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Iran-Russia, (non) si può fare. Le sanzioni stroncano il cartello del gas

I due principali produttori di gas al mondo sognano da tempo la creazione di un blocco panasiatico del metano. E l’Iran potrebbe anche colmare il vuoto lasciato da Mosca in Ue. Ma non hanno fatto i conti con le sanzioni e coi prezzi

Un cartello del gas Russia-Iran? Con Mosca sempre più tagliata fuori dal mercato europeo degli idrocarburi, l’Iran potrebbe cercare una saldatura con l’ex Urss dando vita a un blocco pan-asiatico. Un’idea che tale è rimasta secondo un report del Carnegie.

“Mentre il 2022 volge al termine, sia la Russia, sia l’Iran si trovano in un aspro confronto con l’Occidente e sono sempre più esposti alle sanzioni occidentali (a dicembre l’Ue approverà il nono pacchetto di sanzioni alla Russia, ndr). Non sorprende, quindi, che sia in atto un riavvicinamento tra Mosca e Teheran”, è l’incipit del documento. “I due Paesi hanno firmato un memorandum per 40 miliardi di dollari di investimenti russi in progetti sul gas iraniano e hanno già avviato la sua attuazione. Dato che la Russia e l’Iran detengono rispettivamente la prima e la seconda più grande risorsa mondiale di metano, molti ritengono che questa cooperazione minacci di dar vita a un cartello globale del gas. Ma in realtà, l’attuazione di questi piani ambiziosi può essere fermata da sanzioni e altri ostacoli”.

Insomma, nonostante la cooperazione evidente e conclamata e il fatto che le “autorità iraniane abbiano dichiarato di voler valutare la possibilità di intervenire per compensare il conseguente deficit sul mercato europeo in seguito al disimpegno russo, Teheran ha deciso di concentrarsi sul proprio fabbisogno di gas e sulle esportazioni principalmente verso la Turchia e l’Iraq. E questo perché l’attuale assetto delle sanzioni non consente all’Iran di infilarsi nel mercato europeo”, scrive il Carnegie. E poi, oltre alle sanzioni, c’è anche un problema di prezzo e infrastrutture.

“Tecnicamente, le sanzioni potrebbero essere aggirate esportando gas in Oman, che ha capacità di stoccaggio elevata. Gli importatori europei potrebbero allora firmare un accordo con l’Oman, ma di fatto importerebbero gas iraniano. Tuttavia, tale progetto richiederebbe circa 400 chilometri di condutture, la cui costruzione necessiterebbe di almeno due anni. Dunque, potrebbe sembrare che per l’Iran il tentativo dell’Occidente di isolare la Russia sia una buona opportunità per colmare i vuoti di mercato che ne derivano. In pratica, però, crea solo nuovi problemi. È difficile, infatti, per Teheran competere con Mosca sul prezzo, poiché mentre le consegne di gas russo all’Ue si esauriscono, i produttori russi sono pronti a offrire sconti importanti”.

In conclusione, se da una parte “il governo russo conta sulla cooperazione con l’altro maggior detentore di riserve di gas al mondo, l’Iran, per fare pressione sul mercato mondiale dell’energia, il principale importatore mondiale di gas, l’Ue, sta ancora attivamente introducendo nuove sanzioni contro entrambi i Paesi. E allora le possibilità che questo potenziale cartello abbia successo sembrano scarse”.

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