Mentre dieci giorni fa i ministri degli Interni hanno dato il via libera all’adesione della Croazia allo spazio Schengen, Romania e Bulgaria continuano invece a restare ancora escluse, nonostante i pareri positivi da parte della Commissione europea
“Ho scelto di venire qui, sul Fianco Est, perché in questo momento è il fronte più critico che ha segnato e segnerà la nostra vita”. Non sono scelte a caso le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto in Ungheria, dove ha incontrato i militari del Contingente nazionale del Battle Group Nato impegnati nella missione “enhanced Vigilance Activities”. Ma mettono una volta di più l’accento su un momento delicato in un settore altamente strategico sia per l’Ue che per gli interessi italiani.
Trittico
“Onorato di portare il saluto e ringraziamento delle Istituzioni e degli italiani ai nostri militari che trascorreranno le Feste di Natale al servizio del Paese, lontani dai loro cari”, ha detto il ministro in occasione della sua visita per le festività natalizie. Ungheria, Romania e Bulgaria infatti rappresentano un trittico significativo del costone balcanico per mille e più motivi. Ha incontrato anche il suo omologo ungherese Kristóf Szalay- Bobrovniczky con cui ha discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione italo-ungherese anche nell’ambito della missione Nato in Kosovo Kfor.
La situazione allargamento dice che mentre dieci giorni fa ministri degli interni hanno dato il via libera all’adesione della Croazia allo spazio Schengen, Romania e Bulgaria continuano invece a restare ancora escluse, nonostante i pareri positivi da parte della Commissione europea. Molto critico il presidente Klaus Iohannis, secondo cui c’è in piedi “un veto, quello austriaco, deprecabile, ingiustificato e inspiegabile. Il ministero degli Esteri di Bucarest ha convocato l’ambasciatore austriaco, mentre quello romeno a Vienna è stato richiamato per consultazioni”.
Balcani & Gas
Quanto alla Bulgaria è utile ricordare il suo nuovo “aggancio” alla voce gas, tramite l’Igb con la Grecia, bretella ideale del Tap. Si tratta di un gasdotto da 180 chilometri che “parla” anche italiano per via della presenza di Edison: l’infrastruttura è operata da Icgb in qualità di Independent Transmission Operator (ITO), e ha per azionisti con una quota del 50% ciascuno Beh e Igi-Poseidon (Edison detiene indirettamente il 25%). La capacità di 3 miliardi di metri cubi, pari all’intero fabbisogno della Bulgaria, la dice lunga sulla bontà del progetto e soprattutto apre ai paesi del Sud Est europeo una nuova rotta di approvvigionamento.
Scenari
Altro elemento di tensione “parallelo” è il Kosovo, dove continuano le barricate nella parte del Paese a maggioranza serba, in nove località: è forse questo il momento più difficile dalla fine della guerra e il fatto che il comando Kfor sia a guida italiana offre l’occasione per progettare una nuova fase di sostegno alle comunità locali, in attesa di una svolta che stemperi la tensione.
Non mancano gli appelli da parte della comunità internazionale, come quelli di Washington e Bruxelles, anche perché l’influenza russa resta sempre un tema prioritario.
Anche per questa ragione il contingente Nato ha comunicato di aver aumentato la propria presenza alla frontiera con la Serbia in accordo «con tutte le parti interessate» per rispondere ad alcuni gruppi organizzati che si sarebbero infiltrati nelle manifestazioni di protesta.