Il bilaterale con la Francia rappresenta un passo avanti ma l’impressione è – soprattutto con Fitto da Boone – che ci sia la forte volontà di costruire una geometria europea ben articolata che ovviamente non può far a meno di Parigi e Berlino
La visita del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto a Parigi, per un primo incontro con la sua omologa Laurence Boone, rafforza il quadro post viaggio di Emmanuel Macron a Roma. Ovvero, dal momento che Berlino guarda troppo a Pechino e con Londra ancora in rodaggio, Parigi e Roma sono costrette a fare asse nel solco di quel terreno comune già arato che prende il nome di Trattato del Quirinale. Ma, ancor di più, emerge la strategia complessiva tarata sulla politica estera e, in modo particolare, su quella delle relazioni europee.
Vigilanza vs sintesi
Boone lo scorso 7 ottobre disse di voler lavorare con Roma “ma vigileremo su rispetto diritti e libertà”. Oggi, al di là di quello screzio, la stella polare è in questo assunto: l’Italia si muove e ragiona in un quadro internazionale. E le parole della ministra Boone uniscono i puntini, perché ricordano “il proseguimento della nostra cooperazione nell’ambito del trattato del Quirinale”. E osserva che “stiamo andando avanti insieme anche sui temi europei, ovvero la risposta alla crisi energetica e la possibilità di meccanismi comuni di solidarietà in risposta alle crisi”.
La traccia è segnata anche sul tema immigrazione: la sottosegretaria francese agli Affari europei ha “sottolineato la necessità di applicare le regole del diritto internazionale riguardanti le navi umanitarie tra cui la Ocean Viking”.È in questo quadro che si inserisce l’azione italiana, nella consapevolezza che serve sintesi politica più che vigilanza, con un passaggio che si lega alle parole pronunciate ieri dal Papa (“La responsabilità è europea”). Il ministro Fitto ha così ripreso la posizione italiana sulla necessità di una soluzione europea dal momento che l’Italia non può portare in solitaria il fardello dell’accoglienza.
Oltre a ciò la priorità italiana ribadita da Fitto è quella del price cap dinamico generalizzato alle transizioni di gas in Europa ed il disaccoppiamento tra il mercato del gas e quello dell’elettricità, passaggio rimarcato dal ministro dell’economia Bruno Le Maire dalle colonne del Corriere della Sera.
Come articolare la rete in Ue
Non va dimenticato in questo senso il viaggio del ministro Giancarlo Giorgetti in Germania e i suoi incontri con l’omologo olandese Sigrid Kaag, con quello irlandese Paschal Donohe e con quello francese Bruno Le Maire. Quest’ultimo intervistato dal Corriere della Sera ha offerto alcuni spunti su cui ha instistito non poco la stessa Giorgia Meloni nelle ultime settimane: l’Europa in declino culturale, occorre far scendere i prezzi dell’energia tramite il disaccoppiamento, il dotarsi di mezzi di reindustrializzazione, la corsa ai sussidi da rifiutare perché cozza con le regole del commercio internazionale, la serietà di bilancio da non inserire tra i temi negoziabili (un quadro analitico completato dalle parole affidate al Guardian da Nouriel Roubini, il quale prevede una crisi che produrrà fallimenti per famiglie, imprese e banche).
Per cui il bilaterale con la Francia rappresenta un passo avanti ma l’impressione è – soprattutto con Fitto – che ci sia la forte volontà di costruire una geometria europea ben articolata che ovviamente non può far a meno di Francia e Germania.
@FDepalo
Incontro cordiale e proficuo con il ministro francese per gli Affari #UE @LaurenceBoone. Diversi i dossier affrontati: dal Trattato del Quirinale ai temi migratori, dalla crisi energetica al #PNRR
Abbiamo preso un impegno: restare in contatto in vista delle prossime scadenze pic.twitter.com/onFRrPjRzc— Raffaele Fitto (@RaffaeleFitto) November 7, 2022