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Una legge per il settore. La Giornata dello spazio della Fondazione Leonardo

In occasione della Giornata nazionale dello Spazio, Fondazione Leonardo ha richiamato l’attenzione del settore e della politica sulla necessità per il nostro Paese di dotarsi di una legislazione per le attività spaziali, con regole che sostengano la crescita e la competitività di un settore strategico per l’intero sistema-Paese

Una legge che regoli le attività nello spazio, che sostenga lo sviluppo senza limitare la crescita, e che sia uno strumento per la competitività del settore italiano, sempre più strategico e leader in Europa e nel mondo. È, in sintesi, quanto emerso dall’evento organizzato in occasione della seconda Giornata nazionale dello Spazio da Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine alla Camera dei Deputati, con il supporto delle università La Sapienza di Roma e Bocconi di Milano. Ad aprire i lavori il presidente della Fondazione Leonardo, Luciano Violante, che ha sottolineato come i tempi siano maturi per il varo di una legge “che fissi principi e regole di una dimensione che ormai tocca tutti gli aspetti fondamentali della vita dei cittadini”, dalle telecomunicazioni, al digitale, dall’agricoltura al cambiamento climatico.

Un settore in crescita

Un settore in cui operano circa duecento aziende, con investimenti previsti di circa cinque miliardi di euro. Nel corso del convegno sono anche state presentate le ricerche delle due università partner, illustrate da Simonetta Di Pippo, professoressa di Space economy alla Bocconi School of Management e direttore dello Space economy evolution lab e Sergio Marchisio, professore di Space Law a La Sapienza e presidente dell’European centre for space law, e a visto la partecipazione anche della presidente della commissione Esteri-Difesa del Senato, Stefania Craxi e del presidente della Commissione attività produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli. Presenti tra il pubblico anche il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, generale Luca Goretti.

La Giornata nazionale dello Spazio 2022

Dedicare la Giornata nazionale dello Spazio 2022, al grande tema delle norme per il settore spaziale è, per il presidente di Leonardo, Luciano Carta, una scelta “lungimirante” perché’ in Italia è necessario “colmare un vuoto normativo”, sul modello di quanto è avvenuto in altri Paesi. Una riforma delle norme “permetterà al nostro Paese di operare con la certezza del diritto in un contesto di governance di riferimento”. “Una buona legge è uno strumento competitivo” per le attività spaziali, ha infatti registrato l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, sintetizzando il valore strategico che il comparto spaziale ha per il Paese, dalle ricadute tecnologiche a quelle della difesa. Dalle telecomunicazioni alla sintesi di nuove molecole, dalla gestione dell’agricoltura tramite l’osservazione terrestre alla sorveglianza ambientale e climatiche, lo spazio “è un mondo iper vivace che metterà a terra tante capacità”. Di fronte a questo, per il manager del gruppo di piazza Monte Grappa “bisogna avere perizia e coraggio e che bisogna mettere tutto ciò in una strategia per fare cose che ci divertono non in quanto facili ma in quanto difficili”, citando la famosa frase di Kennedy.

Per un comparto competitivo

Per questo “è urgente una riflessione sull’assetto giuridico” delle attività spaziali, ha confermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, delegato dal governo alle politiche spaziali e reduce dal successo della recente ministeriale Esa di Parigi. E proprio i risultati ottenuti al summit francese devono spingere il nostro Paese ad adottare quegli strumenti che consentano alla nostra industria di essere competitivi. Dare un assetto giuridico allo spazio, dunque, “dovrà rientrare in un successivo riordino della governance globale”, visto anche il ruolo sempre più protagonista dell’Italia a livello internazionale.

Il ruolo dell’Agenzia spaziale italiana

“Parlare di una legge che regoli le attività spaziali non è solo importante ma necessario”, ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, aggiungendo come in Italia “è già stato fatto moltissimo, poterci confrontare sulle attività spaziali con i vertici più alti del Paese è molto importante ma è necessario lavorare ancora su aspetti operativi e ruoli degli attori coinvolti per rendere ancora più efficiente la funzione”. Soprattutto di fronte alle risorse assegnate allo spazio, che già si aggirano intorno ai dieci miliardi e destinate a salire nel 2023. “Un sostegno che travalica i momenti politici”.

La Difesa e lo spazio

“Raggiungiamo i sette miliardi di investimenti nei prossimi cinque anni, una cifra molto rilevante per il bilancio dello Stato” ha sottolineato anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, auspicando anche per il lato militare “un’evoluzione normativa che consenta un puntuale definizione di ruoli, funzioni e compiti allo scopo di individuare il perimetro di azione della Difesa nella protezione degli assetti anche non esclusivamente militari”. Del resto, la Difesa “ha contribuito alla nascita dello spazio italiano, grazie al generale del genio aeronautico Luigi Broglio, ideatore del programma San Marco”, ha ricordato il generale Davide Cipelletti, capo Ufficio generale spazio dello Stato maggiore della Difesa. Lo spazio è diventato più conteso, e la Difesa può contribuire a definirne e aggiornarne l’architettura regolatrice. Di fronte a questa necessità, registra ancora Crosetto, “serve una visione globale, lo spazio non è un luogo dove costruire recinti che dividano le poche forze, serve totale sinergia” ricordando la legge d’istituzione del Comit, un luogo dove “lo Stato potesse mettere insieme tutte le competenze e le idee per fare sintesi”. “Non vorrei – ha ammonito poi il ministro – che per eliminare uno strumento, eliminassimo anche la necessità che aveva determinato quello strumento”.

Una filiera completa dello spazio

Regolare un settore il cui business già vale circa quattrocento miliardi di dollari, destinato a crescere ancora, è ormai una esigenza diffusa, già raccolta da una quarantina di Paesi nel mondo, anche europei. L’Italia, come ricordato anche dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel suo discorso di apertura dell’evento “sul piano industriale e tecnologico si colloca al terzo posto in Europa e al sesto su scala mondiale” un insieme di circa duecento imprese, dieci distretti tecnologici, un cluster nazionale e un sistema della ricerca rappresentato da circa sessanta nodi, tra università e centri di ricerca. “La previsione di un ulteriore sviluppo della space economy – ha aggiunto Fontana – pone nuove sfide a cui le istituzioni devono dare una risposta”.

Le regole non siano vincoli

In particolare, “i punti su cui ci aspettiamo che la normativa debba dare risposte sono le responsabilità di danni verso terzi di chi opera in attività spaziali, e la flessibilità di normative che vanno a toccare lo sviluppo tecnologico” ha sottolineato l’amministratore delegato di Telespazio e coordinatore delle attività spaziali di Leonardo, Luigi Pasquali. In questo senso, però, la norma non deve diventare un vincolo: “Il legislatore deve valutare schemi flessibili perché quello che dobbiamo fare non è ancora scritto”.



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