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Difesa, Ue, sicurezza. Tutti i dossier sul tavolo tra Italia e Turchia

Roma e Ankara hanno una visione pragmatica senza battaglie ideologiche, ha detto Cavusoglu ai Mediterranean Dialogues in corso a Roma. Crosetto ad Akar: collaborazione importante. Sul tavolo la possibile modernizzazione del sistema di difesa missilistico francese Samp-T, le interlocuzioni diplomatiche dopo la mediazione sul grano e la cooperazione su sicurezza e clandestini

Difesa, cooperazione, sicurezza e status nel Mediterraneo: Italia e Turchia provano a consolidare le proprie relazioni in un momento estremamente delicato sia per l’aspetto bellico che per quello strategico legato alla geopolitica nel Mare Nostrum. Accanto alle interlocuzioni dei ministri di difesa, esteri e interni dei due Paesi ecco la contingenza da un lato della collaborazione industriale tra Roma e Ankara e, dall’altro, il ruolo turco all’interno del dossier ucraino.

Relazioni & business

L’elemento della collaborazione (definita “importante”) è stato sottolineato dal ministro della Difesa Guido Crosetto con il collega turco Hulusi Akar. Quest’ultimo ha ribadito la strategicità della partnership a livello militare tra i due Paesi e la cooperazione di alto livello nell’industria della Difesa. Ma non solo, perché in ballo c’è anche la strategia tarata sul versante del Mediterraneo Orientale e in altre aree direttamente o indirettamente connesse. Entrando nel merito dei dossier ecco il progetto per attualizzare il sistema di difesa missilistico francese Samp-T, bloccato da anni ma potenzialmente in grado di ripartire, così come emerso dopo l’incontro a Bali tra il premier Giorgia Meloni e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Di sicurezza e lotta ai clandestini hanno discusso poi il ministro degli Interni turco Suleyman Soylu con Matteo Piantedosi.

Visioni comuni

Roma e Ankara hanno una visione pragmatica senza battaglie ideologiche, ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ai Mediterranean Dialogues in corso a Roma, visto che la Turchia sta portando avanti un ruolo da “mediatore onesto e affidabile raggiungendo risultati come per l’intesa di Istanbul, lo scambio di prigionieri e il dialogo sul nucleare”.

Altro punto primario è ovviamente Kiev: Cavusoglu e Tajani si sono soffermati sugli sviluppi in Ucraina e Siria, con la possibilità di promuovere un vertice di alto livello tra i due Paesi nel 2023. In sostanza la mediazione turca sul grano ucraino è, secondo Roma, un buon viatico politico per affrontare nel merito la questione bellica.

Secondo Tajani la Turchia è l’interlocutore più adatto per indurre Mosca a fare marcia indietro: “Certamente non si possono fare negoziati di pace se si si lanciano centinaia di missili e se si utilizza il Generale Inverno non a danno dell’esercito ma di un popolo inerme e abbattendo e tutte le reti energetiche. La Russia, se vuole che ci sia dialogo, deve fare una marcia indietro e smettere di lanciare missili sulla popolazione”, ha detto ministro.

Giallo

C’è anche un giallo in questa giornata di intense relazioni sull’asse Roma-Ankara: una forte esplosione si è verificata nel porto turco di Samsun, nei pressi di uno dei serbatoi dove venivano immagazzinati gli oli usati delle navi. Nessuno è rimasto ferito nell’incidente. Samsun è un porto turco chiave, da dove le navi salpano per una serie di destinazioni, tra cui la Russia. Si tratta di uno snodo strategico, reso ancora più prezioso all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, con un impatto diretto sulle rotte del commercio mondiale. Non avendo la Turchia aderito alle sanzioni anti-russe, ha continuato a ricevere merci. Samsun è il più grande porto turco sul Mar Nero e ha movimentato 3 milioni di tonnellate di merci da gennaio ad aprile 2022.

@FDepalo



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