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Gas, gasdotti e cavi. L’attivismo italiano nel Mediterraneo letto da Masulli

Michele Masulli, direttore area energia di I-com (Istituto per la competitività): “Sono necessari nuovi gasdotti e EastMed-Poseidon rappresenta un progetto valido, incluso anche in REPowerEU. La guerra Ucraina ha fatto emergere il potenziale del Mediterraneo, colpevolmente trascurato per anni, nella produzione e nello scambio di energia”. Cosa si è detto al Forum sul gas del Mediterraneo orientale e perché Total molla la russa Novatek

Mentre gli Stati membri del Forum sul gas del Mediterraneo orientale (Emgf) danno luce verde alla strategia dell’organizzazione dopo l’ottava riunione ministeriale, un nuovo giacimento di gas al largo della penisola del Sinai fa ben sperare circa nuove fonti di approvvigionamento: si tratta di Narges-1X partecipato da Chevron e Eni con il 45% ciascuno, mentre il restante 10 dalla società egiziana Tharwa Petroleum- Detiene 3,5 trilioni di piedi cubi di gas e si candida a perno per sbloccare la situazione del gas nel Mediterraneo orientale tra gasdotto Eastmed e l’accelerazione sui cavi sottomarini. 

Il Forum

I partecipanti al Forum Emgf, ovvero Egitto, Cipro, Francia, Grecia, Israele, Italia, Giordania e Palestina, hanno detto sì alla progettazione della strategia in occasione del vertice del Cairo, allargato anche a Usa, Ue e Banca Mondiale. L’obiettivo è creare partenariati con i principali attori del settore, comprese altre organizzazioni internazionali, e il rafforzamento della partecipazione del settore privato alle attività del Forum sotto l’egida del comitato consultivo dell’industria del gas del Forum.

Ma accanto alle intenzioni ufficiali, ecco che andrà calibrata nella pratica l’intenzione di utilizzare al meglio il gas presente copioso in quel versante del Mare Nostrum. Per il momento è stato deciso di formare il comitato scientifico e tecnico del forum proposto da Cipro, che assicurerà i pareri tecnici ai membri dell’Emgf, in particolare nella decarbonizzazione del settore energetico e nella mitigazione delle conseguenze del cambiamento climatico.

Qui Egitto

Uno dei soggetti più attivi è il ministro egiziano dell’energia El-Molla che ben conosce le potenzialità di Eni, dal momento che nel 2015 il cane a sei zampe ha individuato il giacimento di gas naturale di Zohr, scoperta che ha permesso all’Egitto di conquistarsi un ruolo diverso nell’intera macro regione. I numeri di quest’anno lo dimostrano: ha esportato 4,7 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale liquefatto (Gnl) nei primi cinque mesi del 2022 e 8,9 miliardi di bcm l’anno scorso, secondo i dati di Refinitiv Eikon.

Lo scorso giugno, l’Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas) e Chevron hanno firmato un protocollo d’ intesa sul trasporto, l’importazione, la liquefazione e l’esportazione di gas dal Mediterraneo orientale all’Egitto. Al contempo ha siglato un accordo quadro con Ue e Israele per esportare gas naturale da Israele attraverso l’Egitto verso l’Europa.

Eastmed o navi?

È necessario procedere in maniera multilaterale, dice a Formiche.net Michele Masulli, direttore area energia di I-Com (Istituto per la competitività): “D’altronde questo è uno dei vantaggi dell’Eastern Mediterranean Gas Forum. Le esigenze di sicurezza e accessibilità delle forniture, oltre che le sfide della transizione energetica, richiedono luoghi funzionanti di cooperazione internazionale, a livello regionale e non solo. La guerra Ucraina ha fatto emergere il potenziale del Mediterraneo, colpevolmente trascurato per anni, come spazio centrale nella produzione e nello scambio di energia. A riguardo dell’area orientale, è ormai più di un decennio che si riportano scoperte significative di gas naturale, da Aphrodite a Leviathan, da Tamar a Zohr fino ai rinvenimenti più recenti. Ovviamente non può venire da lì la risposta all’emergenza in corso, sono necessari tempi di sviluppo e di costruzione delle infrastrutture necessarie, ma con le dovute tempistiche si può consolidare una relazione stabile di fornitura tra i Paesi dell’area e l’Unione europea, tale da contribuire in maniera non trascurabile al bisogno di diversificazione degli approvvigionamenti”.

Strategie

E sulle infrastrutture aggiunge: “È evidente che siano necessari nuovi gasdotti e EastMed-Poseidon rappresenta un progetto valido, incluso anche in REPowerEU. Allo stesso tempo, io credo sia altresì importante potenziare le infrastrutture LNG. Se guardiamo alla sponda sud e alla liquefazione, quindi, vediamo come la capacità di export si riduca oggi solo all’Egitto, di cui si serve anche Israele. Allo stesso tempo reputo fondamentale che si lavori sulle politiche di decarbonizzazione, come discusso anche all’Emgf. L’idrogeno e in generale i gas rinnovabili costituiscono un’opportunità imprescindibile di decarbonizzazione del mix energetico e di riconversione infrastrutturale. Anche in questo caso, le strategie europee hanno chiara la centralità del Mediterraneo nella costruzione dei corridoi dell’idrogeno. L’annuncio del nuovo H2Med va in questa direzione. Se ci mettiamo anche l’irrobustimento delle interconnessioni elettriche, si pensi al nuovo elettrodotto con la Tunisia annunciato da Terna, ci sono tutti gli elementi utili per favorire un ruolo di primo piano del Mediterraneo e dell’Italia nell’approvvigionamento di energia, sempre più green, a beneficio del continente”.

Novatek adieu

Infine una decisione da parte di TotalEnergies che abbandonerà la sua partecipazione nel produttore russo di gas naturale Novatek, con una perdita secca di 3,7 miliardi di dollari. L’azienda francese ha dichiarato di ritirare con “effetto immediato” i propri rappresentanti dal consiglio di amministrazione di Novatek, che si sono astenuti dal voto a causa delle sanzioni. La decisione arriva in un momento in cui i prezzi alle stelle del gas hanno comportato una serie di ridefinizioni in tutti i governi delle policies energetiche, nonostante la situazione degli stoccaggi per l’inverno in corso sia buona.

@FDepalo

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