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Sul Pnrr niente testacoda. Fitto detta la linea

Il ministro per gli Affari Europei ascoltato alla Camera. Entro venti giorni avremo una definizione del nuovo quadro entro il quale incardinare investimenti e opere nel 2023, con relative risorse e obiettivi. Ora la priorità è centrare i target al 31 dicembre

Le fondamenta ci sono, ora resta da mettere in sicurezza i prossimi mesi. L’Italia non ha la minima intenzione di mandare in malora settimane di sforzi per assicurarsi anche l’ultima tranche, circa 21 miliardi a fine dicembre, di Pnrr (qui l’intervista all’economista Innocenzo Cipolletta). Per questo, nel corso della sua audizione alla Camera, il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto ha spiegato come e perché l’Italia punta a blindare il Pnrr, anche alla luce di un’inflazione che, inevitabilmente, impatta sui costi di realizzazione delle opere.

NEL NOME DEL PNRR

“Sul Pnrr vogliamo rapidamente definire un quadro di riferimento e questo avverrà nel mese di gennaio, fra 15, 20 giorni al massimo. Avvieremo un confronto, sulla base di una relazione dettagliata. Ed è chiaro che c’è bisogno di una visione, di una strategia, di un quadro di riferimento che evidenzi risorse disponibili ed obiettivi da raggiungere”, ha esordito. In tal senso, “il governo ha pensato ad un piano straordinario per far fronte alla scadenza di fine 2022 ma il lavoro di questi giorni fa pensare che non ci saranno problemi per l’ottenimento della rata del Pnrr collegata alla scadenza: l’obiettivo è di raggiungere questi risultati, spero che possano essere raggiunti a fine dicembre”.  Poi, da gennaio, si ragionerà sugli strumenti da mettere in campo per una accelerazione, anche sulla governance.

MODIFICARE O NON MODIFICARE?

Altro punto, la possibilità di modificare in modo non sostanziale il Pnrr. E qui il responsabile degli Affari Europei è stato chiaro. “Non è che se apportiamo delle modifiche compiamo un reato perché non è modificabile: è la posizione anche di altri governi europei di diversi colori politici, è un tema molto complesso su cui nessuno di noi, a partire da me, ha la soluzione in tasca”. Secondo Fitto, occorre “aprire un confronto per soluzioni adeguate. Il tema delle riforme ed il tema della spesa sono aspetti separati ma altrettanto importanti. Il tema delle riforme è fondamentale: anche su questo si stanno raggiungendo risultati importanti”.

IL REBUS OBIETTIVI

Guardando più alla parte operativa e meno a quella politica, Fitto ha toccato direttamente il tema degli obiettivi di spesa e investimento, che sono la reale condizione per la concessione dei fondi. “C’era una previsione di spesa al 31 dicembre di 42 miliardi: parlo di cifre ufficiali del precedente governo, non di cifre opinabili. Questo obiettivo è stato rivisto a 33 miliardi di euro, ed a settembre di quest’anno questo obiettivo è stato rivisto a 20 miliardi e c’è il timore che non sarà assolutamente raggiunto”.

Più in generale, “siamo in una fase di verifica e di attuazione che si sviluppa su due piani: il primo è quello dell’intervento immediato per il raggiungimento degli obiettivi al 31 dicembre di quest’anno che rappresenta sicuramente una priorità perché è chiaro che è collegato all’ottenimento di una rata, in questo caso di 19 miliardi di euro, quindi è chiaro che non si può in alcun modo immaginare di non raggiungere questo risultato. La mia azione si è concentrata su questo: all’inizio di questo percorso mancavano 30 obiettivi su 55, nell’ultima cabina di regia abbiamo raggiunto i 40, siamo al lavoro con un raccordo costante con la Commissione europea.

E dunque, se “l’urgenza è guardare alla scadenza del 31 dicembre non sfuggirà, e lo voglio dire in modo molto chiaro che la differenza del nostro governo rispetto al passato è che il nostro orizzonte temporale è al 2026. Non possiamo concentrarsi ogni volta sulla singola scadenza immediata. L’obiettivo del Governo è quello di avere un orizzonte visuale che tenga dentro l’intera legislatura”.


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