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Meloni in Ue, buona la prima. Il bilancio di Mario Mauro

“L’integrazione europea e la leadership in un contesto europeo dipendono molto dalla capacità di creare alleanze. Quindi, più che battere i pugni sul tavolo, come tante volte si è sentito nella retorica degli ultimi anni, sarebbe più utile essere molto espliciti nel chiedere e nel volere la leadership europea”. Parla l’ex ministro della Difesa e già vicepresidente del Parlamento Europeo

Tosta e determinata. Nella giornata che segna il battesimo europeo per Giorgia Meloni, accompagnata dal Ministro per gli affari Ue Raffaele Fitto, non spicca solo l’anticamera del premier in attesa di Ursula von der Leyen, ma le parole pronunciate dal Presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Il premier ha puntato su difesa dei confini, caso ucraino ed energia, mettendo l’accento sul clima di ascolto che ha riscontrato.

Interesse nazionale

“Difenderò l’interesse nazionale in una dimensione europea”, ha osservato il premier, “hanno capito che non siamo marziani e ho trovato orecchie disponibili”. Secondo l’ex ministro della Difesa Mario Mauro, che Bruxelles conosce molto bene essendo stato vicepresidente del Parlamento Europeo, questo è un concetto che Giorgia Meloni ha promosso più volte nel corso della sua esperienza di presidente dei conservatori europei, e che poi si concretizza nella formula da lei proposta della Confederazione europea, ovvero “l’idea di una via di mezzo tra la vecchia idea della destra italiana legata al concetto di Europa nazione e quella più vicina al mondo popolare e di una parte della sinistra, e cioè l’impronta federalista con un maggior ruolo alla autonomia e alla capacità strategica dei singoli Stati membri”.

Ma spicca anche secondo Mauro la volontà di continuare sull’orizzonte europeo, ovvero sul fatto che su quel tavolo vengano discussi gli asset strategici e quindi soprattutto politica estera e difesa e ovviamente i temi legati anche all’integrazione economica, che non sia solo la moneta unica.

Metsola

Siamo più forti, se stiamo insieme, ha aggiunto la Metsola. Mauro osserva che il numero uno dell’europarlamento era un po l’esploratrice sugli orientamenti del nuovo governo italiano e, quindi, quell’affermazione va quasi interpretata come un sospiro di sollievo, ovvero la volontà di tornare a essere protagonista in sede europea, ma non per questo una volontà di mettere in crisi l’impianto.

“Io penso che semplicemente in questo momento, come avvenuto in passato, anche per nomi di altro genere, siamo nel momento caratteristico in cui si prendono le misure, il che poi può anche trasformarsi in un imbarazzo se pensiamo a come sono andate in passato le relazioni apparentemente aperte con un uomo come Cameron prima della decisione di Brexit. Quindi saranno le politiche attuate a dare un segnale concreto alle intenzioni iniziali”.

Ben venga, aggiunge, il giudizio di essere persona tosta per mettere in chiaro che l’Italia non intende andare a rimorchio di decisioni prese da altri, ma intende costruire un rapporto simbiotico e ricavare un rapporto alla pari con Francia e Germania. Spero che tutto il sistema Paese aiuti questa fase”.

Confini e migranti

Meloni ha detto anche che la priorità è la difesa dei confini e la posizione italiana cambierà sui migranti: questo può essere un elemento di frizione, da domani in poi? Non lo è, secondo Mauro. “Non dobbiamo dimenticare che proprio nel momento in cui ci accingiamo a chiarire il caso in corso con la Germania, abbiamo di fronte un interlocutore che cambia lo schema. In sede tedesca hanno più volte rimproverato all’Italia di non brillare particolarmente per quanto riguarda la gestione dei migranti e più volte l’Italia è stata sospettata di facilitare questi movimenti che vengono proprio definiti come movimenti di seconda intenzione. Quindi, nel concreto, ci sarà molto da lavorare perché ovviamente se c’è un confine difficile da difendere è quello dei litorali italiani. E bisognerà capire anche perché non funziona il meccanismo di ricollocazione. Poi non dobbiamo mai dimenticare che fino ad agosto l’Italia ha avuto circa 40.000 sbarchi. Quante persone sono state ricollocate in questi otto mesi? Appena 112 di cui 74 in Germania e il resto in Francia: quindi un meccanismo che non ha funzionato. E questo è proprio il tema sul quale credo si concentrerà il negoziato da parte italiana che può comprendere diversi aspetti”.

Buona la prima, ma…

Secondo Mauro non si capisce perché l’Unione Europea che ha già ottenuto risultati brillanti sul tema del recupero delle merci rubate dai pirati nel Golfo di Aden non sia disposta a fare lo stesso per difendere i diritti delle persone costrette a migrare. “Sarebbe giusto varare un intervento più fattivo che colpisca direttamente la centrale dello smistamento del traffico umano. E questo sarebbe un aiuto notevole alla difesa dei confini e anche alla difesa e alla tutela della dignità delle persone”.

E conclude: “Buona la prima, dunque, ma il suggerimento che mi sento di dare è il seguente: l’integrazione europea e la leadership in un contesto europeo dipendono molto dalla capacità di creare alleanze. Quindi, più che battere i pugni sul tavolo, come tante volte si è sentito nella retorica degli ultimi anni, sarebbe più utile essere molto espliciti nel chiedere e nel volere la leadership europea, perché sarebbe il gesto di un’Italia che si trascina dietro gli altri, come abbiamo visto fare anche dallo stesso Draghi nel famoso viaggio in treno verso Kiev”, conclude.

(Foto: profilo Twitter Ursula von der Leyen)



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