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Conai abbassa il contributo ambientale per 5 consorzi. Chi ci guadagna

Sono cinque i consorzi del Sistema Conai (Ricrea, Rilegno, Corepla, Biorepack e Coreve) che hanno deciso la riduzione del contributo che le aziende pagano per i costi della raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, legno, plastica, plastica biodegradabile, vetro

A partire dal primo gennaio del prossimo anno, il Contributo Ambientale Conai (Cac) a carico di produttori e utilizzatori di imballaggi si abbassa ancora. Sono cinque i consorzi del Sistema Conai (Ricrea, Rilegno, Corepla, Biorepack e Coreve) che hanno deciso la riduzione del contributo che le aziende pagano per i costi della raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, legno, plastica, plastica biodegradabile, vetro. Il risparmio stimato è di circa 170 milioni di euro nel 2023. In un momento di crisi come quello che le aziende stanno attraversando per gli aumenti legati all’inflazione, agli alti costi dell’energia e alle difficoltà per l’approvvigionamento delle materie prime, anche piccoli risparmi (che poi tanto piccoli non sono) possono fare la differenza.

“Il contesto economico vede ovunque aumenti generalizzati – ha sottolineato il presidente del Conai Luca Ruini – e i costi di produzione continuano a crescere per tutte le aziende del Paese. Pur in una congiuntura di mercato così delicata, un Consorzio di natura privata che persegue obiettivi pubblici riesce a ridurre i contributi ambientali per cinque materiali di imballaggio su sette”. Il ruolo del Conai d’altronde, è quello di essere sussidiario al mercato: interviene, cioè, quando il mercato “non ha interesse o non riesce ad intervenire nell’avviare i rifiuti di imballaggio a riciclo”, perché non è conveniente dal punto di vista economico. “Così quando il mercato lo consente – conclude Ruini – Conai fa la sua parte insieme ai Consorzi di filiera per andare incontro alle aziende: è quello che stiamo facendo con le riduzioni dei cinque contributi”.

Vediamo, allora, cosa significano queste riduzioni per i singoli consorzi e per le aziende associate.

Ricrea è il consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi in acciaio. Nel 2020 ne ha avviato a riciclo 390 mila tonnellate, il 78% di quelle immesse al consumo. Vale a dire che su cento scatolette, barattoli, bombolette, secchielli in acciaio prodotti e utilizzati in Italia, quasi ottanta sono stati riciclati, superando il target previsto dalla direttiva europea del 70% al 2025 e avvicinandosi all’80% del 2030.

Per le oltre 300 aziende consorziate, tra produttori e riciclatori, il contributo ambientale si abbassa da 8 a 5 euro a tonnellata, con un risparmio previsto di circa un milione 600 mila euro. “Oltre all’indubbia valenza economica dell’operazione di riduzione contributiva – ha dichiarato a Formiche.net Domenico Rinaldini, presidente di Ricrea – riteniamo che vada sottolineata la capacità dei consorzi di filiera di adeguarsi rapidamente alle congiunture del mercato con una reattività tale da permettere la revisione contributiva in tempo quasi reale, con evidenti benefici per i  propri consorziati per una maggiore competitività e un sollievo dalle difficoltà legate all’incremento dei costi dell’energia”.

Anche la positiva situazione patrimoniale di Rilegno il consorzio del sistema Conai che si occupa del recupero e del riciclo degli imballaggi di legno (pallet, cassette, casse, gabbie), ha permesso di ridurre il contributo ambientale per le circa 2 mila aziende consorziate da 9 a 8 euro per tonnellata con un risparmio stimato di 2 milioni 700 mila euro. Su quasi 3 milioni e mezzo di tonnellate di imballaggi di legno immessi sul mercato nel 2021, il Consorzio ne ha recuperate 2 milioni circa, il 65%, doppiando l’obiettivo europeo del 30% previsto per il 2030.

“L’abbassamento del contributo ambientale è sempre un fatto positivo per le aziende – ci ha detto il presidente di Rilegno Nicola Semeraro – Ridurre il contributo in un momento in cui le materie prime subiscono oscillazioni incontrollabili evidenzia la buona gestione del Consorzio che ha concretizzato un meccanismo virtuoso tra mondo del recupero e mondo del riciclo”.

