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L’Onu è ancora indecisa sui droni iraniani alla Russia

Iran e Russia la spunteranno all’Onu. Probabilmente il segretario Guterres non avvierà — per ora — un’inchiesta sul trasferimento di droni da Teheran al campo di battaglia russo in Ucraina. L’indagine potrebbero mettere in grande imbarazzo Mosca per aver violato una risoluzione onusiana

Barak Ravid di Axios ha ottenuto informazioni sul rapporto che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sta preparando sulla conformità dell’Iran all’accordo nucleare del 2015. Nel testo non si accusa Teheran di aver fornito alla Russia droni per la guerra in Ucraina, nonostante le pressioni degli Stati Uniti e degli alleati occidentali in tal senso.

La Russia ha respinto con forza, e finora con successo, gli sforzi di americani ed europei per convincere il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a ordinare un’indagine sulla presunta fornitura di droni da parte dell’Iran. Tant’è che Guterres non dovrebbe fare alcuna dichiarazione definitiva sulla questione nel suo prossimo rapporto, almeno stando alle informazioni (di solito piuttosto affidabili) pubblicate da Axios.

L’Onu descriverà in dettaglio diverse lettere ricevute da rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Ucraina che sostengono che l’Iran ha trasferito droni alla Russia “in modo non conforme” alla risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha codificato l’accordo sul nucleare iraniano.

L’ufficio del Segretario scriverà anche di aver ricevuto lettere da rappresentanti dell’Iran e della Russia che respingono le accuse e sottolineano che anche se l’Iran avesse fornito droni, ciò non avrebbe violato la risoluzione.

Val la pena a questo punto notare che in base alla risoluzione 2231, approvata nel 2015 come parte dell’accordo sul nucleare, i Paesi non possono trasferire o ricevere dall’Iran missili balistici e droni con una gittata superiore a 300 chilometri e un carico utile superiore a 500 chilogrammi fino all’ottobre 2023. Attorno a questo, secondo le intelligence israeliane, si sta preparando una nuova fornitura iraniana alla Russia, che dovrebbe ricevere missili balistici a media gittata come i Fateh-110 per permettere all’Iran di restare nella compliance dell’intesa (nota come Jcpoa e ormai sostanzialmente naufragata a causa dell’uscita unilaterale statunitense nel 2018 e del comportamento iraniano, non solo per reazione)

Se l’Onu stabilisse che c’è stata una violazione, sarebbe un notevole imbarazzo per la Russia, che è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza e continua a negare che stia usando droni iraniani.

L’Iran ha ammesso di aver fornito alcuni droni alla Russia, ma sostiene che ciò è avvenuto prima dell’inizio della guerra. Martedì, il ministro della Difesa iraniano, Mohammad Reza Ashtiani, ha rilasciato le prime dichiarazioni pubbliche a proposito di un incontro con i funzionari ucraini sulla questione dei droni. Nonostante le immagini degli Shaehed-136 che colpiscono Kiev e altre città ucraine (dove quei velivoli senza pilota sono usati per colpire le infrastrutture civili) siano ormai di dominio pubblico, Ashtiani ha affermato che l’Ucraina non ha fornito alcuna prova dell’uso di droni iraniani da parte della Russia, ma ha detto che fornirà le informazioni tecniche durante gli incontri successivi. Ha inoltre aggiunto che le affermazioni contro l’Iran riguardo ai droni sono “basate su dichiarazioni e voci prive di fondamento”.

È in atto una forma di tattica del caos volta anche a direzionare decisioni di istituzioni e Paesi terzi all’interno di sistemi multilaterali come l’Onu. Gli Stati Uniti affermano di avere prove definitive di trasferimenti più recenti, mentre l’Unione europea si è mossa per sanzionare alcune entità e figure collegate sia al trasferimento di armi che alla diffusione della propaganda iraniana.

Guterres è intrappolato in una discussione tra le due parti, da ottobre, sull’opportunità di inviare esperti delle Nazioni Unite per indagare sulla questione. Davanti all’impasse, procrastinare la decisone significa permettere più trasferimenti di armi e sostanzialmente permettere alla Russia di ottenere maggiori rinforzi — continuando non solo la guerra ma anche le azioni deleterie contro i civili. Mentre l’Iran ottiene altri fondi illegali per sfamare il regime, mantenerlo al potere in mezzo alle repressioni dei manifestanti.

Gli Stati Uniti e le potenze europee chiedono un’indagine dell’Onu, ma la Russia sostiene che Guterres non ha l’autorità per autorizzarne una senza una decisione del Consiglio di Sicurezza (su cui la Russia probabilmente porrebbe il veto). Per gli occidentali il segretario è in possesso del titolo per poter dare mandato sull’inchiesta, e mentre i cavilli tecnico-legali e burocratici continuano, Iran e Russia restano parzialmente impuniti sul piano internazionale.

I diplomatici occidentali hanno in più occasioni fatto sapere ai giornali che la Russia ha esercitato un’immensa pressione su Guterres e i suoi consiglieri affinché non ordinassero un’indagine e ha persino minacciato di ritirare la sua cooperazione su altre questioni relative all’Ucraina, in particolare il corridoio del grano.

Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale, ha detto ad Axios: “Il Segretariato delle Nazioni Unite continua a svolgere i compiti assegnatigli dal Consiglio di Sicurezza. .[..] A questo proposito, il segretariato è pronto ad analizzare qualsiasi informazione portata alla sua attenzione dagli Stati membri che sia rilevante per il rapporto”.

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