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Israele di nuovo al voto, con Netanyahu (di nuovo) in vantaggio

Gli israeliani al voto per la quinta volta in quattro anni. Il primo ministro Lapid e il leader della destra Netanyahu si battono per ottenere la maggioranza, ma la sfida sta nell’affluenza

Oltre 6,7 milioni di israeliani hanno iniziato a votare per le elezioni politiche alle 7 di questa mattina, in una gara serrata tra il primo ministro uscente Yair Lapid e il leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu.

Si tratta della quinta elezione in Israele in meno di quattro anni e di un altro tentativo di superare lo stallo istituzionale e restituire ordine e stabilità al caos politico che si porta avanti da anni.

Il tema principale riguarda Netanyahu: per il più longevo dei primi ministri israeliani è un’altra opportunità di provare a conquistare la maggioranza di 61 seggi alla Knesset di cui ha bisogno per formare una coalizione.

Stando agli ultimi sondaggi prima delle elezioni, pubblicati venerdì sera, ci si attende un pareggio 60-60 tra il blocco di destra di Netanyahu e il blocco di centro-sinistra di Lapid. “In una corsa così serrata, sono due le cose che contano: l’affluenza alle urne e la soglia elettorale del 3,25% che un partito deve raggiungere per ottenere seggi alla Knesset”, fa notare Barak Ravid su Axios.

Netanyahu ha alle spalle un blocco di destra con maggiore amalgama e maggiore capacità di affrontare il processo elettorale, mentre il blocco di centro-sinistra di Lapid rimane frammentato e diviso — con almeno quattro partiti del blocco di Lapid che rischiano di non superare la soglia elettorale e se anche uno solo di questi partiti non dovesse passare, Netanyahu otterrebbe probabilmente una maggioranza di 61 seggi.

L’affluenza alle urne sarà fondamentale, soprattutto perché molti israeliani mostrano stanchezza e disincanto nei confronti della politica in generale, spiega Ravid (uno dei più attenti e informati giornalisti israeliani). Sia Netanyahu che Lapid hanno concentrato la loro attenzione sull’esortare le loro basi ad andare ai seggi, piuttosto che a chiedere direttamente il voto.

Nelle ultime votazioni, era stata proprio l’affluenza alle urne della minoranza araba a essere determinante; e lo resterà, dato che tre partiti arabi distinti correranno l’uno contro l’altro. Se inizialmente si prevedeva che l’affluenza alle urne tra i cittadini arabi di Israele sarebbe stata la più bassa degli ultimi decenni, ora si prevede che si attesterà intorno al 50%.

Ciò è dovuto in parte all’ascesa dei politici suprematisti ebrei. Si prevede che l’estrema destra aumenti il suo potere politico a livelli senza precedenti, il che potrebbe darle un’influenza significativa sulla politica del governo in caso di vittoria di Netanyahu.

Lapid ha twittato stamane una foto di se stesso accanto a una tomba con la didascalia: “Mio padre mi ha detto per tutta la vita ‘Ricordati che il più grande miracolo che ci è accaduto è che gli ebrei hanno un loro Paese’. Stamattina gli ho promesso che continueremo a lavorare duramente per garantire il futuro di questo miracolo”.

In seguito ha twittato una foto di se stesso mentre vota, dicendo: “Andate a votare, queste sono scelte cruciali per il futuro dei nostri figli”.

Se le elezioni sono così vicine come i sondaggi, i risultati potrebbero non essere chiari fino a giovedì.

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