Gli ambiziosi sviluppi, i progressi tecnologici e le attività cibernetiche e ibride di Pechino preoccupano i ministri degli Esteri dei Paesi dell’Alleanza Atlantica, riuniti al vertice di Bucarest. Sebbene la Nato sia rimasta un’alleanza regionale, per Stoltenberg le sfide che l’aspettano sono globali e devono essere affrontate insieme da tutti gli alleati
Le sfide che attendono la Nato sono di portata globale, ed è per questo che gli Alleati devono rimanere uniti e affrontarle con uno sguardo di lungo termine. È quanto emerso dalla seconda giornata del vertice di Bucarest, che ha riunito nella capitale romena i ministri degli Esteri dei Paesi dell’Alleanza Atlantica. Una giornata incentrata sul sostegno ai partner, Ucraina in primis, che devono sostenere più di altri la pressione russa sul fianco orientale dello spazio transatlantico. Focus particolare, tuttavia, è stato incentrato sul ruolo della Cina, e sulla sfida di lungo periodo lanciata da Pechino all’intero Occidente. Come registrato dal segretario generale, Jens Stoltenberg, “La Nato è un’alleanza di Europa e Nord America, ma le sfide che affrontiamo sono globali e dobbiamo affrontarle insieme”.
Attenzione alla Cina
A preoccupare in particolare i ministri, sono infatti gli ambiziosi sviluppi militari della Cina, soprattutto i progressi tecnologici e la sfida posta dalle attività cibernetiche e ibride di Pechino dirette contro le reti dei Paesi occidentali. Per affrontare questa minaccia, diventa ancora più cruciale garantire il vantaggio tecnologico della Nato e rafforzare la cooperazione con i partner della regione indo-pacifica. Sul tema è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ha ribadito come “a lungo termine la Cina è un competitor dell’Unione europea e dell’Occidente, Xi Jinping lo ha detto chiaramente nel corso dei suoi interventi”. Per il ministro italiano, dunque, Pechino è un interlocutore “ma noi vogliamo che ci siano le stesse regole”.
La competizione con l’Italia
Secondo Tajani, tra l’altro, il nostro Paese avrebbe “una competizione naturale con la Cina sulle industrie” e per questo c’è bisogno di “tenere conto del fatto che sia giusto impedire un’azione di acquisto di imprese italiane e europee, se questo significa portare via dall’Italia il nostro saper fare” un qualcosa che per il ministro sarebbe “inaccettabile”. Per Tajani è dunque necessario “difendere i nostri interessi, le nostre infrastrutture; dobbiamo dialogare, ma tenere conto che la Cina è un competitor strategico, ha interessi diversi dei nostri che noi dobbiamo tutelare”.
La sfida alle supply chain
Una minaccia, quella della Repubblica Popolare, che colpisce anche le linee di approvvigionamento dei Paesi europei e nordamericani. Il caso rappresentato dalla dipendenza europea dal gas russo “dovrebbe portarci a valutare le nostre dipendenze da altri regimi autoritari, non ultima la Cina, per le nostre catene di approvvigionamento, la tecnologia o le infrastrutture” ha infatti sottolineato Stoltenberg, aggiungendo come nonostante “continueremo a commerciare e a impegnarci economicamente con la Cina, dobbiamo essere consapevoli delle nostre dipendenze, ridurre le nostre vulnerabilità e gestire i rischi”.
Il supporto all’Ucraina
Naturalmente, in cima all’agenda degli incontri anche la situazione sul campo in Ucraina, dove “nelle ultime settimane la Russia ha bombardato più di un terzo del sistema energetico dell’Ucraina, facendo precipitare milioni di persone nel freddo e nell’oscurità”, come ha riportato il segretario di Stato degli Stati Uniti, Anthony Blinken, che ha definito questa strategia del presidente Vladimir Putin una “barbara brutalizzazione del popolo ucraino”. Anche in questo caso, è stato sottolineato il ruolo giocato da Pechino, come ha riportato l’inquilino della Farnesina: “la Cina in questo momento ha un ruolo importante da svolgere, quello di far sì che la Russia scelga la via della pace non la via della guerra; siccome in questo momento è il principale interlocutore della Russia”.
Il decreto per gli aiuti
Per quanto riguarda invece gli aiuti all’Ucraina, il ministro Tajani ha avuto un colloquio, definito “lungo e molto cordiale” con l’omologo di Kiev, Dmytro Kuleba, durante il quale è stato ribadito l’impegno del nostro Paese ha garantire l’indipendenza del territorio ucraino. Tajani ha anche riferito a Kuleba come “presto il ministro della Difesa porterà in Consiglio dei ministri un decreto per prorogare i tempi delle decisioni già adottate, che scadono il 31 dicembre, per l’eventuale fornitura di strumenti militari all’Ucraina, sempre previo passaggio parlamentare”.