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Guerra e pace. La versione tosta di Crosetto alla vigilia della manifestazione

Il ministro della Difesa è netto: viva i cortei ma il governo continuerà ad aiutare Kiev davanti all’invasione russa. E a Conte dice…

Non lascia spazio a dubbi il titolo dell’intervista rilasciata da Guido Crosetto, ministro della Difesa, ad Avvenire alla viglia della manifestazione nazionale per la pace che si terrà a Roma e all’indomani del colloquio con l’omologo ucraino Oleksij Reznikov: “Crosetto: ammiro i pacifisti ma daremo ancora armi”.

Crosetto cita San Giovanni Paolo II per parlare della guerra in Ucraina. “Quando le popolazioni civili rischiano di soccombere sotto i colpi di un ingiusto aggressore e a nulla sono valsi gli sforzi della politica e gli strumenti di difesa non violenta, è legittimo e persino doveroso impegnarsi con iniziative concrete per disarmare l’aggressore”. Ci sarà il sesto pacchetto di aiuti militari? “Potrei cavarmela prendendo tempo. Dicendole che decideremo insieme agli alleati in futuro. Ma in una fase così complessa come quella che stiamo vivendo, la sola cosa che non possiamo fare è perdere il contatto con i nostri alleati internazionali, la Ue e l’Alleanza atlantica. E dunque c’è un solo modo di muoversi e di decidere”. È un si al sesto decreto?, gli chiede l’intervistatore. “Ce ne sono stati cinque e non mi pare siano cambiate le condizioni che, uno dopo l’altro, li hanno determinati. Quindi se devo fare una previsione sincera dico che, se non cambiarà la situazione in Ucraina, ci sarà. E sarà giusto e dovuto, come lo sono stati gli altri”.

Crosetto riprende le parole di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, pronunciate alle Camere in occasione della fiducia per rispondere a una domanda sulla “contraddizione” presunta di parlare di pace e prepararsi a dire sì a un ulteriore aumento delle spese militari (entro il 2028 passeranno da 68 milioni a 104 ogni giorno). “La pace non è mai gratis”. Poi spiega: “È un’illusione pensarlo. Come aiutiamo l’Ucraina a difendersi? Organizziamo una catena umana di milioni di cittadini europei che circondi Kiev? L’altro giorno rileggevo il codice di ordinamento militare. Il punto uno è la difesa dello Stato. Il punto due è lavorare per la pace e la sicurezza”.

L’avviso di Crosetto a chi tentasse di strumentalizzare la manifestazione è netto: “Sventolate le vostre bandiere. Urlate forte le vostre idee. È sempre giusto e sempre bello difendere quello in cui si crede. Ma occorre sappiate che esiste un mondo che anche se non sarà in piazza insieme a voi e che vi sembra lontano anni luce da voi, quello della Difesa, vuole la pace proprio come la volete voi”. Immancabile, dunque, l’affondo a quei leader politici tentati di usare la pace ribaltando aggressore e aggredito, negando al secondo gli strumenti per difendersi dal primo. A partire da Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. “In questa piazza hanno promesso di non portare le bandiere dei partiti. Ci sarà però l’intollerabile mancanza di limpidezza di troppi uomini politici. Uomini che hanno votato con consapevolezza e responsabilità in Parlamento cinque decreti per cinque spedizioni di armi all’Ucraina. E che ora gridano ‘basta armi’. Ecco, questo è drammaticamente triste. Perché nella stessa piazza c’è un pezzo di società civile che la bandiera della pace l’ha sempre sventolata”, ha aggiunto. “E c’è chi, come Conte, ha votato quei cinque decreti e ora dice no a ‘scellerate corse al riarmo’. Questa squallida propaganda politica su un tema così decisivo mi provoca solo tanta rabbia e tanta tristezza”.

Ieri i ministri degli Esteri di Italia e Ucraina, Antonio Tajani e Dymytro Kuleba, hanno parlato dei prossimi aiuti militari a Kiev. “Nella nostra telefonata, io e il mio interlocutore ci siamo concentrati sui modi per accelerare la consegna dell’ultimo pacchetto di assistenza italiana alla sicurezza dell’Ucraina e abbiamo anche discusso del prossimo pacchetto di aiuti militari”, ha scritto su Twitter Kuleba, che ha aggiunto: “Ho sottolineato l’importanza di includervi i sistemi di difesa aerea”.

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