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Lagarde maldestra e in fuorigioco. La mossa sui tassi letta da De Mattia

L’annuncio di una nuova stretta monetaria e l’anticipo del disimpegno dall’acquisto dei titoli di Stato ha mandato in tilt i mercati. Per l’editorialista ed ex Bankitalia a Francoforte c’è troppa confusione, anche e non solo nella comunicazione. Per questo il danno si poteva evitare

Sì, Christine Lagarde è stata maldestra. Poteva evitare, per dirla con le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, di diventare tutto d’un botto falco, infilando sotto l’albero di Natale delle famiglie italiane un mutuo ancora più caro di quanto non lo sia già. Eppure è successo. Riavvolgendo il nastro, Francoforte ha rifilato una doppietta che ha spazzato via nel giro di poche ore una tranquillità sui mercati ora più che mai rimpianta. Nuova stretta ai tassi, la promessa che aumenteranno ancora “al ritmo di 50 punti base alla volta per un certo periodo”, e da marzo i bond comprati negli ultimi otto anni cominceranno ad essere scaricati sul mercato.

Difficile fare più di così. E pensare che solo poche ore prima, l’Italia aveva incassato un sì dell’Ue non scontato alla manovra. Ma ora la Bce si è ripresa qualcosa indietro. Risultato? Spread Btp/Bund subito oltre i 200 punti base e rendimenti sul titolo decennale al 4,3%. Non è finita, a voler cercare il pelo nell’uovo, che poi tanto pelo non è, c’è da mettere agli atti l’uscita della Lagarde sui mal di pancia nel ratificare il Mes del governo italiano bollato come outlier, l’unica eccezione fra i partner europei dopo il sì della Corte costituzionale tedesca. “Speriamo che l’Italia ratifichi velocemente la riforma del Mes” per completare l’unione bancaria, si limita a rispondere Lagarde. Tanto basta ad alzare lo scontro sul meccanismo salva-Stati, nervo scoperto dei sovranisti da anni.

Il ministro Crosetto non le ha mandate a dire, tornando a più riprese sulla mossa della Bce. Il messaggio di fondo è chiaro, “il “problema delle dichiarazioni della presidente della Banca centrale è che hanno un “effetto sul futuro debito italiano”. Formiche.net ha chiesto un parere ad Angelo De Mattia, editorialista e già alto dirigente di Bankitalia. “La mia è una valutazione negativa, perché Lagarde ha messo insieme un po’ tutto: aumento dei tassi, indicazioni chiare sulla prosecuzione della linea restrittiva e, soprattutto ha annunciato che a marzo inizierà la riduzione del bilancio, con il disinvestimento di 15 miliardi al mese. In questo modo Lagarde ha dato soddisfazione alla parte più dura del board”, spiega De Mattia.

“Tutto questo è stato accompagnato da una completa sottovalutazione dell’inflazione, più volte la Bce ha detto che eravamo dinnanzi a un fenomeno transitorio ma poi i fatti hanno smentito la stessa Lagarde. L’errore, se così lo vogliamo chiamare, della Bce è quello di aver sottovalutato i problemi della crescita in Europa. La politica monetaria non è andata nella direzione della crescita, risultando inadeguata per certi versi, così come la stessa comunicazione istituzionale da parte della Lagarde. La politica monetaria deve giocare d’anticipo, prevenire, e invece qui si procede senza bussola, di board in board e questo è un problema. Diciamo che la decisione adottata ieri deve lasciare profondamente insoddisfatti. Emerge un fatto di fondo: Lagarde non riesce a parlare con una voce unica”.


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