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Meloni-Netanyahu, si lavora a un bilaterale tra i governi

Incontrando il numero uno del World Jewish Congress, la presidente del Consiglio ha sottolineato l’impegno contro ogni sua forma di antisemitismo. È anche il punto di partenza per i rapporti con Israele, con la prospettiva di una visita di Stato

Mercoledì mattina Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha incontrato Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress, accolto a Palazzo Chigi nel giugno dell’anno scorso dall’allora presidente Mario Draghi. “È emersa piena sintonia sulla necessità di un forte e più incisivo impegno comune per combattere in ogni sua forma l’antisemitismo, fenomeno in preoccupante crescita anche attraverso il web e i social network”, ha comunicato Palazzo Chigi. Inoltre, Meloni ha sottolineato “l’imprescindibile importanza delle comunità ebraiche per l’identità nazionale italiana ed europea”, si legge nella nota.

Al colloquio hanno partecipato anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, e Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma. Secondo quanto riferito dal Foglio, con Meloni c’erano Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, oltre ai consiglieri diplomatici Francesco Maria Talò (già ambasciatore in Israele) e Ludovico Ortona.

Racconta Il Foglio che Lauder ha detto a Meloni “di aver apprezzato le sue parole, il giorno della fiducia, contro tutti i totalitarismi, il fascismo e le leggi razziali”. I due hanno parlato molto di America, con Lauder che rappresenta un pezzo del mondo repubblicano che guarda alla presidente del Consiglio e sembra pronto a scommettere su Ron DeSantis, governatore della Florida, in chiave anti Donald Trump – proprio come Meloni.

Meloni guarda agli Stati Uniti, forte anche del bilaterale con il presidente Joe Biden a margine del G20 di Bali, in Indonesia. Ma anche a Israele, dopo i contatti con il futuro primo ministro Benjamin Netanyahu, vecchio amico di Lauder (che pur non gli ha risparmiato critiche per la svolta troppo a destra), leader di quel Likud partner del Partito dei conservatori e dei riformisti europei che lei stessa presiede. “Meloni e Netanyahu si sono già sentiti dopo le elezioni, e la sintonia tra i partiti dei nostri Paesi può essere la premessa di una relazione forte”, ha raccontato nei giorni scorsi Alon Bar, nuovo ambasciatore israeliano a Roma, a Repubblica. “Poi ci sono in gioco gli interessi nazionali, e qui dovremo lavorare per trasformare quella sintonia in cooperazione. Non posso escludere divergenze, ma l’atmosfera è positiva e mi aspetto che i rapporti facciano un salto in avanti”, ha aggiunto.

La lotta all’antisemitismo e il rapporto con le comunità ebraiche, dunque, è un punto di partenza. “So bene che ci sono ancora antisemiti, sebbene siano una minoranza, e che ci sono simpatizzanti del regime fascista”, ha detto l’ambasciatore Bar. “Ma su questo abbiamo già detto al governo italiano – lo hanno fatto sia [Yair] Lapid (premier uscente, ndr) che Netanyahu – che intendiamo lavorare a stretto contatto con la comunità ebraica, e che su questo ci aspettiamo dal nuovo governo una politica di tolleranza zero”.

Tra gli impegni assunti da Meloni, racconta ancora Il Foglio, “c’è anche un viaggio in Israele, appena si sarà formato un governo” guidato da Netanyahu.

A quanto risulta a Formiche.net le diplomazie sono al lavoro per un incontro tra i due esecutivi. A giugno, in occasione della visita in Israele, Draghi si era impegnato con l’allora primo ministro israeliano Naftali Bennett ad approfondire i rapporti tra i due governi. Si lavorava a un summit bilaterale tra i governi a ottobre da organizzare a Gerusalemme e a una visita in Israele di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, in estate. Poi però entrambi gli esecutivi sono caduti in Parlamento spianando la strada alle elezioni che hanno portato Meloni a Palazzo Chigi e riportato Netanyahu alla guida del governo israeliano. Appuntamento nel 2023, forse già nella prima metà dell’anno.

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