a membri Ue e altri che possono esserlo. Tutta l’area deve veder calare la tensioni, e noi italiani, insieme alla Grecia e altri Paesi dell’Ue possiamo avere questa funzione di stabilità. Teniamo poi conto che i Balcani sono vicini a zona più calda di questo momento, che è la frontiera tra l’Europa e la Federazione russa e l’Ucraina”.

Non va inoltre dimenticato che a sud di quell’area transita il gasdotto Tap, i cui flussi di gas verso l’Italia dovrebbero essere raddoppiati e che dal tacco d’Italia potrebbe partire un gasdotto adriatico per rifornire l’Italia di acqua dall’Albania.



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