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Tecnologia, formazione, metaverso. Il futuro secondo Giusy Di Foggia (Nokia)

Il futuro sta arrivando e non occorre attraversare le Alpi per coglierne le opportunità. Conversazione con Giusy Di Foggia, amministratore delegato e vice presidente di Nokia Italia

Investire nelle competenze Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) per affrontare le sfide globali del futuro. Combattere il divario di genere nelle facoltà e nelle professioni tecnico-scientifiche. È questa la sfida del domani? Secondo la ricerca dell’Osservatorio Stem presentata al Parlamento europeo, promossa da Fondazione Deloitte e Gruppo di Iniziativa Italiana, sempre maggiore è il disallineamento tra domanda del mercato e offerta di competenze professionali tecnico-scientifiche. E i laureati in facoltà Stem in Italia, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Grecia e Malta sono in media solo il 26 per cento del totale. Una profonda criticità, in un’economia globale sempre più guidata dalla tecnologia e dall’innovazione. Una questione non neutra anche rispetto al divario di genere. In Italia, nonostante le donne registrino in assoluto i migliori risultati accademici, sono una minoranza nelle lauree economico-statistiche. La percentuale di laureate in questi settori è del 40% sul totale del settore rispetto al 79% in quello letterario ed artistico culturale, secondo il rapporto di Almalaurea “Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni personali”. E, nella scelta, incide la realtà del mondo del lavoro, con prospettive di ruolo e differenze salariali tra i generi. Innovazione e valorizzazione dell’insegnamento Stem, fin dai primi anni di istruzione, sono una sfida per gli obiettivi su digitale e transizione ecologica che mettono sempre più in gioco queste conoscenze.

Competenze che sono anche un importante tassello del percorso di parità. In un’Europa che potrà raggiungere la parità di genere nel 2080, secondo i dati dell’European Institute for Gender Equality (Eige), da quest’anno, per accedere ai bandi del programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione della Commissione Europea Horizon2020, le organizzazioni devono dotarsi di un “gender equality plan”. E il domani ha già il volto di donna. Il recente via libera definitivo del Parlamento europeo della Direttiva sulle donne nei Consigli di amministrazione chiede alle società quotate nell’Unione di adottare, entro la fine di giugno 2026, misure per incrementare la presenza delle donne nelle posizioni apicali affinché il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi e il 33% di tutti i posti di amministratore siano occupati dal sesso sottorappresentato.

Il merito sarà, comunque, il criterio principale durante le procedure di selezione. “Il soffitto di vetro che impediva alle donne di accedere alle posizioni di vertice delle aziende è stato infranto. È un momento davvero storico e commovente”, ha commentato la presidente Ursula von der Leyen. E la presidente del Parlamento Roberta Metsola: “È l’inizio della fine della discriminazione di genere in Europa”. “Una vera crepa nel soffitto di cristallo”. Equità di genere e generazionale, un dialogo più attivo tra imprese e mondo dell’istruzione, valorizzazione delle materie Stem sono, dunque, tra gli obiettivi di un futuro che guarda alla dedizione, alla competenza e alla determinazione delle donne come risorsa di progresso non solo economico ma per la costruzione di una società di benessere. Propensione alle competenze soft skill e una visione più ampia in grado di comunicare con passione sono i requisiti richiesti nel lavoro a beneficio di tutti.

Una testimonianza femminile vincente, in Italia, sembra poter far credere nella parità di formazione e nei processi decisionali, nella possibilità di conciliare carriera e famiglia, a dispetto di dati e statistiche. È Giusy Di Foggia. Romana, coniugata, due figli, Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, ingegnere elettronico con master in “Professional Program Management” negli Stati Uniti, dopo responsabilità ricoperte anche in ambito internazionale, da aprile 2020 è amministratore delegato e vice presidente di Nokia Italia e Country Senior Officer per Italia e Malta. È tra i venti top manager premiati “Ceo Italian Awards 2021”, categoria Tlc. Solare e accogliente nel sorriso e dal tratto pacato, sin dal primo sguardo riflette rigore e concretezza. Un’armonia d’insieme e un entusiasmo che esprimono il costante impegno professionale di lucidità e inarrestabile progettualità. Dalla passione giovanile per la moda, il design, la musica, l’esperienza di immaginare, nei laboratori tecnologici, il futuro, è diventata la sua realtà. Oggi, è tra quella percentuale minima femminile del 2% che ricopre, in Italia, un ruolo di vertice aziendale.

