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Giorgetti in Germania, i due filoni che corrono sull’asse Roma-Berlino

Debito pubblico e crisi delle auto: Palazzo Chigi non potrà prescindere da queste due macro tematiche sia per strutturare un dialogo proficuo con il primo contribuente europeo, sia per costruire un rapporto che porti benefici all’Italia

Al di là del sentire comune europeo e del come affrontare il caro bollette, oltre la visita in Germania del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ci sono un serie di questioni molto dense alla voce politica economica e industriale: non fosse altro perché sia i due comparti sono interconnessi (e decisioni come lo stop europeo al fossile incidono non poco nei rispettivi portafogli) sia perché le tesi dei Paesi frugali sul debito italiano sono direttamente proporzionali alle leve che poi la politica aziona (o meno).

Sconvolgimento epocale

A causa della Brexit, nel 2021 la Germania è stato il maggior contributore netto dell’Ue con un importo di 21,4 miliardi di euro in termini assoluti: il dato è cresciuto di 5,9 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti. Ma a preoccupare maggiormente Berlino è la prospettiva di un settore nevralgico come l’automotive: secondo Hildegard Wortmann, ceo di Audi, c’è il solo 50 per cento di possibilità che l’Audi esisterà ancora tra dieci anni, a dimostrazione di uno sconvolgimento epocale. Ciò significa che, in quel caso, pesanti conseguenze ci saranno anche per il sistema-Italia, interconnesso a quello tedesco. Dunque le interlocuzioni del ministro Giorgetti con il falco Lindner seguono il viaggio effettuato in Germania ad aprile, nelle vesti però di capo del Mise, ma con il comune denominatore delle relazioni con il player numero uno dell’Ue.

Recessione

Le case automobilistiche europee stanno perdendo fiducia nell’economia europea, alle prese con i segni di una recessione incombente: il calo della domanda e l’aumento dei costi dei materiali e di produzione peggiorano la situazione degli utili, anche se i guadagni hanno retto bene. Il punto di domanda riguarda il futuro, sia quello immediato del 2023, sia quello legato al medio-lungo periodo. Secondo gli ultimi dati trimestrali la Germania, pur avendo evitato per un soffio la recessione, ha accusato un’inflazione che sfonda l’11%: l’economia resta in difficoltà come dimostrato dall”ufficio federale di statistica.

L’ansia per la recessione è stata confermata anche dalle parole del commissario Ue per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, secondo cui l’ottimismo è stato “gravemente intaccato” dall’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia a febbraio, a cui ha fatto da elemento peggiorativo l’inasprimento dei tassi da parte delle banche centrali nelle principali.

Italia & Germania

Stando ai dati di tre settimane fa il rendimento del titolo di Stato italiano a 10 anni è salito di 9 punti base al 4,701%, di contro i rendimenti tedeschi sono scesi, dopo che Bloomberg aveva riferito che il governo avrebbe sostenuto l’emissione di debito congiunto dell’Ue per affrontare la crisi energetica.

Ecco che in questo contesto il tema legato ai conti italiani resta principale, anche perché il “draghismo” di Giorgetti è antecedente alle buone interlocuzioni Meloni-Draghi dell’ultimo periodo ed è garanzia finanziaria precisa. Nelle ultime ore, tra le altre cose, Ita Airways apre a Lufthansa dopo che i colloqui con Certares si sono conclusi senza alcun accordo.

Per cui vanno cerchiati in rosso (e affrontati strategicamente) due temi: debito pubblico e crisi delle auto. Chigi non potrà prescindere da queste due macro tematiche sia per strutturare un dialogo proficuo con il primo contribuente europeo, sia per costruire un rapporto che porti reali benefici all’Italia.


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