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Ecomondo ne fa 25 e si apre con gli Stati generali sulla Green economy

L’economia circolare continua ad avere ottime performance. Aumentano le immatricolazioni di auto elettriche e riprende la sharing mobility. Le criticità invece toccano il consumo di suolo e la gestione delle risorse idriche. Presentata la “Relazione sullo Stato della Green Economy” alla prima giornata a Rimini di Ecomondo, la manifestazione di Italian Exibition Group. Ecco tutti i numeri

In Italia la green economy ha raggiunto risultati importanti e il made in Italy punta sempre più alla qualità ecologica. Crescono fotovoltaico ed eolico, ma diminuisce la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia, così come scendono le rinnovabili nei consumi elettrici. L’economia circolare continua ad avere ottime performance. Aumentano le immatricolazioni di auto elettriche e riprende la sharing mobility. Accanto a questi invidiabili traguardi permangono però alcune criticità: non si arresta il consumo di suolo che nel 2021 ha toccato il massimo degli ultimi dieci anni. E non va meglio nella gestione delle risorse idriche.

Questa, in estrema sintesi, la fotografia dell’economia verde in Italia scattata dalla “Relazione sullo Stato della Green Economy” e presentata oggi a Rimini, nell’ambito di Ecomondo, la manifestazione di Italian Exibition Group, iniziata oggi e che andrà avanti fino a venerdì 11.

A fare gli onori di casa il presidente del gruppo Lorenzo Cagnoni, il quale si è detto orgoglioso di inaugurare per la venticinquesima volta una manifestazione “che è diventata la piattaforma di riferimento per l’economia circolare non solo per le aziende italiane. Su 130 mila metri quadrati di esposizione conta 1400 brand; il calendario dei convegni copre undici aree tematiche che si articolano in ben 160 eventi. Con questi numeri Ecomondo si candida a guidare la transizione ecologica per l’intero bacino del Mediterraneo e per l’Europa con quella carica dirompete con la quale abbiamo iniziato un quarto di secolo fa, sempre al servizio delle imprese e della loro espansione sul mercato”.

Il neo ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, in un messaggio inviato agli organizzatori, ha definito la manifestazione come “la più importante occasione di confronto, proposta, vetrina di tutto ciò che in Italia ruota attorno al futuro, perché il nostro futuro non potrà che essere verde, con un modello di sviluppo sostenibile e circolare”.

“La green economy è ormai un cambiamento in corso – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che ha presentato la relazione – L’Italia dispone di buone potenzialità di sviluppo: numerose imprese hanno intrapreso un percorso verso la transizione green non solo per necessità ma come opportunità di sviluppo anche sui mercati internazionali. L’aumento dei costi dell’energia, la scarsità delle materie prime possono fare da acceleratore in questa direzione”.

Nel 1921, con la ripresa economica, le emissioni di gas serra in Italia sono tornate a crescere del 7% circa, annullando la gran parte della diminuzione dell’anno prima dovuta alla pandemia: un aumento che è stato superiore rispetto alla media europea (6%). Sono soprattutto le città che dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nel percorso verso la neutralità climatica. Pochissime però hanno adottato misure per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa.

Il consumo di energia da fonti rinnovabili è cresciuto del 3%. Ma, dato l’aumento dei consumi di elettricità, la quota di fonti rinnovabili è scesa dal 42 al 36% e i dati del primo semestre del 2022 sono addirittura peggiori. L’aumento ha riguardato un po’ tutti i settori: i trasporti soprattutto, ma anche terziario, industria, agricoltura e abitazioni.

Si confermano le buone performance del nostro Paese nell’economia circolare. Il riciclo ha contribuito a contenere la domanda di materie prime e le difficoltà di approvvigionamento. La produzione di acciaio nel 2021 è cresciuta del 20% rispetto all’anno precedente, con il 78% proveniente dal riciclo del rottame ferroso. Gli imballaggi immessi al consumo sono saliti da 11 milioni di tonnellate al oltre 14 milioni e quelli avviati a riciclo sono aumentati di oltre il 10%.

Situazione più critica per quanto riguarda il nostro “capitale naturale”. Oltre la metà della flora e della fauna terrestri sono in uno stato di conservazione inadeguato e l’89% degli habitat tutelati sono in cattive condizioni. La tutela del territorio è fermo al 21,4% (media UE 26,4%) rispetto all’obiettivo europeo del 30% entro il 2030. Il consumo di suolo è stato il più alto degli ultimi dieci anni. E non va meglio per l’acqua. A causa delle ondate di calore e dei lunghi periodi di siccità dovuti alla crisi climatica, la tutela  delle risorse idriche è di primaria importanza. Eppure gli sprechi sono ancora insostenibili: dei circa 10 miliardi di metri cubi all’anno immessi negli acquedotti per usi potabili, 4 miliardi vanno dispersi durante il trasporto nelle reti.

Cambia il mercato dell’auto che in Italia vede un parco di 675 auto ogni mille abitanti. Nel 2021 sono state immatricolate quasi mezzo milione di auto in meno (-29% le diesel; -16% quelle a benzina), mentre crescono le immatricolazioni delle auto elettriche (136 mila, +127%) e ibride (423 mila, +91%), così come a ripreso a crescere la sharing mobility.

Secondo un’indagine realizzata da Ernst & Young e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile su un campione di mille imprese italiane, presentata sempre a Ecomondo, 8 imprenditori su 10 ritengono  la transizione ecologica un cambiamento necessario per affrontare crisi climatica e crisi economica. E tre aziende su quattro si dicono convinte che l’Italia dovrebbe essere tra i promotori di questa transizione, perché questa scelta collocherebbe il nostro Paese nel gruppo più avanzato delle economie mondiali.

Nonostante gli imprenditori si dichiarino preoccupati per gli alti costi dell’energia, per le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e per le crisi sociali ed economiche internazionali, l’83% di essi vede la transizione ecologica come un cambiamento necessario per affrontare la crisi climatica e delle risorse e per puntare ad un futuro migliore. Tant’è che più della metà degli intervistati ha già adottato misure per un uso più efficiente di energia e acqua e per ridurre e riciclare i propri rifiuti. L’ostacolo maggiore su questa strada rimane sempre la burocrazia, che allunga i tempi per le autorizzazioni e per l’accesso alle necessarie risorse.

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