GIUSEPPINA DI FOGGIA NOKIA

Come ha maturato la sua scelta di formazione da ingegnere? E quanto pesano, ancora oggi, pregiudizi e stereotipi nella parità di genere?

Il mio sogno era quello di fare la cantante come Whitney Houston e avevo una passione per il mondo della moda e per gli stilisti come Armani. Tuttavia, ero anche attratta e affascinata dalla tecnologia e dalla sfida di poter diventare ingegnere. Così ho frequentato la Sapienza di Roma dove mi sono laureata in Telecomunicazioni e successivamente ho conseguito un Master in Project Management allo Stevens Institute of Technology negli Stati Uniti. La mia prima esperienza professionale è stata in ambito ricerca e sviluppo dove mi sono occupata dello sviluppo di un simulatore per la tecnologia radiomobile denominata 3G. Un progetto innovativo se si pensa che in quel periodo la tecnologia disponibile commercialmente era il 2G, ovvero il GSM. Alle ragazze ed i ragazzi che oggi stanno maturando la decisione circa il percorso di studi da intraprendere, vorrei dire di scegliere di sfidare i pregiudizi, inseguire il proprio talento e magari puntare su di un percorso Stem che, se anche non dovesse concludersi con un’occupazione nell’industria high-tech, fornisce le competenze essenziali per affrontare le sfide del futuro in qualsiasi ambito, da quello economico a quello sociale.

Come Ceo di Nokia Italia lei ha dato priorità alla formazione giovanile per attrarre talenti in aree scientifiche e tecnologiche. In un mondo che ha oscurato il futuro può rappresentare un orizzonte concreto di speranza?

Mi piace che si sia scelto di rinominare quella che si chiamava “Alternanza Scuola Lavoro” in “Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento”, perché si mette l’accento sul valore della formazione, intesa come osmosi fra scuola e aziende: un’opportunità sia per gli studenti che per le imprese coinvolte. Una formazione mirata porta infatti un beneficio immediato a chi entra nel mondo del lavoro, così come alle imprese che necessitano di giovani tecnici. In Nokia offriamo la possibilità di stage e tirocini, in collaborazione con le scuole del territorio. E mi lasci ricordare che in Nokia ogni percorso di orientamento parte dalla formazione in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro che è requisito imprescindibile, “non negoziabile”, perché, come ha detto in più occasioni il Presidente Mattarella, la sicurezza sul lavoro è alla base della sicurezza sociale, cioè di un “valore fondante di una società contemporanea”. Ed un percorso di formazione ed orientamento rivolto ai giovani deve partire dalla consapevolezza culturale della sicurezza. Le ragazze e i ragazzi che hanno fatto parte dei nostri programmi sono stati coinvolti attivamente in diversi progetti nei quali sono stati supportati con entusiasmo da colleghi appartenenti a diverse strutture aziendali. Ho la fortuna di guidare un’azienda fortemente orientata all’innovazione tecnologica: uno dei miei obiettivi, come Ceo di Nokia Italia è promuovere l’innovazione nel Paese attraverso una cultura dell’apprendimento continuo che sostenga i giovani nella ricerca di nuove conoscenze, nello sviluppo di competenze e nel miglioramento delle loro prestazioni professionali. Incoraggiando l’innata curiosità dei giovani, noi possiamo contribuire a dare quegli strumenti che consentiranno loro di avere un impatto positivo sul progresso della società, raggiungendo al contempo i loro obiettivi di crescita personale e professionale.

Il mondo del lavoro offre molte opportunità ai laureati nelle discipline tecnico-scientifiche, tuttavia – soprattutto in Italia – la domanda supera l’offerta. Qual è la ricetta per avvicinare i giovani alla tecnologia?

La tecnologia è alla base della digitalizzazione, la tecnologia permette di migliorare la qualità della vita ed è un veicolo per l’inclusione. Quando il mondo è in difficoltà – e naturalmente mi viene subito in mente la pandemia – si sente un crescente e diffuso bisogno di telecomunicazioni, in tutti i settori della società e in ogni fascia di età. Ma sono soprattutto i più giovani, ad avvertire il bisogno di comunicare, in ogni momento e indipendentemente dalla distanza fisica. Il passo successivo è stimolare chi sta per decidere il percorso universitario a mettere insieme le tessere del puzzle: la ricetta è combinare la passione con l’ambizione e la consapevolezza. La passione si stimola facendo intravedere il futuro che sta arrivando, cosa c’è dietro l’angolo. L’ambizione fa leva sul far comprendere le incredibili possibilità che si aprono a chi si impegna negli studi tecnici. Occorre dire ai giovani che non hanno bisogno di ammirare i successi degli altri, ma che possono essere loro ad arrivare in alto, tanto in alto quanto desiderano impegnarsi.

