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Azione sposa la linea Nordio. Per Costa, l’obiettivo è la separazione delle carriere

costa

Il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere spiega la posizione di Azione a Formiche.net: “Il piano di Nordio corrisponde all’affermazione di principi liberali nei quali noi crediamo. La strada verso una profonda revisione in senso garantista è auspicabile e urgente. E questa direzione, chiaramente, comprende anche una profonda revisione dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze, in special modo per gli amministratori locali”

“Sulla giustizia il governo avrà il nostro pieno appoggio: quelle proposte dal ministro Carlo Nordio per noi sono delle priorità”. Il deputato di Azione Enrico Costa, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera sposa a pieno il programma del guardasigilli. La proiezione è quella di una vera e propria rivoluzione copernicana. Tra le altre cose, la linea Nordio è quella di separare le carriere tra giudici e pm, abbandonare l’obbligatorietà dell’azione penale e una profonda revisione delle intercettazioni.

Costa, un vero e proprio allineamento di Azione all’indirizzo del governo. Come lo spiega?

In Aula ho sostenuto il piano del ministro perché, prima di tutto, si tratta di un’affermazione dei principi liberali. Principi che coincidono esattamente con la nostra visione sulla giustizia. In questo senso il nostro appoggio al governo sarà totale: faremo proposte, emendamenti e voteremo a favore laddove lo riterremo opportuno.

Partiamo dalle sue proposte. 

Tra le tante, ho indicato al ministro Nordio la necessità di intervenire quanto prima nella direzione di una profonda revisione del segreto istruttorio, per evitare la fuga di notizie. Lo stesso vale per la pubblicazione di certi atti d’indagine che attualmente vengono pubblicati e spesso costringo alla gogna persone che, in definitiva, vengono assolte o prosciolte. Molto efficace è stato il passaggio del ministro sull’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. In  Aula ha citato, esplicitamente, casi nei quali molte persone (tra queste anche magistrati) sono stati letteralmente stritolati dalla pubblicazione delle intercettazioni. La strada verso una profonda revisione in senso garantista è auspicabile e urgente. E questa direzione, chiaramente, comprende anche una profonda revisione dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze, in special modo per gli amministratori locali.

Sui procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati, quale è la sua posizione?

È giusto affidare i procedimenti disciplinari sui giudici non più al Csm ma a un’alta corte. Così come penso sia necessario che la magistratura esca finalmente da questa alea di onnipotenza.

L’Associazione nazionale magistrati ha già, come era ampiamente prevedibile, lanciato osservazioni piuttosto critiche. 

Beh, era appunto prevedibilissima questa presa di posizione. Ma d’altra parte si tratta della difesa corporativa della magistratura, più attenta a coltivare gli interessi di bottega piuttosto che intervenire nel merito delle profonde disfunzioni che presenta oggi il nostro sistema giudiziario.

Il passaggio davvero epocale è quello della separazione delle carriere. Battaglia sulla quale sia lei, ma anche le Camere penali si stanno battendo da tanto tempo. Serve, tuttavia, una riforma costituzionale. Ci si arriverà?

Non è un passaggio immediato, nel senso che l’iter di revisione costituzionale impone passaggi lunghi e non sempre agevoli. L’obiettivo è chiaro e la strada imboccata è giusta. Ho, fra l’altro, chiesto al ministro quali materie intenderà lasciar trattare al Parlamento e quali invece saranno di diretta competenza del governo. A ogni modo, anche su questo fronte, Nordio potrà contare sul nostro pieno appoggio.

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