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Meloni contenga Salvini o perderà i moderati. L’analisi di Castellani

Il politologo della Luiss: “Il presidente del Consiglio deve assolutamente mantenere la barra dritta sulla politica estera – nella quale è impossibile immaginare una discontinuità rispetto all’esecutivo precedente, o quanto meno non in maniera marcata – e deve essere rassicurante sui temi economici e fiscali, evitando le sparate salviniane”

Dalla norma anti-rave che sta destando una corposa ondata di indignazione, al reintegro dei medici no vax nelle corsie degli ospedali. Le fughe in avanti sull’innalzamento del tetto al contante e i cortei di Predappio. I primi passi del nuovo esecutivo appaiono quanto meno caotici. E, soprattutto, la linea dura su certi temi rischia di allontanare la fetta di elettorato moderato che ha permesso a Giorgia Meloni di accomodarsi a Palazzo Chigi. Specie se, in particolare le spinte del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, continueranno a essere così forti. “Meloni dovrà contenere Salvini, per evitare di allontanare l’elettorato moderato. Nel lungo periodo, questa sarà la vera prova di leadership per il presidente del Consiglio”. L’analisi è di Lorenzo Castellani, politologo e docente di Storia delle istituzioni politiche alla Luiss.

Che cosa significa ‘contenere Salvini’?

Significa che alcune proposte, specie in materia fiscale devono essere ben ponderate e portate avanti solo ed esclusivamente laddove ci sia realmente la copertura economica per realizzarle. Sennò rischiano di essere un boomerang.

La nuova norma contro i rave party pare ha scatenato il putiferio. 

Era abbastanza prevedibile, ma penso che più di ogni altra cosa in questo senso sia stata impostata una strategia di comunicazione che ha veicolato esattamente il messaggio che si voleva far passare: discontinuità rispetto al passato. Un modo, marcatamente identitario, per consegnare l’era Lamorgese al passato. Mi auguro però che la ‘dottrina’ Piantedosi venga applicata anche alle pagliacciate di Predappio.

Ma queste misure non spaventano l’elettorato moderato?

Penso che abbia spaventato molto più la proposta sull’innalzamento del tetto al contante rispetto alla norma fortemente voluta dal neo ministro Piantedosi. Anche in questo senso, va preso in considerazione il profilo del titolare del dicastero: un prefetto vecchia maniera. Non c’è nulla di particolarmente inusuale in questa nuova fattispecie.

Come valuta il reintegro dei medici no vax?

Non c’erano molte alternative. O venivano licenziati definitivamente, oppure venivano reintegrati. Non ci vedo nulla di particolarmente azzardato in questa operazione, sebbene abbia scatenato un vespaio di polemiche. Il nuovo governo, tuttavia, ha preso atto del fatto di essere usciti dalla situazione emergenziale e sta procedendo verso la ‘normalità’. A cui già, peraltro, siamo tornati da tempo.

Quali sono le mosse che Meloni non deve sbagliare per evitare di perdere l’elettorato che l’ha messa alla prova, al di là di quello marcatamente di parte?

Il presidente del Consiglio deve assolutamente mantenere la barra dritta sulla politica estera – nella quale è impossibile immaginare una discontinuità rispetto all’esecutivo precedente, o quanto meno non in maniera marcata – e deve essere rassicurante sui temi economici e fiscali, evitando le sparate salviniane. Detto questo, ciò che davvero manca a questo governo è una proposta economica forte. E non deve annoiare l’elettorato con i temi legati all’immigrazione.

 

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