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Vi spiego il viaggio in Turchia del capo della Cia. Parla Skaluba (Atlantic Council)

Secondo l’ex alto funzionario del Pentagono l’incontro tra Burns, ex ambasciatore a Mosca, e l’omologo russo è “parte di una strategia coordinata” degli Stati Uniti per “definire le conseguenze di un eventuale superamento delle linee rosse, come l’uso del nucleare”

L’incontro di William Burns, direttore della Cia, con Serghei Naryshkin, a capo dell’Svr, “fa parte di una strategia coordinata” degli Stati Uniti “per valutare le intenzioni russe e definire le conseguenze di un eventuale superamento delle linee rosse, come l’uso del nucleare”. A spiegarlo a Formiche.net è Christopher Skaluba, già alto funzionario del Pentagono, oggi direttore della Transatlantic Security Initiative presso lo Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council. “Ci sono state una serie di notizie relative all’impegno dei funzionari statunitensi nel mantenere un dialogo aperto con le controparti russe, tra cui le recenti conversazioni di Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale e Lloyd Austin, segretario alla Difesa”, aggiunge.

Burns è un diplomatico di lungo corso. David Ignatius sul Washington Post l’ha definito “il migliore diplomatico della sua generazione”. È stato ambasciatore in Russia dal 2005 al 2008. Aspetti che Skaluba definisce “importanti”. La sua esperienza, dice “gli conferisce credibilità al Cremlino, cosicché il messaggio potrebbe avere una risonanza più forte. E la sua analisi di ciò che ha sentito dalle controparti russe ha probabilmente un valore aggiunto unico nella discussione politica degli Stati Uniti”.

Ad Ankara Burns “ha consegnato un messaggio sulle conseguenze dell’uso di armi atomiche da parte della Russia e sui rischi di un’escalation nella stabilità strategica”, ha spiegato un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. “Siamo stati molto aperti sul fatto che abbiamo canali per comunicare con la Russia sulla gestione del rischio, in particolare del rischio nucleare e dei rischi per la stabilità strategica”. L’incontro in Turchia con l’uomo che il presidente russo Vladimir Putin ha sbeffeggiato in diretta televisiva pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina non era in nessun modo volto a negoziare o a discutere qualsiasi soluzione del conflitto in Ucraina, ha aggiunto la Casa Bianca.

“È dall’inizio di questa invasione illegale e non provocata che il Cremlino può scegliere di porre fine alle ostilità in qualsiasi momento”, commenta Skaluba. “Ciò significa che la responsabilità di un cessate il fuoco è principalmente della Russia e non di ciò che gli Stati Uniti possono o non possono offrire. Tuttavia, la politica statunitense si basa giustamente sul principio di lasciare che sia l’Ucraina a determinare quando e se i negoziati per un cessate il fuoco debbano avere luogo, e Kyiv, in una posizione di forza dopo i recenti successi sul campo di battaglia, non ha ancora visto la volontà del Cremlino di negoziare in termini soddisfacenti”.

“L’inverno sta arrivando”, per citare il titolo di un profetico libro (Fandango Libri) in cui Garry Kasparov, scacchista e uno dei più fermi oppositore del regime di Putin, già a fine 2015 spiegava che il leader era un problema russo ma sarebbe presto diventata un problema regionale e subito dopo un problema mondiale. L’inverno sta arrivando ora sul campo di battaglia. E tutti dovrebbero temerlo, spiega Skaluba. “Le condizioni climatiche invernali aggraveranno le ingiustificate sofferenze del popolo ucraino imposte dall’invasione russa. I problemi di approvvigionamento stanno spingendo il razionamento dell’energia e l’inflazione in gran parte dell’Europa. Con il passare del tempo, le sanzioni paralizzeranno ulteriormente l’economia russa, mentre i suoi principali acquirenti di energia si adopereranno per abbandonare definitivamente il mercato energetico russo, anche se ci vorrà un po’ di tempo prima che si manifestino tutti gli effetti di tale disaccoppiamento. Questa guerra illegale sta portando tragicamente scompiglio in tutte le parti coinvolte e i mesi invernali probabilmente intensificheranno le sofferenze”, aggiunge l’esperto.

La gestione del rischio è stata messa a dura prova la scorsa settimana, nelle prime ore dopo la caduta di alcuni missili in Polonia. “Sono colpito dal modo serio e consapevole con cui il governo polacco e i suoi alleati della Nato hanno gestito una situazione difficile e in rapida evoluzione, che ha portato alla tragica morte di cittadini polacchi sul territorio Nato”, dice Skaluba. “Non c’è stata una reazione eccessiva, ma una determinazione lucida a capire esattamente cosa è successo prima di una qualsiasi risposta. Sebbene queste vittime siano senza dubbio il risultato degli attacchi russi contro l’Ucraina, i fatti indicano un incidente che non richiederà una risposta diretta che potrebbe provocare un’escalation”, conclude.

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