Il premier alla sua prima uscita europea getta le basi per un dialogo costruttivo con Bruxelles. Negli incontri con von der Leyen, Michel e Metsola spazio all’energia e alla necessità di ricompattare l’Unione
Tre incontri in poco più di tre ore. Quattro se si considera il pranzo con il commissario all’Economia e suo predecessore, Paolo Gentiloni. Giorgia Meloni ha concluso la sua trasferta europea, dopo aver incontrato in successione i vertici dell’Europa: Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea e Charles Michel, a capo del Consiglio europeo.
Il bottino c’è tutto, anche perché non era facile presentarsi al cospetto dell’Unione dopo l’esperienza di Mario Draghi, che a Bruxelles è sempre stato considerato una specie di mostro sacro. Nella valigia di Meloni, che è anche a capo del partito dei conservatori europei, le carte e i relativi dossier erano tanti: dalla revisione del Pnrr all’energia, dalla riforma del Patto di stabilità ai migranti e alla supremazia del diritto Ue su quello nazionale. Ma anche la possibilità, sotto forma di espressa richiesta, di utilizzare i fondi strutturali non spesi tra il 2014 e il 2020 per finanziare il sostegno alle famiglie e le imprese strozzate dal caro energia.
E tre, per la prima premier donna della storia italiana, accompagnata dal ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, i biglietti da visita. Primo, il sostegno incondizionato dell’Italia all’Ucraina e alle relazioni transatlantiche. Secondo, l’impegno per la riduzione del debito e per il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e, terzo, l’appoggio ormai conclamato dei mercati, con lo spread Btp/Bund da settimane sotto i 220 punti base, nonostante il cambio di governo e il timore che un esecutivo di destra potesse abbandonarsi a colpi di testa, sulla pelle dei conti pubblici.
IL PRANZO CON GENTILONI
Un assaggio è arrivato con il pranzo insieme a Gentiloni, una delle figure italiane più importanti in Ue. Un incontro informale con il commissario per l’Economia, ma anche, a quanto si è appreso, “piacevole e doveroso” durante il quale sono state “affrontate a 360 gradi tutte le emergenze del momento, dal Pnrr all’energia, dalla guerra in Ucraina alle nuove regole del patto di stabilità”. Eppure, due settimane fa, l’antifona era arrivata. Gentiloni era stato chiaro sul Pnrr e su possibili modifiche o, peggio, ritardi.
“Su queste sfide bisogna andare a tavoletta, a testa bassa, perché altrimenti c’è il rischio di ritardi, e non saremo benevoli sui ritardi perché non è nell’interesse comune. E non possiamo rifare i piani ogni volta che cambia un governo, non esiste. Sarebbe un errore e comunque non è consentito dalla legislazione europea”.
GIORGIA E URSULA E METSOLA
Poi la giornata di Meloni è entrata nel vivo. Il primo dividendo di giornata è arrivato da Metsola. Che, su Twitter ha scritto “benvenuta presidente Giorgia Meloni al Parlamento europeo. L’Italia ha sempre avuto un ruolo centrale nell’Ue. Più che mai con l’invasione russa dell’Ucraina, prezzi dell’energia alle stelle e inflazione in aumento dobbiamo rimanere uniti. Siamo più forti se stiamo insieme”. Pronta la sponda del premier. “Sono molto contenta di aver scelto di venire per la mia prima visita internazionale qui a Bruxelles. E qui al Parlamento. Posizione chiara che l’Italia ha assunto e che intendiamo portare avanti”.
Poi, l’incontro più atteso, quello con Ursula von der Leyen. “Sono molto contenta di come è andata questa giornata in cui ovviamente io ho discusso e portato il punto di vista italiano su alcune delle più grandi questioni che dobbiamo affrontare: la questione internazionale, la crisi in Ucraina, il domino di conseguenze che produce e quindi il tema della necessità di dare il prima possibile concretezza a una soluzione europea sul tema dell’aumento dei costi dell’energia, di un tetto al prezzo del gas. Nell’ultimo Consiglio europeo sono stati fatti passi avanti importanti, ai quali oggi vanno date nel più breve tempo possibile soluzioni concrete”, ha spiegato il premier a margine dell’incontro.
Quanto al feeling con i vertici comunitari, “conoscevo già personalmente Roberta Metsola e ovviamente Paolo Gentiloni, non conoscevo” Ursula von der Leyen e Charles Michel, “mi pare che anche dal punto di vista personale e umano si sia creata una interlocuzione molto franca e positiva”.