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La manovra sulla linea Draghi. La flat tax? Sostenibile. Parla Sacconi

Occorre spacchettare il reddito e tornare al Rei come strumento di contrasto alla povertà assoluta, riportando in prossimità la gestione di queste risorse”, sostiene l’ex ministro del Lavoro. “Le decisioni assunte dal governo su pos e contanti sono due esempi di come Giorgia Meloni intende declinare il suo motto ‘non disturbare chi ha voglia di fare’”

 

Fino a ora lo spread è rimasto a livelli più che contenuti. L’Ue non si è allarmata. Solo Bankitalia ha “bocciato” la manovra su flat tax, reddito e contante. A promuoverla a pieni voti è invece l’ex ministro Maurizio Sacconi (recentemente approdato in libreria col saggio – scritto a quattro mani con Alberto Mingardi – “Stato essenziale, società vitale”) la cui opinione è netta: “L’avrebbe impostata così anche Mario Draghi”. 

Dunque valutazione estremamente positiva?

Questa manovra la condivido. Nella sua composizione è largamente in continuità con Draghi. Tanto più che la priorità è quella del caro energia. Oltre a questo, ci sono alcuni provvedimenti che indicano la direzione di marcia coerente rispetto al programma elettorale del centrodestra, ma che non pregiudicano in alcun modo l’equilibrio di bilancio. 

Tanta polemica è sorta a seguito della “riforma” del Reddito di cittadinanza. Che ne pensa?

È giusto anche l’indirizzo della revisione del Reddito di cittadinanza. Il dialogo con Calenda è stato molto sintomatico a questo proposito: penso che ci sarà una convergenza sulla revisione del sussidio, che porterà il terzo polo a condividerla. Occorre spacchettare il Reddito e tornare al “Rei” come strumento di contrasto alla povertà assoluta, riportando in “prossimità” la gestione di queste risorse. Va detto, tra l’altro che le risorse tolte al sussidio sono state reimpiegate in parte per sostenere l’assegno unico: un segnale concreto di attenzione per le famiglie numerose, spesso a rischio povertà. Per chi è abile al lavoro si dovrà invece allargare la indennità di disoccupazione e aprire ai privati il ricollocamento.

Così come è stata concepita, secondo lei, la flat tax è sostenibile?

A ben guardare si tratta solo di un ampliamento della platea dei lavoratori autonomi. Non c’è nulla di straordinario. Semplicemente questa estensione rappresenta una mano tesa alle piccolissime imprese e alle partite iva, profondamente penalizzate dal periodo pandemico. 

Su pos e innalzamento del tetto al contante c’è chi parla di un ritorno al passato. 

Non è assolutamente così. Le decisioni assunte dal governo su pos e contanti sono due esempi di come Giorgia Meloni intende declinare il suo motto ‘non disturbare chi ha voglia di fare. 

Cosa intende dire?

Intendo dire che il governo sta facendo uno sforzo, anche di carattere culturale, per tentare di traghettare il Paese fuori dalla mentalità “questurina” dilagata dopo Tangentopoli e che ha portato a un’ipertrofia legislativa che ha finito per strangolare il Paese. Non esiste lo zero reati come non esiste lo zero Covid. Occorre un punto di equilibrio tra il doveroso obiettivo di rispetto delle leggi e l’esigenza di vitalità economica e sociale del Paese. 

Non c’è il rischio di spianare la strada all’evasione?

Ma non scherziamo. L’evasione fiscale utilizza ben altri canali. Non si favorisce l’evasione aumentando la soglia dei pagamenti col pos, ne alzando il tetto del contante. Secondo questa lettura la Germania dovrebbe essere invasa dal denaro sporco. 



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