All’orizzonte la possibilità da un lato di provare a non dipendere dalla Cina per le materie prime e, dall’altro, a creare le premesse di una grande rete di connessione tra porti, aeroporti e ferrovie tarata sull’energia
Il terzo rigassificatore italiano come la punta di una strategia di più ampio respiro che tocchi settori cardine come la logistica e l’energia: Gioia Tauro al centro di un progetto legato a più fronti, interconnessi l’uno all’altro. Anche alla luce del fatto che nella classifica 2022, guidata dall’italiana MSC, dei player che operano con i container ben 5 soggetti sui primi dieci si trovano in oriente (Cosco, One, Hyundai Merchant Marine, Yang Ming Marine Transport), quali politiche attuare, non solo italiane ma anche europee? Gioia Tauro potrà ospitare il rigassificatore visto che dallo scorso giugno ha avuto l’ok al gateway ferroviario? Perché non creare le premesse di una grande rete di connessione tra porti, aeroporti e ferrovie tarata sull’energia?
Palazzo Chigi per il rigassificatore
“Soluzioni strutturali”, le ha definite da subito il premier Giorgia Meloni: ovvero affiancare il macro tema delle estrazioni nazionali con la necessità di rigassificatori “senza dipendere dalla Cina per le materie prime”. Per cui Gioia Tauro se verrà dichiarata opera strategica potrà ripartire visto che l’impianto è da un decennio già autorizzato: l’obiettivo è riuscire a processare lì fino a 16 miliardi di metri cubi di Gnl all’anno e provare a realizzare nel mezzogiorno d’Italia un hub energetico nazionale ed europeo. Sul punto c’è stata la sostanziale sensibilità mostrata dall’ad di Eni, Claudio Descalzi, pubblicamente espressa in occasione della consegna degli “Eni Awards”. Pollice in su anche dai sindacati, come dimostrano le parole del numero uno della Cisl, Luigi Sbarra secondo cui il sud potrà “essere un grande hub in questo nuovo corso”.
Non solo gas, dunque. Grazie al gateway ferroviario Pireo e Cosco faranno meno paura. Con mille nuovi posti di lavoro da creare, e la possibilità di far crescere il retroporto, in attesa che il sistema possa accogliere e sostenere i convogli da 750 metri grazie al Pnrr.
Gateway ferroviario
Il riferimento è all’urbanizzazione dell’area Ex Enel da 10 milioni di euro, entro il 2026, per mettere il territorio al passo con i nuovi investimenti. In sostanza la nuova infrastruttura permetterà il trasporto delle merci su binari verso il resto del Paese e verso l’Europa: in questo modo un porto che era dedicato esclusivamente al transhipment sarà in grado di trasferire le merci anche su ferro.
Del tema si è discusso negli ultimi giorni in tre distinti ma strategici eventi: il Forum MercInTreno al Cnel di Roma, l’Intelligence Week a Milano e il Forum internazionale del Mediterraneo “Verso Sud“, organizzato da The European House Ambrosetti all’interno del porto, dove lo stesso presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli ha dato qualche numero. Ovvero l’andamento positivo dei traffici dello scalo di Gioia Tauro, registrati sia dal terminal contenitori MTC, il più grande terminal d’Europa che, da gennaio ad ottobre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è cresciuto del 10,2%.
Scenari
In generale il gateway permette di valorizzare un porto collocato in un sito strategico, che gode di un fondale da 18 metri in grado (come solo altri nove al mondo) di ospitare portacontainer da migliaia di Teu. Per il futuro, non troppo lontano, sarà inoltre necessario portare le merci sull’Adriatico, “tagliando” la Calabria quindi intervenire anche sulle reti stradali, connettendole in questo modo ad un bisogno preciso.
A migliaia di chilometri più a est, ma con una coincidenza di temi e strategie, si è svolto il vertice della Commissione intergovernativa Russia-Cina per la cooperazione e lo sviluppo dell’Estremo Oriente e della regione del Bajkal di Russia e del nord-est della Cina, in cui è stato celebrato l’aumento del commercio bilaterale a circa 1 milione di tonnellate di merci all’anno grazie a due fattori: l’apertura nel giugno scorso del ponte Blagoveshchensk-Heiheroad e quella recentissima del ponte ferroviario Nizhneleninskoye-Tongjiang. Il volume iniziale del carico raggiungerà i 5,2 milioni di tonnellate all’anno, aumentando nel tempo fino a 20 milioni di tonnellate all’anno.
@FDepalo