Come fare?

Le opportunità sono a portata di mano per chi vuole coglierle. La consapevolezza è far capire il significato e l’importanza del lavoro che andranno a fare, una volta conseguito il titolo di studio: tecnologia significa contribuire a un ambiente sostenibile, a sfamare il pianeta, a sviluppare strumenti diagnostici per la medicina. I giovani sono per natura idealisti: il futuro della terra, la lotta contro la sottoalimentazione, la cura delle malattie, non sono ideali per cui vale la pena studiare e impegnarsi? Ebbene, se sei appassionato, ambizioso e desideri fare un lavoro che abbia un impatto sulla società in cui vivi, allora la tecnologia è la soluzione. In Nokia, creiamo la tecnologia per aiutare il mondo ad agire insieme, come recita il nostro scopo aziendale. In Italia siamo leader in tutte le tecnologie: accesso mobile e fisso, 5G e fibra ottica, reti di trasporto e core network che forniamo ai principali operatori del paese, alle grandi imprese, alla Pubblica Amministrazione. E abbiamo l’ambizione di essere “the best place to work”, l’azienda di riferimento per chi cerca lavoro nelle telecomunicazioni.

Ha parlato del futuro che sta arrivando. A cosa si riferisce?

Quando avviamo percorsi di stage o di formazione con gli studenti presso la nostra azienda, facciamo loro guardare il futuro dal buco della serratura. Nei Laboratori di Ricerca & Sviluppo si è almeno un passo avanti rispetto allo stato dell’arte della tecnologia. Guardando avanti in un futuro non remoto, il prossimo passo della rivoluzione digitale sarà il metaverso, con la condivisione sempre più spinta fra mondo fisico e mondo digitale. Il metaverso è un universo digitale composto da vari elementi tra cui video, realtà virtuale e realtà aumentata. Si tratta di un cyberspazio, ovvero di un universo creato e alimentato dalle reti di comunicazione, con milioni di dispositivi interconnessi. Ai dispositivi potrà essere associato il cosiddetto “digital twin”, il gemello digitale.

Può farci un esempio concreto?

La progettazione e costruzione di un ponte. Si parte da un modello digitale, una sorta di prototipo virtuale che consente di fare ogni tipo di prova e di simulazione, fino all’identificazione di una soluzione ottimale. Una volta che il ponte sarà costruito, il gemello digitale non cessa di esistere, al contrario. La sensoristica presente sul ponte fisico trasmetterà con continuità dati e informazioni al gemello digitale, per monitorare in tempo reale lo stato d’uso del ponte e provvedere alla manutenzione preventiva e correttiva di tutte le parti soggette a deterioramento o usura. Una tragedia come quella del crollo del ponte Morandi di Genova sarà un ricordo del passato. Ecco cosa intendo quando dico di dare un’occhiata al futuro. Inutile dire che la rete è fondamentale per realizzare l’enorme gamma di potenzialità che il metaverso apre nella sfera industriale, aziendale e sociale. Non ci sarà metaverso senza reti avanzate: wireless privato specializzato, 5G-Advanced e 6G, rete di reti e rete come servizio, supportato da Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale e Aumentata, Machine Learning, tutti campi in cui in Bell Labs di Nokia, in Italia e in varie parti del mondo, conduce la Ricerca & Sviluppo.

Vogliamo citare un esempio italiano?

Uno dei campi delle tecnologie del metaverso è il training, in particolare tramite la Realtà Virtuale, che simula perfettamente la formazione in presenza. Uno dei nostri ricercatori, presso la Direzione Generale di Vimercate, ha guidato un team per lo sviluppo del “Nokia Learning Space”, un ambiente di training in Realtà Virtuale in 3D: si tratta di una stanza creativa in cui si apprende come installare un apparato di rete Nokia durante l’intero processo, dal disimballaggio dell’apparato, alla connessione del cavo di alimentazione, il montaggio nel rack, l’accensione e l’installazione del software. Alla fine del training si ottiene la certificazione. Non si tratta soltanto di virtualizzare oggetti fisici, ma anche di rendere visibile l’invisibile: nel mondo reale la propagazione delle onde radio è invisibile, con Realtà Virtuale e Aumentata essa diventa visibile. Riuscite a immaginare cosa significa in potenzialità di apprendimento? Spero che il mio messaggio sia chiaro, adesso: il futuro sta arrivando e non occorre attraversare le Alpi per coglierne le opportunità.

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