Analoga situazione per Coreve, il consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in vetro, che, grazie alle riserve patrimoniali e alla forte richiesta di rottame di vetro, i cui valori di mercato rimangono molto alti, ha potuto rimodulare al ribasso il contributo ambientale per le 109 aziende associate da 29 a 23 euro a tonnellata con un risparmio di oltre 16 milioni di euro l’anno. Gli ultimi dati del Consorzio parlano di oltre 2 milioni di rifiuti di imballaggio riciclati, con un tasso del 76,6%, superiore all’obiettivo fissato dalla direttiva europea del 75% al 2030. Questi risultati hanno comportato un risparmio di 412 milioni di metri cubi di gas naturale e un risparmio di quasi 4 milioni di tonnellate di materie prime, consentendo una riduzione di emissioni in atmosfera di circa 2,4 milioni di tonnellate di CO2.

“È la terza riduzione del contributo ambientale per le aziende del settore dal dicembre 2021 che porta ad un risparmio di circa 55 milioni di euro – ha dichiarato al nostro giornale Gianni Scotti presidente Coreve –  Il positivo trend dei prezzi delle materie prime seconde è la conseguenza del buon flusso alla esportazione delle bevande e cibi made in Italy che mantengono elevata la domanda di materie seconde da parte delle vetrerie impegnate a fornire bottiglie e vasi che accompagnano la produzione di vino, olio, birre, pomodori e le altre eccellenze del cibo italiano”.

Anche per l’ultimo arrivato in casa Conai, il consorzio per il riciclo degli imballaggi in plastica biodegradabile (Biorepack), nato appena due anni fa, 217 imprese consorziate, si è potuto intervenire sulla riduzione del contributo ambientale da 294 a 170 euro a tonnellata con un risparmio previsto di circa 9 milioni 400 mila euro. Nonostante la giovane età, i numeri del consorzio, al 2021, parlano di 38 mila 500 tonnellate di imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile riciclate organicamente, pari al 60% dell’immesso al consumo (74 mila tonnellate), già superiore all’obiettivo di legge del 50% al 2025 e vicino al 55% fissato al 2030.

“Il nuovo contributo ridotto compensato dalle riserve economiche – ci ha spiegato Marco Versari presidente di Biorepack –  potrà garantire la gestione consortile, in particolare gli impegni assunti nei confronti dei Comuni italiani sul fronte della raccolta e riciclo organico. Veniamo così incontro alle imprese consorziate che devono affrontare un momento difficile derivante dalla congiuntura internazionale e un aumento dei costi di produzione che si fa sentire anche nell’innovativo comparto delle bioplastiche”.

Particolarmente impegnativa e complicata la classificazione del contributo (meglio dire dei contributi) per gli imballaggi in plastica gestiti da Corepla, il consorzio, appunto, che si occupa del riciclo e del recupero degli imballaggi in plastica. Sono stati suddivisi, gli imballaggi, in nove fasce contributive, in base alle caratteristiche tecniche, all’effettivo riciclo su scala industriale e ai costi per la gestione dei diversi flussi. Per la classificazione contributiva sono stati individuati alcuni criteri legati all’impatto ambientale delle fasi di fine vita del bene secondo il principio “chi inquina paga”; ossia la selezionabilità, la riciclabilità e il circuito di destinazione (domestico o commerciale e industriale). In ultima analisi per le 2500 imprese che fanno parte del consorzio il risparmio complessivo ammonterà a 140 milione di euro.

“Grazie a queste ulteriori riduzioni e diversificazioni contributive – ha dichiarato al nostro giornale Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla – nel 2023 si stima che le nostre aziende avranno risparmi pari a 140 milioni di euro che, sommati ai precedenti 70 milioni derivanti dalle riduzioni deliberate il 1° luglio 2022, porteranno a un risparmio complessivo di 210 milioni. Un risultato importante, frutto anche del costante confronto con le principali associazioni di produttori e utilizzatori”.

Ad affiancare questi numeri ve ne sono altri generati dal Sistema nel corso del 2021: 1 miliardo 525 milioni di euro di benefici ambientali; 4,7 milioni di tonnellate di CO2 non emesse  in atmosfera; 5 milioni di tonnellate di materie prime risparmiate; 8 discariche di medie dimensioni evitate. Li si ricava dall’ultimo Rapporto di Sostenibilità presentato nei scorsi giorni a Ecomondo. “Stiamo parlando – ha concluso il presidente Ruini – di benefici ambientali sempre più importanti per il nostro Paese, soprattutto in un momento di crisi energetica come quello che stiamo attraversando. Il riciclo permette di risparmiare non solo materia, ma anche energia primaria e CO2”.


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