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Plastica, strada e rifiuti. Le soluzioni green di Acea

La multiutility capitolina presenta a Ecomondo tre progetti per la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico, dal riciclo alla riduzione delle emissioni. Intanto nei nove mesi crescono utili e ricavi

Plastica, asfalto e rifiuti. Acea torna in campo e lo fa partecipando, anche quest’anno ad Ecomondo, la più importante fiera della green e circular economy dell’area euro-mediterranea, a Rimini. La vocazione sostenibile di Piazzale Ostiense è stata confermata dai progetti presentati che riguardano le sue principali aree di business: il settore idrico, nel quale Acea è il più grande player nazionale con 9 milioni di abitanti serviti, l’ambiente, con circa 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti gestiti ogni anno e quello energetico, con la spinta sulle fonti rinnovabili e lo sviluppo di progetti nella mobilità elettrica.

Nel settore del trattamento dei rifiuti, in particolare nel riciclo delle plastiche, la multiutility capitolina ha per esempio presentato un nuovo impianto in via di realizzazione a Cittaducale (Rieti), destinato alla selezione e al recupero dei materiali plastici provenienti da raccolta differenziata urbana. Con un investimento complessivo di 35 milioni di euro, tratterà circa 90 kton/anno ed è il più grande, in termini di capacità, di Acea e del Centro Italia.

Il nuovo Centro di selezione (Css), che entrerà in esercizio entro il 2024, effettuerà anche per conto dei sistemi consortili, la selezione per tipologia di materiale e colore dei rifiuti e degli imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta differenziata urbana ed industriale. Dal processo di lavorazione si otterranno diverse tipologie di prodotti pronti ad avere una seconda vita sotto forma di bottiglie in Pet, flaconi e film in polietilene o cassette per ortofrutta e imballaggi misti.

Altro fronte, il trattamento dei rifiuti organici. Qui è scesa in campo Acea Ambiente, che ha presentato sempre nella cornice di Ecomondo, i risultati di ricerche condotte in collaborazione con l’Università della Tuscia e alcune società di fertilizzanti, che hanno dimostrato come l’uso del compost in agricoltura ha effetti migliorativi sia nella produzione che nella qualità dei terreni impoveriti dalle pratiche agronomiche di origine chimica. Il riutilizzo di sostanze organiche, derivanti dalla lavorazione e dalla trasformazione dei rifiuti umidi, favorisce infatti il mantenimento della struttura del suolo e la prevenzione di fenomeni di compattamento ed erosione oltre a essere utilizzato nella formulazione di nuovi fertilizzanti organo-minerali per la precision farming e agricoltura 4.0.

Non è finita. Sempre nell’ottica della waste transition, si inserisce il progetto Acea SmartComp, realizzato da Acea in collaborazione con Enea e Università della Tuscia, che guarda direttamente ai trasporti e alla strada. In questo caso l’obiettivo è il trattamento diffuso e partecipato dei rifiuti organici prodotti da grandi utenze (mense , ospedali, centri commerciali, aeroporti, stazioni), con la finalità di ridurre anche le emissioni di CO2 prodotte dal trasporto dei rifiuti. Missione, l’installazione di 150 Smart Comp entro il 2024 per realizzare un modello delocalizzato di gestione dei rifiuti pari a quella di un impianto o tradizionale necessario per una città di 150mila abitanti: si eliminano così la raccolta ed il trasporto dei rifiuti organici garantendo la riduzione delle emissioni clima alteranti pari a circa 3.000 camion in meno sulle strade e 3,6 milioni di km non percorsi da mezzi pesanti.

Intanto, la società guidata da Fabrizio Palermo (ex Cdp), archivia i primi nove mesi del 2022 con ricavi a 3,794 miliardi di euro, in crescita del 37% rispetto allo stesso periodo del 2021. I costi operativi sono cresciuti del 53,8% a 2,847 miliardi. L’Ebitda si attesta a 1 miliardo (+8%), con l’utile netto di 257 milioni di euro in crescita del 4% rispetto al 30 settembre 2021. Sull’utile netto incidono l’effetto positivo della plusvalenza realizzata dalla cessione di una quota di maggioranza degli asset fotovoltaici (18,8 milioni) e della premialità tecnica nel settore idrico (18 milioni); mentre si registra l’effetto negativo dovuto alla tassazione sugli extra profitti per 25,7 milioni.

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