Tajani, Lempert, Pistelli, Qu delineano al Med di Ispi i termini delle sfide e delle complessità del Mediterraneo, bacino vittima di diverse forme di insicurezza che ne complicano le dinamiche
Gli effetti della guerra russa su inflazione, cibo e sicurezza saranno importanti, per questo gli Stati Unti tramite le security partnership “non sono soltanto la chiave per contrastare l’impatto delle attività destabilizzati”, come quelle della Russia, ma anche “contribuire alla stabilità” nella regione, in Paesi come Marocco e Egitto, ha spiegato Yael Lempert, diplomatica statunitense che occupa il ruolo di Principal Deputy Assistant per il Near Eastern Affairs, intervenuta al MED di Ispi.
Lampert ha aggiunto, a proposito di resilienza e crisi all’interno della regione nordafricana, un passaggio sulla Libia, considerato ancora un dossier estremamente complesso e critico. Gli Stati Uniti “sostengono una Libia unifica, sovrana, politicamente stabile e libera da inferenze come unico modo per la Libia di raggiungere stabilità a lungo termine”.
Se “democracy and good governance” rimangono una priorità per l’impegno degli Stati Uniti nella regione, come dice Lempert, le questioni securitarie in senso stretto — come le attività del Wagner Group russo citate dalla funzionaria dell’amministrazione statunitense — si sommano a quelle di sicurezza climatica, alimentare ed energetica. Sovrapposizioni che dipingono sfide e complessità della regione.
A proposito di questo, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani ha presieduto la seconda edizione del Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla crisi alimentare, avviato dall’Italia nel 2022 per cercare soluzioni operative alla crisi alimentare nella regione mediterranea scaturita a seguito del conflitto in Ucraina. Il dialogo, co-presieduto dal Libano e dalla Turchia, si è svolto alla presenza di ministri e alti rappresentanti di 15 Paesi mediterranei di 8 Organizzazioni Internazionali, tra cui il direttore generale della Fao e il presidente dell’Ifad. Tajani ha presentato nuove iniziative sviluppate insieme ai partner nazionali e internazionali, per sostenere i sistemi agricoli dei Paesi del Mediterraneo e renderli più sostenibili, anche con ausilio di tecnologie di evoluzione assistita.
“Grazie al ministro degli Esteri italiano per aver ospitato la seconda edizione del Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla crisi alimentare. Siamo uniti dal nostro obiettivo comune di sostenere i più vulnerabili. La Fao e l’Italia sono impegnati nel rafforzare gli sforzi congiunti per sostenere la regione del Mediterraeno e oltre per un mondo libero dalla fame”, ha dichiarato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, commentando la riunione — che si è svolta oggi a margine dei Med Dialogues in corso a Roma.
“In Africa sub-sahariana ci sono 700 milioni di persone senza accesso all’energia, non bisogna dimenticarli. Bisogna guardare a quest’area da un punto di vista più ampio”, ha aggiunto Lapo Pistelli, direttore Public Affairs Eni, affrontando un’altra di quelle complicazioni dell’area in un altro dei panel del MED. Quanto all’area Medio Oriente e Nord Africa, “è davvero importante per noi”, ha aggiunto Pistelli: “In Algeria investiremo più di quattro miliardi di dollari nei prossimi due anni. Dopo la scoperta di Zohr, in Egitto, siamo stati per due anni di fila il terzo maggiore investitore privato in Africa a livello globale” e “stiamo facendo investimenti rilevanti anche negli Emirati Arabi Uniti.