La manovra italiana entra nel vivo, dopo un primo assaggio da parte dell’Europa, con la trasferta a Bruxelles del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il quale, questa mattina, ha esordito alla Camera in occasione dell’audizione in commissioni congiunte proprio sulla legge di Bilancio che sta prendendo corpo e forma. Una manovra condizionata dall’inflazione, 32 miliardi di gittata. Dieci miliardi subito, già in settimana in un nuovo decreto aiuti e altri 22-23 il prossimo anno, anche grazie a un disavanzo gonfiato ancora un po’ al 4,5%.
BARICENTRO INFLAZIONE
Giorgetti ha subito fornito a senatori e deputati riuniti nella sala del Mappamondo il perimetro della prima finanziaria targata Giorgia Meloni. “In considerazione dell’incertezza del quadro economico di riferimento, il governo è intenzionato a destinare le risorse disponibili per il 2023 (circa 21 miliardi) al contrasto della crisi energetica, favorendo al contempo politiche di contenimento dei consumi e di risparmio energetico”, ha messo in chiaro Giorgetti.
“In particolare si prevede il rinnovo per i primi mesi del 2023 delle misure relative ai crediti di imposta in favore delle imprese per l’acquisto di energia e gas, al contenimento degli oneri generali di sistema per le utenze di energia elettrica e gas, al taglio al 5 per cento dell’Iva sui consumi di gas e alla proroga delle agevolazioni tariffarie per i consumi elettrici e di gas in favore degli utenti domestici economicamente svantaggiati”.
MISSIONE FLAT TAX
Altro caposaldo della manovra, la tassa piatta sui redditi da lavoro autonomo. La Lega la voleva fino a 100 mila euro ma con ogni probabilità il tetto scenderà a 85 mila euro. La flat tax, in ogni caso, arriverà, anche in forma incrementale, agganciata cioè all’ipotetico aumento del reddito, anno su anno. “In vista della manovra sono allo studio misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfettario e un regime sostitutivo opzionale, cosiddetta flat tax incrementale, per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfettario”. Questi contribuenti, ha aggiunto, “potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al 20 maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”.
TRA PRUDENZA E REALISMO
Il responsabile di Via XX Settembre ha poi ribadito quello che è ormai un mantra nel governo Meloni. La legge di Bilancio dovrà essere poco fantasiosa e tanto prudente quanto realista. Nell’ambito della manovra “le ulteriori risorse che potranno essere individuate nell’ambito dei saldi programmatici saranno dedicate ad interventi che diano dei primi segnali rispetto agli impegni formulati nel programma di governo ma l’impianto della manovra di bilancio sarà in ogni caso caratterizzato da realismo e responsabilità, sia nei confronti dei cittadini sia di quanti investono nel debito italiano”.
FAMIGLIE E IMPRESE PRIMA DI TUTTO
Giorgetti ha poi confermato la cosiddetta pace fiscale per i contribuenti con debiti con il fisco e il taglio di alcuni oneri in bolletta. “Un orientamento di politica fiscale selettivo, con priorità ben definite in un quadro di prudenza volto a favorire la discesa del debito, che dipenderà anzitutto da una crescita economica più sostenuta, obiettivo dell’azione del governo anche attraverso lo strumento del Pnrr”.
E ancora, altra “le difficoltà che abbiamo affrontato nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che l’Italia ha una capacità di adattamento e di ripresa notevole. Il governo intende sostenerne i sacrifici, con un approccio prudente e responsabile che permetta al contempo di migliorare le prospettive economiche del nostro Paese e garantire la sostenibilità della finanza pubblica”. Nell’ambito della manovra economica “completeranno il pacchetto delle misure tributarie interventi di tregua fiscale che saranno un utile sostegno alla liquidità nell`attuale contesto di crisi energetica e tensioni inflazionistiche”. E sono “allo studio interventi predisporre uno strumento che renda possibile la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica”.
OCCHIO ALLA SPESA PER LE PENSIONI
Non è finita. Giorgetti ha affrontato anche il tema dell’aumento della spesa pensionistica, visto che gli assegni vanno puntualmente agganciati all’inflazione. “Ogni adeguamento previsto degli assegni pensionistici si trascina negli anni successivi aggiungendosi ai nuovi incrementi per adeguamento all’inflazione prevista in ciascun anno. Se pertanto consideriamo il periodo 2022-2025, la spesa per pensioni assorbirà risorse per oltre 50 miliardi. Le nuove stime di inflazione determinano infatti una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025”.