Sorgerà nei pressi del porto di Teesside, grazie anche al sostegno di un fondo del governo britannico. Con una capacità di 50.000 tonnellate di idrossido di litio, l’impianto potrà soddisfare parte della domanda europea e britannica del materiale per le batterie al 2030
In una visita del segretario per le imprese Grant Shapps (nella foto), la Gran Bretagna accoglie sul suolo nazionale il primo progetto, pronto per il 2023, per la raffinazione del litio, materiale critico per la fabbricazione di batterie elettriche necessarie per l’elettrificazione dell’automotive e l’accumulo di energia da fonti rinnovabili.
Si tratta della start-up Green Lithium che inaugurerà l’impianto di raffinazione dell’oro bianco nel porto di Teesside, vicino a Middlesbrough, e che fornirà all’indotto 1.000 posti di lavoro e 250 impieghi di alto profilo per i locali. Ma soprattutto è destinato a diventare il primo hub di lavorazione del materiale, estratto da spodumene roccioso in Australia o dall’evaporazione delle salamoie sudamericane, al di fuori dell’Asia dove avviene circa l’89% della trasformazione, dominata dalla Cina soprattutto per quanto riguarda le forniture australiane (90%). Un collo di bottiglia per Unione Europea e Stati Uniti che potrebbe fornire a Pechino una possibile arma di ricatto commerciale nelle eventualità di frizioni geopolitiche o in uno scenario – non impossibile – di gravi carenze sul mercato.
Squilibri che a partire dal 2021 si sono trasmessi sui prezzi, con un aumento di nove volte rispetto ai valori di quasi due anni fa. Sui mercati spot il litio si è scambiato ad una cifra intorno ai 74.000 dollari per tonnellata secondo le stime di Benchmark Minerals Intelligence. Un trend che rischia di stoppare un decennio di abbattimento dei costi delle batterie e far così deragliare la transizione ai veicoli elettrici.
Trasformare il litio è un passaggio fondamentale per portarlo downstream ad una purezza stabilita dai principali produttori di celle per le batterie elettriche, tra cui i giganti cinesi CATL, BYD, le coreane LG Energy Solution e Samsung SDI, la giapponese Panasonic e la svedese Northvolt, considerati Tier 1, ovvero il benchmark del mercato globale.
In Gran Bretagna, la gigafactory da 3,8 miliardi di sterline di Britishvolt è destinata ad essere uno dei principali acquirenti di Green Lithium, nonostante le difficoltà finanziarie incontrate nelle ultime settimane. L’azienda ha infatti annunciato che i rischi di recessione hanno impattato sul business, spingendola ad assicurarsi finanziamenti a breve termine da Glencore per portare avanti le operazioni e consolidare la sua posizione di frontrunner nel mercato europeo delle batterie.
Il progetto Green Lithium, finanziato nel 2021 con un prestito di circa 600.000 sterline dall’Automotive Transformation Fund britannico e in seguito con altri 2.2 milioni, a piena capacità nel 2025 potrà fornire circa 50.000 tonnellate di idrossido di litio annuali, in grado di coprire il 6% della domanda europea e britannica dal settore delle batterie entro il 2030, destinata ad esplodere. Costerà circa 600 milioni di sterline, come riporta The Guardian.
“Attualmente non ci sono capacità di raffinazione di litio in Europa” ha commentato il CEO di Green Lithium, Sean Sargent, “un’industria di raffinazione localizzata è urgente per andare incontro alla crescita esponenziale della domanda europea e proteggersi dalle incertezze lungo la filiera internazionale”. Secondo le stime della società di ricerca Fastmarkets, la domanda di carbonato di litio equivalente (LCE) si attesterà sulle 698.000 tonnellate alla fine del 2022, con un incremento a 895.000 tonnellate circa alla fine del prossimo anno. E’ dunque fondamentale posizionarsi sul mercato per intercettare la domanda e puntare ad una presenza industriale nei segmenti chiave della filiera.
A fornire il litio all’azienda ci penserà Trafigura, società di trading globale attiva nel settore dei metalli ferrosi e non ferrosi, avendo firmato un offtake agreement nel maggio di quest’anno. Si tratta di un trend, quello di ricorrere ai colossi multinazionali, crescente e che vede i grossi player del settore (dai produttori di auto ai fornitori di componenti) guardare con sempre maggior attenzione e preoccupazione alle forniture.
L’investimento comunque rafforzerà la posizione britannica nel mercato europeo delle batterie. “Ci consentirà di muoverci velocemente per assicurare le filiere dei minerali critici, dal momento che minacce geopolitiche ed eventi globali al di là del nostro controllo possono impattare fortemente l’approvvigionamento di componenti chiave che ritarderebbero l’adozione dei veicolo elettrici in Gran Bretagna”, ha commentato il Segretario Shapps alla conferenza stampa.
In Europa sono pianificati altri investimenti, tra cui il progetto di Technip Energies, in collaborazione con Viridian Lithium, per un impianto da 100.000 tonnellate in Francia nella località di Lauterbourg, e l’accordo tra Bilfinger e la compagnia clean tech Rock Tech Lithium, per un altro sito di produzione da 24.000 tonnellate a Brandeburgo, in Germania.
Serviranno tuttavia nuovi investimenti, con il supporto dei governi, per bilanciare il crescente squilibrio di mercato tra Asia ed Europa per il mercato delle batterie. Senza capacità di raffinazione midstream, i nuovi progetti minerari non potranno che rivolgersi ai raffinatori asiatici, spostando ancor di più le filiere a valle e a maggior valore aggiunto.