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La Ftc si gioca molto sul ricorso contro Microsoft e Activision

La Federal Trade Commission ha presentato un reclamo per far luce sulle reali conseguenze che deriveranno dall’operazione. Il timore è che Microsoft possa “manipolare i prezzi di Activision, diminuendo la qualità dei suoi giochi per le piattaforme rivali”. Con questo caso, la Ftc cerca di attuare la sua strategia di maggior controllo sulle Big Tech

Per la conclusione dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft bisognerà attendere l’indagine federale. È arrivato lo stop della Federal Trade Commission (Ftc) statunitense che, attraverso un reclamo, punta a bloccare l’operazione da 75 miliardi di dollari. Il motivo è l’impatto negativo che andrebbe a pesare sulla concorrenza nel settore dei videogiochi, “manipolando i prezzi di Activision e diminuendo la qualità dei suoi giochi per le piattaforme rivali”. Le ripercussioni saranno a cascata, fino ai consumatori, ha affermato la Ftc.

“Oggi cerchiamo di impedire a Microsoft di ottenere il controllo di un importante studio di videogiochi indipendente e di utilizzarlo per danneggiare la concorrenza in molteplici mercati di gioco dinamici e in rapida crescita”, ha spiegato la direttrice dell’Ufficio della concorrenza della Ftc, Holly Vedova. La mozione è passata per tre voti a uno, con la repubblicana Christine Wilson unica contraria. Da Microsoft definiscono le proprie intenzioni come ragionevoli e in buona fede, con il presidente Brad Smith che ha difeso la sua azienda: “fin dal primo giorno, abbiamo prestato la massima attenzione al rispetto delle dinamiche concorrenziali”.

Quello tra Microsoft e Activision sarebbe la più grande operazione della società di Redmond, con cui potrebbe diventare la terza grande società del gaming mondiale, dietro a colossi come Tencent Sony. Prima, però, deve essere conclusa e non sarà così facile, visto che valutazioni simili a quella della Ftc le stanno conducendo anche in Gran Bretagna e in Unione europea. Ciò che viene contestato a Microsoft è che, “con il controllo sui franchise di successo di Activision, Microsoft avrebbe sia i mezzi che i motivi per danneggiare la concorrenza manipolando i prezzi, degradando la qualità del gioco o l’esperienza del giocatore su console e servizi di gioco rivali, modificando i termini e i tempi di accesso ai contenuti di Activision, o trattenendo completamente i contenuti dai concorrenti, con conseguenti danni ai consumatori”.

Per provare a evitare polemiche, proprio il giorno prima che si esprimesse la commissione, Microsoft aveva chiuso un accordo per portare, per la prima volta, il celebre gioco di guerra Call of Duty sulle piattaforme Nintendo. Una mossa che serviva a Microsoft per dimostrare la sua buona fede, dando una prova concreta della sua volontà di non rendere la sua Xbox come l’unico mezzo dove poter continuare a godere di questo gioco, così come degli altri (World of WarcraftCandy Crush e via dicendo). Insomma, anche le rivali Playstation Switch avranno modo di partecipare alla festa.

A pesare sulla trattativa sono state anche le polemiche piovute addosso a Activision e al suo ceo, Bobby Kotick, accusato di molestie sui dipendenti. Le indagini si sono allargate anche al modo in cui la società ha tentato di far cadere la storia nel silenzio. Tutto ciò ha portato la Ftc a indagare con ancora maggior attenzione anche sulla trattativa con Microsoft.

Sulla questione, i più agguerriti sono i progressisti democratici, impauriti di come trattative di questo genere possano portare maggiore potere nelle mani di poche aziende, che gestiscono non solo videogiochi e console, ma anche i dati degli utenti e le entrate dalle inserzioni. Una stoccata alle autorità è arrivata proprio da Kotick. “L’accusa che questo accordo sia anticoncorrenziale non è in linea con i fatti e crediamo che vinceremo questa sfida” contro “un ambiente normativo incentrato sull’ideologia e idee sbagliate riguardo l’industria tecnologica”. Ma dovrà scendere a patto con questa realtà, visto che la presidente della Ftc, Lina Khan, vuole fare del caso Microsoft-Activision uno dei pionieri della nuova strategia dell’antitrust americano, molto più occhiuta nelle trattative tech. Finora non è riuscita a portare a casa nessun “big fish”, sarà questa la battaglia su cui giocarsi il suo capitale politico?



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