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La Cina saluta i lockdown. Ma non è per forza una buona notizia per Xi

Il passaggio repentino dalla fase zero-Covid, tutto politico, non ha tenuto conto di alcune variabili che presto potrebbero diventare costanti. La scarsa efficacia dei vaccini cinesi farà impennare malati e decessi, fermando la macchina pubblica. E il ritorno ai consumi innescherà una spirale inflattiva che minaccerà la crescita

Tra due fuochi. La Cina si è appena lasciata alle spalle una lunga stagione di lockdown, di quelli duri e puri. Una scelta tutta politica che si è rivelata, come raccontato e spiegato più volte da Formiche.net, sbagliata e lesiva di un’economia che ha imparato a fare del Pil a doppia cifra il suo credo. E ora, il Dragone paga il conto. Eppure, il futuro della seconda economia mondiale rischia di essere non meno buio del presente.

Tanto per cominciare, fine delle restrizioni vuol dire maggiore circolazione del virus in mezzo a una popolazione non solo poco vaccinata ma soprattutto con un farmaco dalla dubbia efficacia. Di conseguenza, come ha scritto Bloomberg, la Cina deve aspettarsi un’ondata non solo di malati, ma di decessi. Il che per un’economia che vuole crescere come un tempo è un problema non da poco, considerato che una vasta diffusione del virus fermerà quasi certamente la macchina pubblica e le industrie.

Senza considerare la credibilità del governo cinese agli occhi dei cittadini. Per passare da una fase zero-Covid a una più morbida, sono bastate una decina di giorni. E le persone sono spaesate. “Penso solo che la gente avrà completamente perso la fiducia nella fornitura di informazioni da parte del governo”, ha spiegato Mary Gallagher, direttrice dell’International Institute dell’Università del Michigan e specialista in Cina.

Oltre alla confusione, alla crisi della credibilità, all’impennata dei casi e dei decessi, l’altro grande imbuto pronto a inghiottire la Cina è l’inflazione. Sì, perché per mesi i consumi sono stati pressoché azzerati nelle città messe sotto chiave, con il governo che provvedeva a fornire provviste e generi di prima necessità. Ora, con la riapertura delle attività commerciali, la domanda è destinata a crescere impetuosamente, spingendo i prezzi.

“Un successivo boom di riaperture potrebbe innescare l’inflazione”, sentenzia Bloomberg. E ancora, “un aspetto da tenere d’occhio saranno i viaggi internazionali, poiché sarà utile monitorare l’approccio di Pechino all’istruzione e al turismo quando i cinesi ricominceranno ad avventurarsi all’estero”. Insomma, il rischio di passare dalla padella alla brace è alto.

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