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Yellen, Georgieva e Le Maire. Chi vedrà (e di cosa parlerà) Giorgetti a Bali

Il ministro dell’Economia è volato a Bali insieme al premier Meloni per il suo primo vertice con i grandi della Terra. Quattro bilaterali ma un unico filo conduttore, la crescita. Mai così minacciata da guerra e inflazione. Intanto a Via XX Settembre si apre il cantiere pensioni

Il vertice di Bali, in Indonesia, arriva in un momento molto delicato. La guerra in Ucraina, la Russia alle prese con le crescenti tentazioni nucleari, la grande inflazione globale che divora redditi e fatturati, affossando produttività e consumi. E poi la crisi energetica. Giancarlo Giorgetti, che al G20 indonesiano rappresenterà l’Italia insieme al premier Giorgia Meloni, sa già di cosa parlerà nel corso dei bilaterali in programma.

Mentre a Via XX Settembre si lavora a ritmi forsennati alla manovra d’autunno, da consegnare a Bruxelles entro due settimane, il numero due della Lega incontrerà nel corso della tre giorni al G20, il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, il ministro delle Finanze dell’Arabia Saudita, Mohammed Al-Ja-daan e il titolare dell’Economia francese, Bruno Le Maire. Filo conduttore, la questione energetica che, pur se non allo stesso modo, coinvolge il grosso delle economie avanzate.

In questo senso, Giorgetti proverà certamente a convergere sulla proposta della stessa Yellen per la costituzione di un fondo per aiutare i Paesi a prepararsi a future emergenze sanitarie, memori dello stravolgimento globale comportato dal Covid. Un veicolo da circa 1,4 miliardi di dollari e che coinvolgerà 24 nazioni, e di cui ha parlato anche il presidente indonesiano Joko Widodo. “Il G20 si impegna a costruire un fondo per prepararsi a una eventuale nuova pandemia. Al fondo hanno contribuito donatori dei membri del G20 e non membri del G20, nonché organizzazioni filantropiche”, ha detto Widodo in un video spiegando anche che gli aiuti non sono comunque abbastanza e che sarebbero necessari 31 miliardi di dollari per affrontare la prossima pandemia globale. “Dobbiamo garantire la resilienza della comunità. Una pandemia non può più prendere vite umane e distruggere l’economia globale”.

Con Le Maire, invece, è molto più probabile che la questione si sposti sulla questione dell’emissione di debito comune, a livello europeo, per fronteggiare i rincari dovuti alla guerra in Ucraina. Soluzione che però la Germania continua a osteggiare. Proprio nei giorni scorsi, rispondendo a una domanda sulle chances di arrivare all’emissione di bond comunitari anti-inflazione, sulla falsariga del Recovery fund pandemico, Giorgetti si è mostrato consapevole delle divisioni in seno all’Europa. “Per quanto riguarda il debito comune è chiaro che ci sono delle opinioni diverse rispetto all’eventuale riutilizzo dopo l’esperienza del NextGeneration Eu”. Infine, nel bilaterale con il numero uno del Fmi, si dovrebbe parlare soprattutto di crescita, anche e non solo alla luce della recente revisione globale da parte di Washington dei tassi di crescita planetari.

Un’agenda fitta, proprio mentre a Roma lo staff di Giorgetti lavora, oltre che alla manovra, al capitolo pensioni, forse il fronte più delicato del momento, oltre all’energia. Al Tesoro si sta studiando un sistema che apra finestre di uscita dal lavoro prima dei 67 anni, ma in parallelo con incentivi in busta paga, a zero costi per lo Stato e per le imprese, a chi decide di restare occupato. Tra le possibili soluzioni, al fine di scongiurare il ritorno alle vecchie regole della legge Fornero, l’uscita anticipata (per esempio a 62 o 63 anni con un congruo numero minimo di anni di contributi), oppure un plus a un lavoratore che abbia maturato i requisiti ma che potrebbe scegliere di restare sulla base di incentivi ben precisi. Per esempio si continua a lavorare, il dipendente e il datore smettono di versare i contributi e parte di quelle somme entrerebbero in busta paga come aumento netto di stipendio (per esempio, di circa il 10%).

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